Ru Pompillard 1

Tratto abbandonato del Ru Pompillard scavato nella roccia - Foto di Gian Mario Navillod.
Tratto abbandonato del Ru Pompillard scavato nella roccia – Foto di Gian Mario Navillod.

Questa piacevole passeggiata accompagna il Ru Pompillard dall’opera di presa all’entrata della prima galleria. È un itinerario consigliato a tutti che si svolge in massima parte sulla strada di servizio, ormai coperta d’erba, che copre le condotte del ru.

Purtroppo i lavori di sistemazione di questa importante opera idraulica, costruita nel 1409 per portare le acque del Buthier da Valpelline ai pendii assolati ed aridi dei comuni di Quart, Saint-Christophe e Roisan, hanno quasi completamente cancellato le tracce dei lavori medievali. Rimangono di quel lontano passato solo i tratti scalpellati nella viva roccia che si trovano alla fine di questo itinerario, accessibili solo se in possesso di tecniche ad attrezzatura alpinistica. Peccato perché con una spesa modesta si potrebbe attrezzare una via ferrata emozionante e di grande valore storico.

Sotto il tracciato del canale sono ancora visibili i ruderi della vecchia fonderia di Valpelline che meritano anch’essi una piccola deviazione. Attenzione: l’entrata in galleria del Ru Pompillard è esposta a scariche di sassi e crolli. Chi si avvicina lo fa rischio della propria incolumità.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Aosta Est seguire le indicazione per il traforo del Gran San Bernardo e alla fine del raccordo girare a destra per Valpelline. Attraversare l’abitato e prendere a destra seguendo le indicazioni per l’area sport tradizionali e lasciare l’auto nel parcheggio che si trova sulla sinistra.
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Lunghezza itinerario: 2 km circa
Quota partenza: 948 m
Quota arrivo: 900 m circa
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Dislivello 50 m circa
In bici: si può fare.
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Opera di manovra del Ru Pompillard - Foto di Gian Mario Navillod.
Opera di manovra del Ru Pompillard – Foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

Dopo aver parcheggiato l’auto si attraversa il torrente Buthier sul ponte che porta all’area sportiva poi si scende lungo il corso d’acqua sui prati perfettamente rasati fino a raggiungere le opere di presa del Ru Pompillard.

Sono composte nell’ordine da una griglia in ferro posata sul fondo del torrente che raccoglie l’acqua, dal bacino di regolazione della portata e dal dissabbiatore, questi ultimi due coperti da una griglia metallica.

Pista di servizio del Ru Pompillard coperta da erbe ed arbusti - Foto di Gian Mario Navillod.
Pista di servizio del Ru Pompillard coperta da erbe ed arbusti – Foto di Gian Mario Navillod.

Si prosegue verso il fondovalle seguendo il corso del canale completamente intubato. Ad intervalli regolari i pozzetti di ispezione fanno capolino tra l’erba che ha ricoperto la pista di servizio.

Ruderi della fonderia di rame di Valpelline sotto il Ru Pompillard - Foto di Gian Mario Navillod.
Ruderi della fonderia di rame di Valpelline sotto il Ru Pompillard – Foto di Gian Mario Navillod.

Gli alberi cresciuti ai lati formano a tratti dei tunnel freschi ed ombrosi, l’acqua del torrente scroscia poco più in basso. Tra la vegetazione rigogliosa spuntano pezzi di mura slabbrate e un grande serbatoio in cemento: sono quanto rimane della vecchia fonderia di Valpelline(1)che nel 1868 funzionava così: https://books.google.it/books?id=4e4PXTB27FYC&pg=PA12

La prima galleria del Ru Pompillard nella stagione invernale - Foto di Gian Mario Navillod.
La prima galleria del Ru Pompillard nella stagione invernale – Foto di Gian Mario Navillod.

Sulla destra si stacca il sentiero che scende verso la strada regionale, la strada sterrata piano piano si restringe fino a diventare un viottolo che si ferma davanti all’entrata del primo tunnel nel quale le acque del canale, finalmente libere dalla costrizione dei tubi, prendono un po’ d’aria prima di tuffarsi nella pancia della montagna.

In attesa della messa in sicurezza della parte storica è consigliato non procedere oltre questo tratto se non si è dotati di esperienza ed attrezzatura alpinistica.

Itinerario alpinistico del Ru Pompillard

Si prosegue lungo il sentiero di servizio al ru. Dopo la prima passerella in legno è stato fissato alla roccia un cavo di acciaio che permette di oltrepassare alcuni stretti gradini scavati nella roccia.

Si sale la scala in ferro ancorata alla roccia poi si percorre una passerella priva anch’essa di parapetto lunga una decina di passi.

Tratto abbandonato del Ru Pompillard scavato nella roccia - Foto di Gian Mario Navillod.
Tratto abbandonato del Ru Pompillard scavato nella roccia – Foto di Gian Mario Navillod.

