Ru Pompillard 3

Ru Pompillard all'entrata del vallone Bagnère/Bagnière - Foto di Gian Mario Navillod.
Ru Pompillard all’entrata del vallone Bagnère/Bagnière – Foto di Gian Mario Navillod.

Nella porzione finale del Ru Pompillard vi sono ancora dei tratti a cielo aperto che sono molto divertenti da percorrere. Si cammina in equilibrio sull’argine a valle largo una trentina di centimetri e si scopre un bel ponte-canale che attraversa un vallone nascosto.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Aosta Est seguire la statale in direzione Aosta. Dopo il semaforo dell’aeroporto, alla rotonda prendere la prima uscita per Saint-Christophe, alla rotonda successiva prendere la seconda uscita e dopo 300 m girare a sinistra per Sénin. Alla rotonda prendere la prima uscita per Sorreley, proseguire per un chilometro e girare a sinistra seguendo le indicazioni per La Montagne. Superare il villaggio di Veynes e lasciare l’auto nel primo parcheggio che si incontra sulla destra.
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Lunghezza itinerario: 3 km circa
Quota partenza: 863 m
Quota arrivo: 825 m circa
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Dislivello irrilevante
In bici: consigliato a tratti.
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Il Mont Emilius e la Becca di Nona dal Ru Pompillard - Foto di Gian Mario Navillod.
Il Mont Emilius e la Becca di Nona dal Ru Pompillard – Foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

Ci si avvia lungo la pista di servizio tra vigne, pascoli e macchie di roverelle. Tra le foglie dei ciliegi selvatici che in autunno passano dal verde al giallo al rosso accesso si sente il krak krak delle ghiandaie (Garrulus glandarius), degli uccelli facilmente riconoscibili grazie alle vistose piume azzurre che colorano le loro ali. Si passa monte di alcuni ripidi pascoli poi si attraversa un boschetto di latifogli e pini silvestri. Si lascia a destra la sterrata che scende verso Sorreley e poco dopo la pista di servizio del Ru Pompillard si restringe fino a ridursi alle dimensioni di un sentiero. Il ru torna in superficie e scorre coperto da una robusta griglia metallica sulla quale si cammina per un centinaio di metri poi è nuovamente inghiottito dalla tubatura e rientra nel sottosuolo.

Ru Pompillard all'entrata del vallone Bagnère/Bagnière - Foto di Gian Mario Navillod.
Ru Pompillard all’entrata del vallone Bagnère/Bagnière – Foto di Gian Mario Navillod.

Si prosegue lungo il sentiero che in alcuni punti comincia ad essere invaso dai cespugli. I tratti esposti sono protetti da staccionate in legno, dall’alto lato del vallone si vede in lontananza il ghiacciaio dello Chateau Blanc con alla destra lo stretto intaglio del passo di Planaval.

Entrando nel vallone scavato dal torrente Bagnère/Bagnière si cammina ai piedi una parete rocciosa dove il ru scorre stretto tra argini di cemento. Dopo la saracinesca a vite e lo scarico sul torrente il sentiero si restringe ulteriormente ci si trova a camminare in equilibrio sull’argine a valle largo una spanna reggendosi alla ringhiera in legno.

Ponte-canale del Ru Pompillard - Foto di Gian Mario Navillod.
Ponte-canale del Ru Pompillard – Foto di Gian Mario Navillod.

Si attraversa il vallone su di un suggestivo ponte canale costruito ad una mezza dozzina di metri dal fondo della gola. La frescura e l’umidità che salgono dal torrente sono in piacevolissimo contrasto con il clima secco ed assolato della collina di Quart.

Ru Pompillard nel vallone Bagnère/Bagnière - Foto di Gian Mario Navillod.
Ru Pompillard nel vallone Bagnère/Bagnière – Foto di Gian Mario Navillod.

Il ru prosegue tra gli argini di cemento sotto un tetto di roccia che sporge per diversi metri poi scompare nei tubi di plastica interrati sotto il sentiero. Le vegetazione e la ringhiera in legno danno sicurezza a chi soffre di vertigini, si cammina per poche decine di metri sospesi su di un profondo burrone  poi si ritrova il fianco arido ma rassicurante della valle principale.

Si supera un secondo ponte-canale e si ritrova la pista di servizio sopra le case di Valensanaz. All’altezza della fattoria di Berrio Blanc si cammina sotto un filare di conifere che offrono riparo dal sole e durante le calde giornate estive riempiono l’aria di profumi balsamici. La pista si interrompe poco dopo e il ru torna in superficie. Si alternano a brevi tratti intubati tratti più lunghi nei quali si cammina in equilibrio sull’argine a valle largo una trentina di centimetri.

La vista spazia sul fondovalle, si vede la pista dell’aeroporto regionale, sulla destra la verde collinetta che nasconde i mucchi di spazzatura che si producevano prima della riscoperta della raccolta differenziata ed il complesso del carcere chiuso da alte cancellate in ferro. Sotto il ru si vede l’abitato di Quart, la chiesa parrocchiale e dopo una curva appare il castello del XIII secolo.

Oratorio del Beato Emerico lungo il Ru Pompillard - Foto di Gian Mario Navillod.
Oratorio del Beato Emerico lungo il Ru Pompillard – Foto di Gian Mario Navillod.

Si prosegue fino a raggiungere la strada asfaltata che sale a Jeançeyaz, si passa davanti ad un oratorio dedicato al Beato Emerico di Quart e pochi metri più avanti occorre calarsi lungo una scaletta a pioli fissata al muro di sostegno della strada per ritrovare il Ru Pompillard.

Scaletta metallica lungo il Ru Pompillard - Foto di André Navillod.
Scaletta metallica lungo il Ru Pompillard – Foto di André Navillod.

In pochi minuti si raggiunge lo scarico del ru che scende in direzione di Valmayeur. Chi desidera raggiungere il castello di Quart può proseguire in discesa lungo il sentiero e in una decina di minuti di piacevole passeggiata raggiungere le vecchie mura che custodiscono ancora un vecchissimo elefante, dipinto a fresco verso la fine del 1200.

Scarico del Ru Pompillard nei pressi del castello di Quart - Foto di André Navillod.
Scarico del Ru Pompillard nei pressi del castello di Quart – Foto di André Navillod.

Curiosità

Le rovine che si incontrano lungo il sentiero che scende verso il castello di Quart vennero utilizzate tra il XVII e il XVIII secolo dalla famiglia Perrone di San Martino per lavorare il minerale estratto dalla miniera di rame di Ollemont.

Ru Pompillard 2

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