I carnevali alpini in Valle d’Aosta.
Anche nel libro che Alexis Bétemps ha dedicato ai carnevali alpini nel 2018 si trovano qua e là tracce di quell’umorismo sornione che mi fa pensare alla satira graffiante del’Abbé Gorret temperata dalla proverbiale buona educazione dei nativi della Valgrisenche1.
Ne riporto un brano tradotto in italiano per gli estimatori italofoni di Alexis Bétemps.
“Le forze dell’ordine sono regolarmente allertate e la loro presenza è sempre discreta e collaborativa. Anche le autorità regionali sostengono le bènde. Quanto allo Stato, in teoria non se ne occupa per nulla. Cosa che non del tutto negativa. Tuttavia di recente a causa delle leggi sulla sicurezza e per la paura degli attentati, gli organizzatori devono attenersi a tutta una serie di disposizioni comunali: strade chiuse al traffico automobilistico, presenza dei pompieri volontari e della polizia locale, ecc.”
Libera traduzione di Gian Mario Navillod, tratto da:
“Les forces de l’ordre sont régulièrement alertées et leur présence est toujours discrète et collaboratrice. Les autorités regionales aussi soutiennent les bènde. Quant à l’État, en principe, il ne s’y intéresse guère. Ce qui n’est pas plus mal… Cependant, tout dernierement, à cause des lois sur la sécurité et de la peur d’attentats, les organisateurs doivent se conformere à toute une série de disposition communales: routes fermées au traffic automobile, présence des pompiers volontaires et de la police locale, etc.”
Alexis Bétemps, Les carnavals alpins en Vallée d’Aoste, Le Château edizioni, Aoste 2018 – ISBN 978-887637-2016-2, pag. 41.
Come non pensare a quel sindaco che preso atto delle nuove norme statali sulla pubblica sicurezza e la prevenzione degli attentati commentò “Ma allora dovremmo proibire i funerali!“