E se nel turismo cambiassimo marcia?

Un dipendente di un’importante SpA che a detta dei colleghi non brilla per capacità professionali ma è dotato di uno spiccato senso dell’umorismo mi ha spiegato un giorno di possedere solo due marce: avanti piano e fermo.

Duomo di San Donnino a Fidenza, particolare del corteo di Carlo Magno: il personaggio virile che ricorda il logo della Via Francigena – Foto di Gian Mario Navillod.
Duomo di San Donnino a Fidenza, particolare del corteo di Carlo Magno: il personaggio virile che ricorda il logo della Via Francigena – Foto di Gian Mario Navillod.

L’editoriale di Stefano Spinetti mi fa sospettare che anche il comparto del turismo in Italia abbia utilizzato le stesse marce negli ultimi quarant’anni.

Che sia ora di cambiare marcia?

L’anno scorso, i viaggiatori che hanno fatto una vacanza all’estero hanno superato per la prima volta il miliardo. E noi, che nel 1970 eravamo la prima destinazione del pianeta e oggi stiamo malinconicamente al quinto posto dietro Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina (se tutto va bene…)

Stefano Spinetti, editoriale in Ambiente InFormazione, Periodico dell’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche Anno 15 – n° 2 – giugno 2013 – Versione digitale disponibile a questo indirizzo: http://www.aigae.org/ambienteinforma/archivio/aigae_ambiente_informazione_giu_2013.pdf

Conseguenze curiose della regionalizzazione del turismo.

La scelta di lasciare legiferare le singole regioni in materia di turismo ha prodotto curiose conseguenze.

Un turista straniero che desideri essere accompagnato sulla Via Francigena dal Colle del Gran San Bernardo al Passo della Cisa dovrebbe rivolgersi secondo le normative regionali:

in Valle d’Aosta ad una Guida Escursionistica Naturalistica;
in Piemonte ad una Guida Escursionistica Ambientale;
in Lombardia ad un Accompagnatore di Media Montagna;
in Emilia-Romagna ad una Guida Ambientale Escursionistica.

Per evitare tutte queste complicazioni diversi gruppi di pellegrini si affidano a guide straniere. Non risultano vittime. Solo qualche posto di lavoro in meno per i giovani italiani.

Post del 9/04/2014
Ultimo aggiornamento 6/06/2018