Nascosto nei boschi di Saint-Marcel, a soli cinque chilometri dalla strada statale, scorre uno dei più bei ru della Valle d’Aosta, il Ru de Jayer.
Ancora in alveo naturale, senza sponde in cemento e con pochissimi tratti intubati, il ru si è conservato come lo hanno costruito i nostri avi, scavato nella terra con pala e piccone.
La passeggiata sul tratto più bello del Ru de Jayer dura quasi un’oretta a passo CAI, sono poco meno di tre chilometri tra andata e ritorno. Per annusare i profumi del bosco, osservare la vegetazione e ascoltare il chiacchiericcio dell’acqua meglio usarne almeno due ore.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Nus seguire le indicazioni per Aosta fino alla rotonda di Saint-Marcel. Prendere la seconda uscita e proseguire verso il centro e poi verso il Santuario di Plut. Dopo il villaggio di Jayer lasciare l’auto a bordo strada una cinquantina di metri dopo il secondo tornante.
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Lunghezza: 1.4 km
Quota partenza: 700 m
Quota arrivo: 760 circa
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Dislivello 60 m circa
In bici: meglio di no.
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Descrizione
Si torna indietro lungo la strada e poco prima del tornante si scende sulla sinistra lungo il sentiero per porta sull’argine del Ru de Jayer. Nell’ombra serena delle latifoglie, tra alcuni grandi castagni, l’acqua del ru scorre placida tra gli argini scavati nella terra umida.
Un breve tratto intubato passa ai piedi di grandi massi coperti di muschio poi la pendenza aumenta di quel tanto che basta a rendere il viaggio dell’acqua più allegro, piccole cascatelle si alternano a tratti più tranquilli.
Di tanto in tanto il ru si incunea sotto delle pietre che sono state lasciate in terra, altre sono state lavorate con grande fatica fino a formare alti muri di sostegno dove un tempo si coltivavano i cereali ed ora sono stati riconquistati dal bosco.
All’incrocio con la strada Cavour è possibile sedersi su di una panchina d’artista opera di Maurizio Agostinetto.
Lungo in ru si incontrano ancora le paratoie in legno utilizzate per la distribuzione delle acqua, alcune in ottime condizioni altre che hanno fatto il loro tempo.
Nelle curve del ru, dove la velocità dell’acqua tende ad erodere la parte esterna, sono state inserite piccole lastre di pietra per proteggere l’argine.
Nelle parti più ombrose prosperano muschi e felci, tra le foglie morte crescono i funghi. All’uscita del bosco si sente il fragore del torrente di Saint-Marcel, il Ru de Jayer attraversa il possente argine in una conduttura sotterranea e raggiunge l’opera di presa dove inizia il suo viaggio.
Curiosità
L’éterpa, è il nome dilettale dell’attrezzo usato per la manutenzione dei ru. È il frutto di uno strano incrocio tra un’accetta e una zappa; la prima serve a tagliare la zolla cresciuta sull’argine che con il tempo chiuderebbe il passaggio dell’acqua, con la seconda si raccoglie la zolla e la si posa sull’argine del ru dove è necessario un rinforzo.