La prima parte di questa breve passeggiata porta in meno di 10 minuti al base del sifone, l’enorme tubo in acciaio di 2.80 metri di diametro che collega i due tratti del canale in galleria che da Maen porta alle condotte forzate della Centrale di Covalou. Chi lo desidera, senza farsi spaventare dal primo tratto, breve ma decisamente ripido, può salire lungo il sentiero che porta alla terrazza sud del sifone.
Stele e Savoia
Ampio spazio è stato dato dalla televisione pubblica valdostana alla visita di Emanuele Filiberto Umberto Reza Ciro René Maria di Savoia all’ospedale di Aosta (nipote dell’ultimo Re d’Italia).
Lampedusa
Le macine della Valmeriana
“C’è solo da augurarsi che il grande Santuario possa un giorno ripopolarsi di visitatori, seguendo i tracciati da realizzare e percorsi organizzati per turisti, al fine di permettere visite di comitive … nella nuova luce di un passato che non poteva più continuare a rimanere nascosto sotto la vegetazione in un silenzio … di tomba“1
Le macine della Valmeriana sono ricavate dalla pietra ollare, una pietra che prende il nome dal latino “olla“, pentola, perché è stata utilizzata sin dalla preistoria per realizzare oggetti che resistessero al calore come pentole, stufe2 e stampi per le fusioni. Grazie alla sua bassa durezza e alla facile lavorabilità in antichità sono stati costruiti persino dei bracciali in pietra ollare3. Continua la lettura di Le macine della Valmeriana
- Mario Catalano, Santuario astronomico delle ruote cosmiche in Val Mariana, Diffusioni Grafiche SpA, Villanova Monferrato, 2002, pag. 10[↩]
- Nel 1838 il comune di Champorcher affidò all’artista Perruchon la costruzione di una stufa in pietra ollare per scaldare la scuola e la sala del consiglio – in Fausta Baudin, Champorcher la storia di una comunità dai suoi documenti, Arti Grafiche Duc, Aosta, 1999, pag. 204[↩]
- Paolo Castello, Stefano de Leo, Pietra ollare della Valle d’Aosta: caratterizzazione petrografica e inventario degli affioramenti, cave e laboratori in Bulletin d’Études Préhistoriques et Archéologiques Alpines, 2007,18, Aoste, versione digitatale disponibile qui. – Pag. 53[↩]
Il rascard quattrocentesco della diga di Bionaz
Lungo la strada che porta al Rifugio Prarayer tanta gente si ferma ad osservare una bella casa in legno che domina il lago formato dalla diga di Place-Moulin. Si tratta del rascard di Lo Noaillo, della famiglia Cheillon.
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Gli impianti idroelettrici geniali della Società Idroelettrica Piemonte
“Con quella obiettività che mai si deve dipartire da un sereno esame tecnico dobbiamo riconoscere che delle grandi società che hanno ottenuto concessioni idrauliche in Valle d’Aosta, l’unica che sino ad oggi abbia messo allo studio e realizzato un congegno di impianti idroelettrici razionali e veramente geniali è la Società Idroelettrica Piemonte“1 così scriveva nell’immediato dopoguerra2 l’ing. Annibale Torrione. Era uno che se intendeva, nel 1950 scriverà un’opuscolo edito dalla CGIL sullo “sfruttamento idroelettrico delle acque della Valle d’Aosta“3. I grandi impianti idroelettrici avevano due obiettivi: produzione di energia elettrica per far funzionare le fabbriche e dar lavoro agli operai, creare riserve d’acqua per l’irrigazione.
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- Annibale Torrione, Il problema idroelettrico valdostano, pag. 15 – versione digitale disponibile qui[↩]
- testo non datato, si presume del 1946[↩]
- Annibale Torrione, Lo sfruttamento idroelettrico delle acque della Valle d’Aosta – versione digitale disponibile qui[↩]
La diga di Cignana
I lavori di costruzione della diga di Cignana iniziarono nel 1925 e terminarono nel 1928. Il bacino trattiene 16 milioni di metri cubi grazie a due sbarramenti di diversa concezione.
La diga del Gran Paradiso
Il progetto della Società l’Idraulica di Milano prevedeva la costruzione di una grande diga da 180 milioni di metri cubi nel pianoro del Nivolet1 (quasi il doppio della capacità della diga di Bionaz, la più grande della Valle d’Aosta). Continua la lettura di La diga del Gran Paradiso
- Annibale Torrione, Il problema idroelettrico valdostano, Aosta, 1946, pag. 23 – versione digitale disponibile qui. [↩]
Paeonia officinalis
A gentile richiesta di Teresa Kaufmann, la celebre fotografa di Chamonix che di tanto in tanto scavalca le Alpi per immortalare le cose belle della Valle d’Aosta, sono salito sopra Perloz per la fioritura della Paeonia officinalis, la peonia officinale.
L’interdetto ad Antey e Torgnon
Antey e Torgnon paesi di eretici e protestanti.
Il 23 gennaio 1523 il vescovo di Aosta vietò ai fedeli della sua diocesi di ascoltare i predicatori protestanti1.ma ottenni scarsi risultati, soprattutto nella Valtournenche. Continua la lettura di L’interdetto ad Antey e Torgnon
- Joseph-Auguste Duc, Histoire de l’église d’Aoste Tome 5, Imprimerie moderne H. Leibzig, Chatel-Saint-Denis, 1910, pag. 202 – versione digitale disponibile qui: http://cordela.regione.vda.it/pubblicazioni/Libri/Histoire%20de%20l%27Eglise%20d%27Aoste%20–%20Tome%2005/index.html?search=duc%20histoire&p=204&z=1[↩]