Come viaggiò lungo la Via Francigena l’arcivescovo Sigerìco?
È senz’altro lecito immaginarlo mentre percorre la Via Francigena a piedi, con la bisaccia ed il bordone del pellegrino, dormendo negli ostelli che la carità cristiana gli faceva trovare sul cammino, senza altra difesa che la fede nell’Altissimo.
Ma è anche possibile immaginare che l’arcivescovo di Canterbury, il rappresentante più importante della chiesa inglese che si stava recando in visita ufficiale a Roma dal Papa, viaggiasse utilizzando i mezzi più comodi e consoni al suo rango, muli, cavalli o carri, con una scorta armata che lo proteggesse dai malintenzionati e che alloggiasse nelle stanze più comode del circondario messe graziosamente a sua disposizione da chi probabilmente si contendeva l’onore di ospitare l’altissimo prelato che si recava a colloquio dal Papa.
Possiamo immaginarlo seduto con una scodella di minestra tra le gambe ed un tozzo di pane secco, oppure seduto alla tavola imbandita da un Signore, avvisato per tempo da un messo che annunciava il transito di un così importante personaggio che portava notizie fresche dall’Inghilterra a Roma.
Di conseguenza è lecito percorrere la Via Francigena seguendo un ideale di povertà e sacrificio, a piedi, con zaino in spalla, mangiando frugalmente e dormendo dove si spende meno senza concedersi deviazioni di sorta dal cammino.
Ma è anche lecito percorrere i tratti più belli della Via Francigena a piedi, accompagnati dalle Guide che garantiscono la sicurezza del pellegrino e possono far apprezzare le eccellenze dei territori attraversati siano esse culturali, naturalistiche o legate alle tradizioni enogastronomiche del buon bere e del ben mangiare, patrimonio indiscusso della cultura italiana. E magari nei tratti più brutti usare un cavallo (di ferro) o un carro (motorizzato) come fece probabilmente Sigerìco circa 1000 anni fa.
Se poi il viaggiatore intellettualmente curioso desiderasse deviare brevemente dalla Via Francigena per vedere di persona le opere d’arte che si trovano solo in Italia o sui libri di storia dell’arte e necessitasse poi di un piccolo aiuto per recuperare il tempo perduto è probabile che Sigerìco dall’alto del Paradiso degli arcivescovi non se ne avrebbe poi così a male.
Post del 1.03.2014 ultimo aggiornamento 21.02.2022