Il Ru de Serve derivava le acque del Torrente Grauson e attraversando boschi e pascoli le portava nei pressi dell’alpeggio di Serve. Gli escursionisti esperti possono seguire il vecchio alveo dalle case di Pianos alla presa facendosi largo tra la vegetazione che nasconde gli argini per lunghi tratti, La parte finale attraversa una parete di roccia ed è al momento impercorribile.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Aosta Ovest seguire le indicazioni per Cogne. Alla rotonda all’entrata del paese prendere la seconda uscita per Gimillan, alla rotonda successiva la terza uscita e proseguire a raggiungere il villaggio di Gimillan. Risalire a fianco del torrente e lasciare l’auto nel parcheggio sopra il villaggio.
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Solo andata: 1h10
Lunghezza itinerario: 3.5 km
Quota partenza: 1800 m circa
Quota arrivo: 2000 m circa
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Dislivello 200 m circa
In bici: sconsigliato.
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Descrizione
Si attraversa il torrente di Gimillan e poi si sale sulla sinistra, prima su di un pezzo di sterrata e poi sul sentiero 3D che porta agli alpeggi di Pianos. Si attraversa il Ru de Tarabouc su di un ponticello in legno e dopo essere passati sotto i cavi dell’elettrodotto del Superphénix si arriva all’alveo abbandonato del Ru de Serve.
Girando a sinistra ci si dirige verso una fascia rocciosa che diventa sempre più ripida, dopo un centinaio di metri il ru entra in una breve galleria impraticabile agli escursionisti e torna a cielo aperto sull’altro lato della rupe.
Girando a sinistra si percorre l’alveo del ru in direzione dell’opera di presa. Si passa a monte di tre alpeggi dove è evidente la differenza tra la porzione a valle che è irrigata ed è di un colore verde brillante e quella a monte che aspetta la pioggia del buon dio ed è gialla di erbe secche poi si entra in una macchia di conifere che tappezza la grande pietraia sterile che scende verso il fondo del vallone del Grauson.
Sull’altro versante si vedono i fabbricati minerari di Larsinaz che vennero sfruttati tra il 1850 il 1930 per l’estrazione della magnetite. Poche decine di metri più in basso, scorre il Ru de Tarabouc i cui rami in alcuni punti scorrono a pochi metri l’uno dall’altro.
Il Ru de Serve gira intorno a Truc Cretetta, un piccola cresta boscata alta esattamente duemila metri. Il clima si fa più umido, i pini lasciano il posto a larici ed abeti. Si attraversa una breve fascia di pascoli poi il ru prosegue ai piedi delle pareti rocciose che chiudono il vallone.
Nei tratti più ripidi il ru scorreva in un piccolo canale di ferro di sezione semicircolare che il tempo e la caduta di neve e ghiaccio hanno deformato.
Ve ne sono altri ancora in alveo naturale, perfettamente conservati: a monte il ru scorreva sulla roccia mentre l’argine a valle era costituito da pietre e zolle di terra. Dove il ru attraversa gli affluenti del torrente Grauson frane, valanghe ed alluvioni ne hanno cancellato ogni traccia, fortunatamente sono solo brevi interruzioni, prima e dopo il ru è ancora in buone condizioni.
Si attraversa il sentiero che sale al Grauson sulla destra orografica poi si incontrano le vecchie paratoie di manovra del ru: una manovella di ferro le faceva scorrere sul di una barra filettata ormai bloccata dalla ruggine, chissà che un restauro rispettoso riesca a farle ancora funzionare.
Quanto rimane dell’opera di presa è in calcestruzzo, ai piedi della bellissima cascata del torrente Grauson, le pozze di acqua freschissima del torrente invitano a togliere gli scarponi e i grandi sassi lisciati dall’acqua sono il posto ideale per consumare uno spuntino.
Il Ru de Tarabouc
Sempre lungo il torrente Grauson, alcune centinaia di metri più a valle si trova quando rimane della presa del Ru de Tarabouc: un muro in cemento e massi danneggiato dalla piena, una saracinesca di ferro sepolta a metà dai detriti, la parte iniziale di un tubo di plastica.
Il Ru de Tarabouc scorre parallelo al Ru de Serve, qualche decina di metri più in basso. All’interno del Vallone del Grauson attraversa alcuni tratti che sono impegnativi e pericolosi. L’acqua passava nella fenditura di un masso che i guardiani delle acque dovevano scavalcare, più avanti si cammina su di un tubo in ferro mangiato dalla ruggine che un filo di ferro trattiene in cima alla scarpata.
Nella macchia di pini silvestri e pini uncinati il ru si divide in due rami paralleli che scorrono a pochi metri l’uno dall’altro. Il ramo superiore passa dietro l’Alpe Reventi, sotto gli alpeggi di Pianos poi attraversa la scarpata ai piedi della parete rocciosa a monte di Gimillan e termina il suo viaggio nei pressi del torrente omonimo.
I tratti esposti e la vegetazione che ne ha colonizzato gli argini sconsigliano l’escursione lungo il Ru de Tarabouc. Dell’opera di presa non è rimasto nulla di interessante e i panorami e la flora sono molto simili a quelli del Ru de Serve.
Curiosità
Si racconta che a metà del 1800 gli abitanti di Cogne ed il Becquet di Tarabouc si presero gioco di un giudice istruttore. In questo post la versione dell’abbé Henry.