
Perché in Valle d’Aosta i piccoli canali irrigui abbandonati sono chiamati ru dou pan perdu, in italiano ru del pan perdu o, in francese ru du pain perdu?
Forse perché quando sono stati costruiti occorreva fornire anche il vitto agli operai: molto pane, poco companatico, un po’ di vino e dell’acqua. Oppure perché queste rogge servivano a trasformare i campi di cereali, usati soprattutto per la panificazione, in prati irrigui per l’alimentazione di mucche e buoi e la produzione di carne e latticini, questi ultimi venduti a caro prezzo nel Basso Medioevo.

Nel 1881 il canonico Bérard1 scrisse che ru del Pan Perdu di Châtillon sarebbe stato costruito agli inizi del 1200. Sarei molto stupito se questa datazione venisse confermata dalla analisi dendrocronologiche.

Anche Carlo Ratti2 nella sua Guida Illustrata della Valle d’Aosta ritiene sia stato edificato nel XIII secolo mentre situa, a mio parere più correttamente, al XV secolo il periodo di costruzione del Ru del Pan Perdu di Antey.

Di un canale abbandonato che partiva da un luogo detto Pan Perduto scrive Carlo Amoretti nel 18143.

Nel 1676 Girolamo Brusoni scrive “In picciola distanza da questo luogo su quella via donde potevano avanzarsi gli Spagnuoli stava situata una profonda fossa cavata già da’ Francesi sin d’allora, che signoreggiavano in Lombardia per isvolgere il corso del Ticino ad altra parte. Ma essendo riuscita inutile, e vana somigliante fatica, come riescono sempre tutte quelle intraprese, che tentano di sforzare le leggi della Natura, venne da’ Paesani chiamata col nome di Pan Perduto, che oggidì ancora vi si conserva, e dura.“4

Nel Perfettissimo Dittionario Italiano et Francese di Nathanael Duez, ed. Milochi, Venezia, 1662, si legge: “pan perduto, du pain perdu, di cosa usata male, non vale il pane che mangia, di un uomo inutile.“5

Nel 1595 sono pubblicati a Lione da Daniel Bellon i discorsi del Signor François de la Noue nei quali si legge: “Ora, come questa mercede non sarebbe loro data per ingrassare in casa: (poiché sarebbe, come si dice, pane perso)[pain perdu nell’originale NdT]”6.
- Edouard Bérard, Antiquités romaines et du Moyen-Age, in Atti della società di archeologia, vol III, Stamperia Reale di Torino, 1880, pag. 133 – Versione digitale disponibile qui[↩]
- pag. 136 – Versione digitale disponibile qui[↩]
- Carlo Amoretti, Viaggio da Milano ai tre laghi, Tipografia Giovanni Silvestrini, Milano 1814, pag. 7 – Versione digitale disponibile qui[↩]
- Girolamo Brusoni, Historia d’Italia, Venezia, 1676, pag. 129 – Versione digitale disponibile qui[↩]
- Perfettissimo Dittionario Italiano et Francese di Nathanael Duez, ed. Milochi, Venezia, 1662, pag. 176 – versione digitale disponibile qui[↩]
- François de la Noue, Discours, Ed. Daniel Bellon, Lyon, 1595, pag. 398 – versione digitale disponibile qui[↩]