Un’interessante ricetta per vincere le elezioni suggerita da Gustave Le Bon nel 1895. Sembrerebbe che nell’America di Trump abbia funzionato a meraviglia.“L’électeur tient à ce qu’on flatte ses convoitises et ses vanités ; il faut l’accabler des plus extravagantes flagorneries, ne pas hésiter à lui faire les plus fantastiques promesses. S’il est ouvrier, on ne saurait trop injurier et flétrir ses patrons. Quant au candidat adverse, il faut tâcher de l’écraser en etablissant par affirmation, répétition et contagion qu’il est le dernier des gredins, et que personne n’ignore qu’il a commis plusieurs crimes. Inutile, bien entendu, de chercher aucun semblent de preuve. Si l’adversaire connaît mal la psychologie des foules, il essaiera de se justifier per des arguments, au lieu de se borner à répondre aux affirmations par d’autres affirmations; et il n’aura dès lors aucune chance de triompher”.
“L’elettore desidera che vengano vellicate le sue brame e le sue vanità; bisogna blandirlo con l’adulazione più esagerata, non esitare a fargli le promesse più fantastiche. Se è un operaio non si ingiurieranno e non si infangheranno mai a sufficienza i suoi padroni. Quanto all’avversario politico, si deve cercare di schiacciarlo stabilendo con affermazione ripetizione e contagio che è il peggior mascalzone e che tutti sanno che ha commesso diversi crimini. Inutile, beninteso, cercare qualche straccio di prova. Se l’avversario conosce male la psicologia delle folle, cercherà di giustificarsi con degli argomenti, invece di limitarsi a rispondere alle affermazioni con altre affermazioni; e da quel momento non avrà nessuna possibilità di vincere“.
Tratto da: Gustave Le Bon, Psychologie des foules, Ancienne Librairie Germer, Paris 1895, pag. 162. Traduzione italiana di Gian Mario Navillod.