Ru d’Arberioz 3

Ru d'Arberioz di Aymavilles - foto di Gian Mario Navillod.
Ru d’Arberioz di Aymavilles – foto di Gian Mario Navillod.

Il Ru d’Arberioz deriva le acque del torrente Grand Eyvia a circa 1020 metri di quota e scorre in gran parte sotto terra. ll salto di quota tra Chevry e Montbel è sfruttato da una centralina idroelettrica. La parte finale del ru è stata abbandonata, un bel sentiero panoramico ne ricorda l’esistenza e passa davanti ad una delle più belle miniere della Valle d’Aosta. Nei punti più suggestivi alcune panchine permettono di osservare comodamente il paesaggio coltivato e i tanti castelli costruiti lungo il corso del fiume.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Aosta Ovest seguire le indicazioni per Cogne. Davanti al castello di Aymavilles girare a sinistra seguendo le indicazioni per Chabloz. All’incrocio successivo proseguire diritti e lasciare l’auto nel parcheggio del villaggio di Chabloz.
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Lunghezza itinerario: 1.6  km
Quota partenza: 760 m circa
Quota arrivo: 760 m circa
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Dislivello: irrilevante
In bici: meglio di no
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Descrizione

Seguendo le indicazioni dei pannelli gialli ci si avvia lungo la strada asfaltata che porta alla parte alta del villaggio poi si prosegue sulla sterrata fino a raggiungere la pista di servizio del Ru d’Arberioz.

Se si prende a destra e si segue la ripida pista forestale che aggira la cava si raggiunge il secondo tratto del Ru d’Arberioz, girando a sinistra  ci si avvia lungo l’itinerario che con alcuni saliscendi porta al belvedere sulla Torre dei Salassi di Jovençan.

La pista di servizio si restringe progressivamente, dal muro a monte sporge una mezza dozzina di gradini che danno accesso ai pascoli poi ru esce allo scoperto e per un breve tratto scorre a fianco del sentiero che attraversa coperto da lastre di pietra perdendosi nella macchia.

Canaletta coperta in pietra del Ru d'Arberioz - foto di Gian Mario Navillod.
Canaletta coperta in pietra del Ru d’Arberioz – foto di Gian Mario Navillod.

Si passa davanti all’entrata della miniera di calcite di Pompiod che riforniva l’acciaieria di Aosta. Grazie alla sua vicinanza a itinerari turistici consolidati questa miniera sarebbe la candidata ideale per una riconversione ad uso didattico. Il banco roccioso ha una struttura solidissima e non vi sono di infiltrazioni d’acqua. Pochi e mirati interventi permetterebbero di rendere visitabile alcune gallerie e riservare le altre alla colonia di pipistrelli che ci passa l’inverno attratta dalla temperatura costante e meno fredda del sottosuolo.

Ciclista lungo il sentiero del Ru d'Arberioz - foto di Gian Mario Navillod.
Ciclista lungo il sentiero del Ru d’Arberioz – foto di Gian Mario Navillod.

Il sentiero scende davanti alla miniera e poi riprende quota, di tanto in tanto si incontrano ciclisti dalle gambe allenate e con un buon senso dell’equilibrio che non si fanno spaventare né dai saliscendi né dalla larghezza del sentiero che in alcuni punti si restringe un po’.

In cima alla salita si nota un muro in pietra interrotto dagli scavi della cava, potrebbe essere quanto rimane dell’alveo del ru abbandonato oramai da alcuni secoli.

Ex priorato di Sainte Hélène visto dal sentiero del Ru d'Arberioz - foto di Gian Mario Navillod.
Ex priorato di Sainte Hélène visto dal sentiero del Ru d’Arberioz – foto di Gian Mario Navillod.

I tabelloni posati lungo l’itinerario sono straordinariamente accurati e permettono di leggere dietro l’intonaco grigiastro di una casa colonica quanto rimane del priorato di Sainte Hélène illustrato da Edouard Aubert pochi anni prima della demolizione del campanile. Grazie ad un finanziamento dell’Unione Europea, dal 2014 i punti di interesse lungo il Ru d’Arberioz non hanno più segreti per gli escursionisti. Nel 1873 il canonico Bérard cercò inutilmente di salvare il campanile, in questo post ho tradotto in italiano il suo racconto.

Seguendo l’itinerario raccomandato di pannelli gialli dopo una breve discesa si arriva al belvedere. Lo sguardo cerca inutilmente sulla collinetta vicino al fiume le tracce del castello di Jovençan o della leggendaria città di Cordelia. Del castello rimangono pochi ruderi nascosti tra la vegetazione ai piedi di un traliccio, della mitica città è rimasto solo il nome, prestato alla sezione digitale della biblioteca regionale.

La centralina idroelettrica

La centralina idroelettrica di Montbel((Vedi: progetti_via_1154_R1 – Relazione tecnica generale.pdf)) sfrutta una salto del Ru d’Arbérioz di circa 120 metri ed ha una portata massima di 400 litri al secondo. Produce annualmente 1.7 gigawattora, che è più o meno quanto occorre in un anno a 300 cittadini italiani (tendo conto dell’energia richiesta da fabbriche, trasporti e comunicazioni) o quanto produce una delle tre pale eoliche di Saint-Denis nello stesso periodo di tempo.

Ru d’Arberioz 1Ru d’Arberioz 2

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