Il lago del Miage

Il lago del Miage nell'estate 2006 - Foto di Gian Mario Navillod.
Il lago del Miage nell’estate 2006 – Foto di Gian Mario Navillod.

Partenza: 1723 m
Arrivo: 2016 m
Quota massima: 2030 m circa
Dislivello in salita: 300 m circa

Andata: 1h20
Ritorno: 1h00
Totale: 2h20

Difficoltà: E
Segnavia: 18A.

Tratti difficili: no
Tratti esposti: sì
Ombra: parziale

pericolo caduta massi: sì

Da vedere: la morena del ghiacciaio del Miage, i colori della Dora di Veny, le Pyramides Calcaires, il ghiacciaio del Miage

Itinerari collegati: il Rifugio Elisabetta, le fortezze delle Pyramides Calcaires.

Come arrivare: Click quiClick qui per vedere le mappe – Click qui e qui per le tracce GPS (.gpx) – VISITE GUIDATE A PARTIRE DA 7 EURO.

Introduzione.

Il lago del Miage nell'estate 2007 - Foto di Gian Mario Navillod.
Il lago del Miage nell’estate 2007 – Foto di Gian Mario Navillod.

Per arrivare al Lago del Miage si deve risalire tutta la Val Veny fino alla sbarra di La Visaille. Si prosegue poi a piedi fino al Lago Combal dove la strada si divide: se si prende a destra in meno di un quarto d’ora si raggiunge il lago periglaciale del Miage, uno specchio d’acqua unico in Valle d’Aosta e rarissimo nelle Alpi, stretto tra il ghiacciaio omonimo e la morena.

L’avvicinamento si svolge su di una strada asfaltata ma chiusa al traffico perciò non vi sono difficoltà di orientamento né ostacoli durante la salita.

Lavori in corso al Bar Combal - novembre 2014 - Foto di Gian Mario Navillod.
Lavori in corso al Bar Combal – novembre 2014 – Foto di Gian Mario Navillod.

Il tratto ripido alle spalle del bar Combal è brevissimo ed è percorso ogni anno, pur con fatica, da centinaia di bambini ed anziani. Scendendo verso le sponde del lago occorre prestare attenzione alla superficie del sentiero che è in diversi punti irregolare.

Le acque del lago del Miage assumono la loro particolare colorazione a causa delle acque di fusione del ghiacciaio di colore grigiastro.

Chi ha ancora voglia di fare quattro passi dopo aver raggiunto le rive del lago può recarsi al Rifugio Elisabetta o salire in cima alla morena del Miage per vedere da vicino il più grande ghiacciaio valdostano.

Descrizione.

Sbarra a La Visaille - Foto di Gian Mario Navillod.
Sbarra a La Visaille – Foto di Gian Mario Navillod.

Dopo aver oltrepassato la sbarra si può scegliere tra il proseguire lungo la strada asfaltata che porta fino ai bordi del lago Combal o percorrere la scorciatoia che parte dal bordo esterno del primo tornante.

Vecchia strada per il Lago Combal - Foto di Gian Mario Navillod.
Vecchia strada militare per il Lago Combal – Foto di Gian Mario Navillod.

Consiglio di percorrere la scorciatoia e di risparmiare così alcuni minuti di cammino iniziando la passeggiata all’ombra fresca di un bel bosco di conifere. Attenzione però a non inciampare sul fondo accidentato del sentiero. Per un breve tratto le tracce si intersecano lasciando il gusto di scegliere la più gradevole, poi tutte confluiscono nella vecchia strada militare e questa sulla strada asfaltata.

Il selciato è tappezzato dagli aghi delle conifere che lo circondano e lo coprono con un fitto tetto. Purtroppo questo piacevole camminare nel bosco dura solo pochi minuti poi si esce da questo ambiente così suggestivo e ci si ritrova sulla strada carrozzabile per il Lago Combal. Ai lati crescono numerosi larici e le poche latifoglie che vegetano a questa quota.

Lago Combal e morena del Miage - Foto di Gian Mario Navillod.
Lago Combal e morena del Miage – Foto di Gian Mario Navillod.

