Riccarda Lettry racconta

Buonasera Riccarda Lettry, lei è stata una delle ultime persone a fotografare il cumulo di scarti della lavorazione delle pentole di pietra ollare della Valmeriana che si trovava tra il Grand Fourneau e il torrente Molinaz.

Con amici che amano l’archeologia, abbiamo girato diverse zone poiché interessati all’utilizzo della pietra sia in senso materiale, sia come utilizzo magico, religioso. Girando con fogli per appunti e macchina fotografica siamo andati alla scoperta della Valmeriana e da lì è partita una ricerca su questo sito, raccogliendo man mano notizie. Cercando direttamente sul luogo, infatti abbiamo trovato il cumulo di scarti e lo abbiamo documentato fotograficamente, segnando anche la data e il giorno della foto. Ricerca durata circa due anni, tra sopralluoghi vari che poi è sfociata nella presentazione della pubblicazione del libro Dalla Venere alla maschera. Il cumulo degli scarti ovvero i tenoni dimostra l’esistenza di questa cava, era abbondante, purtroppo siamo venuti a conoscenza che già l’anno dopo era sparito. Resta la nostra documentazione fotografica che potete vedere sul libro con relativa data del ritrovamento del cumulo((Mirko Cianci, Guido Cossard, Pierino Daudry, Franco Mezzena, Dalla Venere alla maschera: aspetti di cultura arcaica in Valle d’Aosta, ed. Cervino Châtillon, 1995, pag. 45-48)).

Nel 2006 sulla Rivista del CAI è stato pubblicato un articolo di Enrico Lana, Renato Sella, Sergio Tosone, sulle grotte della Valmeriana((Enrico Lana, Renato Sella, Sergio Tosone, Le Ruote dell’Alpe Valmeriana, Rivista mensile del CAI (2006) – Annata 127 – Fascicolo 5, pag. 75)). Nei sopralluoghi è stata coinvolta la sezione CAI di Chatillon?

In seguito abbiamo conosciuto gli speleologi Enrico Lana e Sergio Tosone dialogando con loro sulla Valmeriana abbiamo deciso di fare ulteriori sopralluoghi con loro scoprendo le grotte. Il sito diventava sempre più interessante. Poiché io ero iscritta al CAI di Châtillon decidemmo di proporre un’escursione culturale. Fu fatta anche una presentazione prima della gita che coinvolgeva anche l’astronomo Guido Cossard, il Dottor Franco Mezzena [della Sovrintendenza di Aosta NdR], gli speleologi, il CAI di Châtillon e gli amministratori di Pontey. Parlammo anche di come organizzare il percorso e delle iscrizioni alla gita. Quindi in collaborazione con iscritti al CAI di Pontey organizzammo anche una polentata all’Alpe Valmeriana, portando il materiale con un furgone di quelli scoperti. Alla gita avevamo 90 iscritti, quindi si decise di suddividere in gruppi da dieci gli iscritti con relativo accompagnatore per ogni gruppo. Sul volantino del CAI era specificato il tipo di gita e tutte le informazioni utili: ora del ritrovo, piantina del percorso, l’attrezzatura necessaria. Il giorno della gita venne anche fatta una foto con tutto il gruppo. Credo conservata presso la sede del CAI di Châtillon.

Prima della realizzazione dell’itinerario Tour delle Macine il sito della Valmeriana è stato uno dei segreti meglio custoditi della Valle d’Aosta fino a che la sezione CAI di Chatillon in collaborazione con il Comune di Pontey organizzò la visita guidata che ci ha raccontato. Chi ha partecipato alla manifestazione e come è stata organizzata?

Le persone che avevano partecipato erano di diverse età, anche ragazzi giovani. Per riconoscere il percorso i soci del CAI lo avevano segnalato con delle strisce colorate che venivano postate in terra o fissate agli alberi. Vi erano anche bandierine e segni. Ovviamente la perlustrazione e la segnalazione vennero fatte dopo la serata e molto prima della gita CAI. Insomma una collaborazione tra due comuni, Châtillon e Pontey, gli speleologi del CAI, i soci CAI Egidio Grange, Giovanni e Saverio Bois, Palmira Orsières, Ivo Rivera ed altri. Alla gita non c’erano Mezzena e Cossard poiché avevano altri impegni. Per portare il materiale avevamo ottenuto un regolare permesso del Comune di Pontey per accedere alla ponderale con i mezzi.