Il crollo del Ponte Romano di Saint-Vincent raccontato da Giuseppe Francesco Baruffi, docente universitario e deputato del Regno, nato nel 1801.
Aosta luglio 1839
Ma qui quale non fu il mio disappunto , quando un po’ prima di giungere a St-Vincent, sceso dalla carrozza per meglio osservarne il famoso ponte romano, non ne vidi più che i due piccoli archi laterali, ed osservai con grande sorpresa l’arco maggiore caduto, e giacente al suolo tuttora intiero come un leone sbranato! Questo arco magnifico e solidissimo cadde pochi giorni sono (nello scorso giugno 1839) dopo 18 secoli, e per una rea negligenza, giacchè ho udito a dire che chi doveva averne la dovuta cura, avvertito in tempo, che l’acqua tendeva a smuovere una delle basi su cui poggiava l’arco principale, rispondesse un po’ stranamente: che il genio militare non aveva alcuna predilezione pei ponti in pietra! Questi voti vandalici sono esauditi, ed ora attraversate di fatto quel precipizio su di un miserabile ed angusto ponte in legno , che pare cavalcare quasi per iscorno le maestose rovine dell’opera romana: tutto ha proprio fine quaggiù; questo ponte di tanta solidità, che pareva costrutto jeri, e che avrebbe potuto sfidare altri 20 secoli , rovinò per un piccolo filo d’acqua , che s’insinuò per una delle rupi, su cui poggiava l’arco, e cadde di giorno, scosso dal passaggio d’una leggiera carrozza mentre le ultime ruote ne toccavano ancora il lembo1.
- pag. 837 – versione digitale disponibile qui: https://www.google.it/books/edition/Pellegrinazioni_autunnali_ed_opuscoli/ShD884CiM4EC?hl=it&gbpv=1&pg=PA837&printsec=frontcover[↩]