Sulla destra si alza ripida la parte esterna della morena del Miage, oltre questa parete, alta un centinaio metri e formata da enormi massi e sabbie sottilissime, scende il fiume di ghiaccio che parte dalla cima del Monte Bianco a 4810 metri e arriva fino ai 1800 m di quota dove, poco più in alto delle case di La Visaille si scioglie alimentando il torrente del Miage.

Strada sterrata per il Lago Combal - Foto di Gian Mario Navillod.
Strada sterrata per il Lago Combal – Foto di Gian Mario Navillod.

A circa metà dell’itinerario la strada è stata interrotta da una frana cosicché per poche centinaia di metri l’asfalto scompare sotto la pista in terra battuta che sale parallela al torrente. Dall’altra parte della Dora di Veny si alza una impressionante parete di roccia sedimentaria bianca che le acque erodono al piede. Sembra reggersi per miracolo: meglio non in indugiare.

Ponte sul Lago Combal e Pyramides Calcaires - Foto di Gian Mario Navillod.
Ponte sul Lago Combal e Pyramides Calcaires – Foto di Gian Mario Navillod.

Dopo alcuni minuti si ritrova il tracciato originario della strada e lentamente spuntano in fondo alla valle le Pyramides Calcaires. Come dice il nome sono delle formazioni calcaree, che viste dal Lago Combal appaiono piramidali, dentro le quali sono stati scavate delle fortificazioni nella prima metà del 1900. Ai loro piedi si vede il rifugio dedicato a Elisabetta Soldini e, sotto il rifugio, i fabbricati che ospitavano la guarnigione.

Sulla sinistra il torrente si allarga in una pozza nella quale l’acqua ha dei riflessi turchese. Il colore è dovuto alla particolare mescolanza tra le acque di fusione dei ghiacciai che sono lattiginose a causa del limo in sospensione e quelle purissime e trasparenti che escono dalle sorgenti che alimentano il lago. Questo colore, unico in valle, varia durante il giorno e le stagioni. Il momento migliore per apprezzare le sue sfumature e a metà mattina, con il sole alle spalle.

Il lago del Miage, il ghiacciaio e i cordoni morenici nell'estate 2012 - Foto di Gian Mario Navillod.
Il lago del Miage, il ghiacciaio e i cordoni morenici nell’estate 2012 – Foto di Gian Mario Navillod.

Alla fine della leggera salita si raggiunge il ponte sulla Dora di Veny, il torrente emissario del Lago Combal. In fondo alla vallata si vede il colle della Seigne, sulla destra le Pyramides Calcaires e i ghiacciai des Échelettes e della Lex Blanche scintillano sotto il sole. Ancora sulla destra la grande morena del Miage dietro alla quale si nasconde il lago omonimo, distante ancora una ventina di minuti.

Bar Combal e vecchie fortificazioni tra i cordoni morenici del Miage - Foto di Gian Mario Navillod.
Bar Combal e vecchie fortificazioni tra i cordoni morenici del Miage – Foto di Gian Mario Navillod.

Per raggiungerlo non bisogna attraversare il ponte ma tornare indietro per pochi passi e percorrere la strada sterrata che segue la riva del lago sulla destra.

Vecchie fortificazioni al Lago Combal - Foto di Gian Mario Navillod.
Vecchie fortificazioni al Lago Combal – Foto di Gian Mario Navillod.

Sotto di essa vi sono alcuni resti delle fortificazioni costruite nel XVII secolo, ora ridotte a poco più di un mucchio di sassi rossicci. In pochi minuti si arriva al bivio dove si dividono i sentieri per il bivacco Rainetto e il rifugio Gonella. Sulla destra, in fondo alla conca pianeggiante, si vede il grande edificio a capanna del nuovo Bar Combal. Lo si raggiunge e dopo averlo oltrepassato si inizia la salita che porta in cima alla morena della Miage.

Il Bar Combal nel 2006 - Foto di Gian Mario Navillod.
Il Bar Combal nel 2006 – Foto di Gian Mario Navillod.

Nella bella stagione sale lungo il sentiero una fiumana di persone, anziani e bambini compresi. L’inizio del sentiero è stato sistemato a dovere, il tratto che scende verso il lago offre ancora margini di miglioramento.

Bar Combal in costruzione nell'estate del 2012 - Foto di Gian Mario Navillod.
Bar Combal in costruzione nell’estate del 2012 – Foto di Gian Mario Navillod.

