L’Abbé Gorret: un ciaspolatore ante-litteram.
La prosa del sacerdote e alpinista Amato Gorret è talmente gustosa che non riesco a trattenermi dal ricopiare brutalmente alcuni passi dell’articolo datato 6 marzo 1874, pubblicato sul Courrier de la Vallée D’Aoste e riportato su Abbé Amé Gorret, Autobiographie et écrits divers, Administration Communale de Valtournenche, Turin 1987, pagg. 254 e 255.
“… je rappelai à ma mémoire les quelques notions de géométrie dont on m’avait bourée dans ma feue jeunesse et j’arrivai à conclure … que la ligne droite est la ligne la plus courte d’un point à un autre … Le 29 fut employé à la contruction des raquettes ou cercles ficelés pour les pieds; … Le 30 janvier à huit heures du matin nous partions de Champorcher … La montée de l’Echeletta nous présenta quelques difficultés et nous fûmes obligés de tailler des marches dans la glace vive … près des maisons de Verdettes … nous ajustions les raquettes à nos pieds. Depuis la Laytonère jusqu’au chaletes de Dondenna, nous pûmes suivre la route royale … Le lac Miserin est tout couvert d’une epaisse couche de glace … La dernière montée jusqu’au col fut pénible … nous enfoncions jusqu’a mi-cuisse, ce qui est assez fatigant. Nous arrivâmes sur le col à un heure après midi. La descente jusqu’aux chelets de Peratza se fit fort bien, nous n’enfoncions que jusqu’aux genoux … le plan de la Manda surtout nous fatigua beaucoup; nous enfoncions trop. Depuis le Chavanis jusqu’au Goilles, le terrain était dégelé … Nous ne rattrâppames le froid et les chemins en glace que depuis là jusqu’à Cogne où nous entrâmes à nuit tombante.”
Per chi non è a suo agio con la lingua di Molière ho provveduto a tradurre il brano nella lingua di Dante.
“richiamai dalla memoria alcune nozioni di geometria delle quali mi avevano riempito nella mia fu gioventù e arrivai a concludere … che la linea dritta è la linea più corta da un punto all’altro … Il 29 fu impiegato per la costruzione delle racchette o cerchi legati per i piedi … Il 30 gennaio alle otto del mattino partimmo da Champorcher … La salita dell’Echeletta presentò qualche difficoltà e fummo costretti a tagliare dei gradini nel ghiaccio vivo … nei pressi delle case di Verdettes … indossammo le racchette. Dalla Laytonère fino agli alpeggio di Dondenna, potemmo seguire la strada reale … Il lago Miserin è interamente coperto da una spessa coltre di ghiaccio … L’ultima salita fino al colle fu penosa … sprofondavamo fino a metà coscia, il che è assai faticoso. Arrivammo al colle all’una del pomeriggio. La discesa fino agli alpeggi di Peratza fu agevole, sprofondavamo solo fino alle ginocchia … soprattutto il pianoro della Manda ci affaticò molto, sprofondavamo troppo. Da Chavanis fino alle Goilles il terreno era sgelato … Riprendemmo il freddo e le strade ghiacciate da lì fino a Cogne ove entrammo al tramonto.”