Il Sifone di Hérin

Sifone di Hérin - Foto di Gian Mario Navillod.
Sifone di Hérin – Foto di Gian Mario Navillod.

La prima parte di questa breve passeggiata porta in meno di 10 minuti al base del sifone, l’enorme tubo in acciaio di 2.80 metri di diametro che collega i due tratti del canale in galleria che da Maen porta alle condotte forzate della Centrale di Covalou. Chi lo desidera, senza farsi spaventare dal primo tratto, breve ma decisamente ripido, può salire lungo il sentiero che porta alla terrazza sud del sifone.

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Le macine della Valmeriana

C’è solo da augurarsi che il grande Santuario possa un giorno ripopolarsi di visitatori, seguendo i tracciati da realizzare e percorsi organizzati per turisti, al fine di permettere visite di comitive … nella nuova luce di un passato che non poteva più continuare a rimanere nascosto sotto la vegetazione in un silenzio … di tomba1

Le macine della Valmeriana - Foto di Gian Mario Navillod.
Le macine della Valmeriana – Foto di Gian Mario Navillod.

Le macine della Valmeriana sono ricavate dalla pietra ollare, una pietra che prende il nome dal latino “olla“, pentola, perché è stata utilizzata sin dalla preistoria per realizzare oggetti che resistessero al calore come pentole, stufe2 e stampi per le fusioni. Grazie alla sua bassa durezza e alla facile lavorabilità in antichità sono stati costruiti persino dei bracciali in pietra ollare3. Continua la lettura di Le macine della Valmeriana

  1. Mario Catalano, Santuario astronomico delle ruote cosmiche in Val Mariana, Diffusioni Grafiche SpA, Villanova Monferrato, 2002, pag. 10[]
  2. Nel 1838 il comune di Champorcher affidò all’artista Perruchon la costruzione di una stufa in pietra ollare per scaldare la scuola e la sala del consiglio – in Fausta Baudin, Champorcher la storia di una comunità dai suoi documenti, Arti Grafiche Duc, Aosta, 1999, pag. 204[]
  3. Paolo Castello, Stefano de Leo, Pietra ollare della Valle d’Aosta: caratterizzazione petrografica e inventario degli affioramenti, cave e laboratori in Bulletin d’Études Préhistoriques et Archéologiques Alpines, 2007,18, Aoste, versione digitatale disponibile qui. – Pag. 53[]

Il rascard quattrocentesco della diga di Bionaz

Il rascard quattrocentesco di Novailloz (Bionaz) e il lago formato dalla diga di Place-Moulin - foto di Gian Mario Navillod.
Il rascard quattrocentesco di Novailloz (Bionaz) e il lago formato dalla diga di Place-Moulin – foto di Gian Mario Navillod.

Lungo la strada che porta al Rifugio Prarayer tanta gente si ferma ad osservare una bella casa in legno che domina il lago formato dalla diga di Place-Moulin. Si tratta del rascard di Lo Noaillo, della famiglia Cheillon.

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Gli impianti idroelettrici geniali della Società Idroelettrica Piemonte

La cappella e il lago di Cignana dal sentiero per il Col di Fort - Foto di Gian Mario Navillod.
La cappella e il lago e la diga di Cignana dal sentiero per il Col di Fort – Foto di Gian Mario Navillod.

Con quella obiettività che mai si deve dipartire da un sereno esame tecnico dobbiamo riconoscere che delle grandi società che hanno ottenuto concessioni idrauliche in Valle d’Aosta, l’unica che sino ad oggi abbia messo allo studio e realizzato un congegno di impianti idroelettrici razionali e veramente geniali è la Società Idroelettrica Piemonte1 così scriveva nell’immediato dopoguerra2 l’ing. Annibale Torrione. Era uno che se intendeva, nel 1950 scriverà un’opuscolo edito dalla CGIL sullo “sfruttamento idroelettrico delle acque della Valle d’Aosta3. I grandi impianti idroelettrici avevano due obiettivi: produzione di energia elettrica per far funzionare le fabbriche e dar lavoro agli operai, creare riserve d’acqua per l’irrigazione.

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  1. Annibale Torrione, Il problema idroelettrico valdostano, pag. 15 – versione digitale disponibile qui[]
  2. testo non datato, si presume del 1946[]
  3. Annibale Torrione, Lo sfruttamento idroelettrico delle acque della Valle d’Aosta – versione digitale disponibile qui[]

La diga del Gran Paradiso

 

Meandri del torrente nel pianoro del Nivolet - Foto di Gian Mario Navillod.
Meandri del torrente nel pianoro del Nivolet – Foto di Gian Mario Navillod.

Il progetto della Società l’Idraulica di Milano prevedeva la costruzione di una grande diga da 180 milioni di metri cubi nel pianoro del Nivolet1 (quasi il doppio della capacità della diga di Bionaz, la più grande della Valle d’Aosta). Continua la lettura di La diga del Gran Paradiso

  1. Annibale Torrione, Il problema idroelettrico valdostano, Aosta, 1946, pag. 23 – versione digitale disponibile qui. []