La fatica termina in fretta e dalla cresta affilata si vede il lago del Miage. Vuoto. Quando le acque grigiastre battevano contro il fianco del ghiacciaio era uno spettacolo unico per la Valle d’Aosta e rarissimo nelle Alpi. A volte dal ghiacciaio si staccavano piccoli iceberg che cascavano nelle acque tranquille del bacino increspando appena la sua superficie, a volte le masse glaciali erano più grandi e sollevavano onde di piena che potevano essere pericolose. Ora un grosso buco grigio lascia scoperto il fianco del ghiacciaio, in attesa che il lago si riempia di nuovo occorre affrettarsi per osservare questo raro fenomeno.

Un cartello posto a fianco del sentiero, in posizione panoramica, spiega l’origine del lago e alcuni elementi di glaciologia, la scienza che si occupa dello studio dei ghiacciai. Chi lo desidera può scendere fino sul bordo del lago seguendo i numerosi sentieri che solcano la parte interna della morena.

Curiosità.

Lago del Miage, sub-bacino 1 - novembre 2014 - Foto di Gian Mario Navillod.
Lago del Miage, sub-bacino 1 – novembre 2014 – Foto di Gian Mario Navillod.
Lago del Miage, sub-bacino 2 vuoto - novembre 2014 - Foto di Gian Mario Navillod.
Lago del Miage, sub-bacino 2 vuoto – novembre 2014 – Foto di Gian Mario Navillod.

L’altezza del lago periglaciale del Miage è soggetta a fluttuazioni periodiche. A novembre 2014 il ritiro delle acqua ha diviso il lago in tre sub bacini. Solo nel primo, a Nord, vi era ancora  dall’acqua, il secondo, profondo circa 25 metri si presenta completamente asciutto, come il terzo, ancora più profondo e addossato al ghiacciaio.

Nel 1975 il ghiacciaio del Miage copriva una superficie di 1302 ettari ed era il più grande della Valle d’Aosta seguito da quello del Lys di 1183 ettari e da quello del Ruitor di 954 ettari.*

Visita al ghiacciaio del Miage

Lago del Miage, sub-bacino 3 vuoto - novembre 2014 - Foto di Gian Mario Navillod.
Lago del Miage, sub-bacino 3 vuoto – novembre 2014 – Foto di Gian Mario Navillod.

Al ritorno, se il tempo lo consente, consiglio una piccola deviazione verso il ghiacciaio del Miage. Si ritorna sui propri passi fino al bivio dal quale si stacca il sentiero per il rifugio Gonella, poi, seguendo i bollini gialli della sentieristica regionale (segnavia 15) si sale la parte esterna dalla morena in direzione della roccia del gatto fino a raggiungerne il filo, oltre il quale scorre lentamente il fiume di ghiaccio che scende dal Monte Bianco.

I cambiamenti climatici hanno fatto sì che la massa di ghiaccio scintillante sia nascosta da una coltre di detriti che cadono dai fianchi delle montagne e vengono trasportati a valle dai movimenti glaciali. Tra i grandi massi e le sabbie fini si aprono talvolta profondi crepacci, segno che il ghiacciaio ancora vitale.

Volgendosi verso il lago Combal si vedono distintamente, mimetizzate tra le creste dei vecchi cordoni morenici, le fortificazioni costruite nel XVII secolo e quelle edificate nel XX secolo, a ridosso della seconda guerra mondiale. Con un po’ di fortuna e possibile incontrare sulla morena un branco di stambecchi che si lasciano avvicinare senza timore, abituati come sono alla transito pacifico degli alpinisti.

Bibliografia.

* Augusta Vittoria Cerutti, Le pays de la Doire et son Peuple, Musumeci Editeur, Quart 1995 ISBN 88-7032-746-9-[776], pag.74

Massimo Martini e Luca Zavatta, Rifugi e Bivacchi della Valle d’Aosta, Editrek e L’Escursionista Editore, Saint-Vincent, 2012, ISBN 978-88-904-096-6-0, pag. 114

Luca Zavatta, Le Valli del Monte Bianco, Rimini 2004, pag. 23

Dario Gariglio e Mauro Minola, Le fortezze delle Alpi occidentali, ed. l’Arciere, 1994

TESTO DEL 5.12.2006
ULTIMO AGGIORNAMENTO 6.11.2014