Si percorre il vecchio alveo del ru fino ad incontrare il primo tratto scavato nella roccia, da questo punto in avanti si susseguono, quasi in un museo a cielo aperto, i diversi tipi di argine impiegati per contenere l’acqua: il semplice terrapieno, le lastre di pietra posate di taglio, i muri i pietra, quelli in cemento diritti, quelli in cemento con la faccia esterna inclinata, i tratti scavati nella roccia e i tratti in cui l’acqua scorreva in canali di legno.

All’entrata dell’ultima galleria una grande muro in cemento armato taglia in due il vecchio tracciato del Ru Pompillard. Per proseguire la visita del tracciato storico occorre ritornare sui propri passi ed accedere al secondo tratto del ru della strada sterrata che inizia a valle del parafrane di Valpelline.

Secondo accesso

Riprendere l’auto e subito dopo la galleria parafrane di Valpelline parcheggiare bordo della sterrata che scende verso il torrente. Proseguire verso valle per un centinaio di metri poi girare a sinistra e prendere la ripida pista che in pochi minuti porta al Ru Pompillard.

Al bivio, su un pannello informativo, campeggia una foto dell’allora assessore regionale Flaviano Arbaney che in giacca e cravatta procede ad un sopralluogo lungo il tracciato storico. Cappello in testa e strumento in mano, nato nel 1888, l’anno della nevicata eccezionale, testimone di due guerre mondiali, chissà cosa penserebbe della prudenza con la quale i suoi pronipoti si avvicinano alla montagna.

Galleria del Ru Pompillard nella stagione invernale - Foto di Gian Mario Navillod.
Galleria del Ru Pompillard nella stagione invernale – Foto di Gian Mario Navillod.

Prendendo a destra dopo alcune centinaia di metri si raggiunge l’alta cancellata metallica che impedisce il transito per il pericolo di caduta massi.

Risalendo il corso del ru a duecento metri del bivio la pista si restringe e si trasforma in un sentiero. Si cammina per pochi minuti sulla copertura in cemento del ru e ci si ferma all’inizio della galleria che nella bella stagione è percorsa dalla acque. La parete sovrastante è stata completamente ricoperta di reti metalliche per evitare il distacco di grandi massi. Per quelli più piccoli si continua a fare affidamento alla dea Fortuna, come ai tempi dell’assessore Arbaney. Un breve tratto di sentiero esposto prosegue fino all’alveo abbandonato del ru, scavato nella roccia.

Curiosità

L’8 dicembre 1409 venne autorizzata la costruzione di un canale irriguo sopra il Ru Prévot si trattava del quarto Ru che sfruttava le acque del Torrente Buthier, quello posto più in alto, nel dialetto locale “il ru più alto” suona come “lo pi at ru”.

Dal XVII secolo la parte finale del ru in comune di Quart non venne più utilizzata. Nel 1956 il ru fu nuovamente prolungato fino al torrente di Quart.

Il Consiglio Regionale della Valle d’Aosta nella seduta del 9 novembre 1950 (Verbale disponibile a questo indirizzo) concesse un contributo per l’ampliamento e il prolungamento del Ru Pompillard che irrigava allora circa 200 ettari nei comuni di Roisan, Aosta e Saint-Christophe.

Nel verbale viene riportato che il primo atto di riconoscimento del Ru Pompillard portava la data del 20 maggio 1527 e che a causa delle perdite lungo il canale la portata che alla presa era di 400 litri al secondo si riduceva a 150 al confine tra Roisan ed Aosta.

Oltre al rifacimento delle opere di presa ed all’impermeabilizzazione del tracciato si proponeva lo scavo di 417 metri di galleria per superare i contrafforti rocciosi (costo preventivato 52 milioni di lire) ed il prolungamento del canale fino a Quart (costo preventivato circa 20 milioni di lire).

Nel libro di Giovanni Vauterin(2)Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 80. si trova il riferimento ad un documento  datato 5 maggio 1320 che concede “quator aquaricia magni rivi a Pompullart“. È dunque possibile che il Piàru, chiamto anche Ru Pompillard, Pontpillard, Pontpillar o Ponpullart, fosse già in funzione agli inizi del 1300.

Bibliografia:

Ezio-Emeric Gerbore Les rus de la Vallé d’Aoste au Moyen Age, Annales valaisannes: bulletin trimestriel de la Société d’histoire du Valais romand, 1995, p. 241-262, copia digitale disponibile a questo indirizzo: http://doc.rero.ch/lm.php?url=1000,43,19,1/I-N177-1995-020.pdf
Claudio Filipponi Les canaux d’irrigation alpins, (mémoire), Institut de Géographie Université de Lausanne, Session octobre 2003, copia digitale disponibile a questo indirizzo: http://www.filipponi.info/sito/memoire/Memoire.pdf

Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 80

Ru Pompillard 2

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Post del 24.10.2020 ultimo aggiornamento 9.09.2021

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