Archivi categoria: Le mie escursioni

Il Sifone di Hérin

Sifone di Hérin - Foto di Gian Mario Navillod.
Sifone di Hérin – Foto di Gian Mario Navillod.

La prima parte di questa breve passeggiata porta in meno di 10 minuti al base del sifone, l’enorme tubo in acciaio di 2.80 metri di diametro che collega i due tratti del canale in galleria che da Maen porta alle condotte forzate della Centrale di Covalou. Chi lo desidera, senza farsi spaventare dal primo tratto, breve ma decisamente ripido, può salire lungo il sentiero che porta alla terrazza sud del sifone.

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Il rascard quattrocentesco della diga di Bionaz

Il rascard quattrocentesco di Novailloz (Bionaz) e il lago formato dalla diga di Place-Moulin - foto di Gian Mario Navillod.
Il rascard quattrocentesco di Novailloz (Bionaz) e il lago formato dalla diga di Place-Moulin – foto di Gian Mario Navillod.

Lungo la strada che porta al Rifugio Prarayer tanta gente si ferma ad osservare una bella casa in legno che domina il lago formato dalla diga di Place-Moulin. Si tratta del rascard di Lo Noaillo, della famiglia Cheillon.

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Gli impianti idroelettrici geniali della Società Idroelettrica Piemonte

La cappella e il lago di Cignana dal sentiero per il Col di Fort - Foto di Gian Mario Navillod.
La cappella e il lago e la diga di Cignana dal sentiero per il Col di Fort – Foto di Gian Mario Navillod.

Con quella obiettività che mai si deve dipartire da un sereno esame tecnico dobbiamo riconoscere che delle grandi società che hanno ottenuto concessioni idrauliche in Valle d’Aosta, l’unica che sino ad oggi abbia messo allo studio e realizzato un congegno di impianti idroelettrici razionali e veramente geniali è la Società Idroelettrica Piemonte1 così scriveva nell’immediato dopoguerra2 l’ing. Annibale Torrione. Era uno che se intendeva, nel 1950 scriverà un’opuscolo edito dalla CGIL sullo “sfruttamento idroelettrico delle acque della Valle d’Aosta3. I grandi impianti idroelettrici avevano due obiettivi: produzione di energia elettrica per far funzionare le fabbriche e dar lavoro agli operai, creare riserve d’acqua per l’irrigazione.

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  1. Annibale Torrione, Il problema idroelettrico valdostano, pag. 15 – versione digitale disponibile qui[]
  2. testo non datato, si presume del 1946[]
  3. Annibale Torrione, Lo sfruttamento idroelettrico delle acque della Valle d’Aosta – versione digitale disponibile qui[]

Un brutto tugurio nella Valle del Cervino

Monte Cervino visto dal Ru de Lies/Liex - Foto di Gian Mario Navillod.
Monte Cervino visto dal Ru de Lies/Liex – Foto di Gian Mario Navillod.

Sfogliando il bollettino del CAI pubblicato nel 1872 si scopre che l’offerta alberghiera di Antey è migliorata alquanto in 150 anni: gli hotel con area benessere hanno sostituito i tuguri mentre il Monte Cervino appare ancora in tutta la sua bellezza in fondo alla valle.

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Le scuole di villaggio d’antan

Vista dall'alto del villaggio dei Salassi di La Magdeleine – Foto di Gian Mario Navillod.
Vista dall’alto del villaggio dei Salassi di La Magdeleine – Foto di Gian Mario Navillod.

Circa un secolo fa l’Abbé Trèves chiedeva il mantenimento delle piccole scuole di villaggio per accogliere i giovani dai 4 ai 17 anni portando ad esempio la scuola di Chessan/Cheissan di Emarèse1.

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  1. Dal villaggio di Chessan/Cheissan si raggiunge il capoluogo di Emarèse percorrendo a piedi 1 km con 200 m di dislivello; la chiesa parrocchiale dista a piedi da Chessan/Cheissan  circa 1,5 km.[]

L’Abbé Trèves e le acque

Ru Mezein di Saint-Marcel - foto di Gian Mario Navillod.
Ru Mezein di Saint-Marcel – foto di Gian Mario Navillod.

Scriveva l’Abbé Trèves nel 1916 “La storia dei nostri ru valdostani è ancora, purtroppo! una campo del tutto vergine e inesplorato … Titoli in mano, fornirebbe ai nostri comuni valdostani i mezzi giuridici per difendere i loro sacri diritti inalienabili su tutto questo magnifico patrimonio di acque pubbliche acquistate un tempo dai nostri padri e da loro pagate con bel denaro sonante, che un governo rapace cerca di sottrarci … E insegnerebbe loro a imporre a tutte queste società nuove e straniere, accaparratrici delle nostre acque, il rispetto del diritto di irrigazione così antico e basilare per le nostre terre e la giustizia elementare di lasciare – anch’esse in denaro sonante – una forte canone annuale di risarcimento verso le popolazioni che esse spogliano. La Divina provvidenza, attraverso tante e così magnifiche cascate sparpagliate dalla cima al fondo della valle, utilizzabili per produrre energia elettrica e trasformabili in petrolio bianco, ha dotato la nostra cara patria valdostana di una immensa ricchezza di cui cominciamo un po’ tardi a scoprire l’esistenza e intuirne l’estensione. Perché ci lasceremmo sottrarre impunemente questo patrimonio così preziose senza che ne rimanga nulla o quasi per il progresso morale ed economico del paese? Quando, difeso con energia, potrebbe servirci così bene per dei lavori di viabilità, di rimboschimento, di arginatura e per il finanziamento di un sacco di opere sociali e per il popolo, quali l’istruzione post-scolare, le scuole d’agricoltura, per l’emigrazione, della buona casalinga, di arti e mestieri così richieste dalle necessità del tempo.1

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  1. Treves Joseph, L’ancien rû d’Emarèse, Aoste, 1916, Ed. Marguerettaz, pag, 14 versione digitale disponibile qui: http://cordela.regione.vda.it/pubblicazioni/Libri/L%27ancien%20ru%20d%27%20Emar%c3%a8se%20%20-%20Abb%c3%a9%20Joseph%20Tr%c3%a8ves%20%20-%201916/index.html?p=18&z=1[]