Il tratto abbandonato del Ru Crépellaz derivava le acque del torrente Saint-Barthélemy a circa 1100 metri di quota e le portava fino al ponte acquedotto sul torrente Dèche.
L’acqua scorreva in tubi di cemento posati a fianco della pista usata per i lavori. Il tratto abbandonato è esposto a caduta massi, alcuni hanno danneggiato la conduttura e piccole frane interrompono la pista di servizio. Si tratta di un itinerario riservato agli escursionisti esperti e si consiglia di percorrerlo quando la vegetazione è a riposo.
Con una deviazione di pochi minuti è possibile raggiungere il villaggio fantasma di Vignolaz. In primavera il sentiero che porta a Vignolaz passa in mezzo ad una fioritura spettacolare di timo.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Nus seguire le indicazioni per Aosta. Al semaforo di Nus girare a destra e proseguire lungo la strada regionale n. 36 di Saint-Barthélemy. Un paio di chilometri dopo il villaggio di Blavy lasciare la regionale in corrispondenza di una stalla e scendere lungo la strada, a tratti sterrata, che conduce al villaggio di Val Dessous. Dopo circa 500 metri lasciare l’auto a bordo strada vicino al cartello di divieto di transito.
Click o tap qui per arrivare con Google Maps
Lunghezza: 3,5 km circa
Quota partenza: 1175 m circa
Quota arrivo: 900
Click o tap qui per la traccia GPX
Dislivello 300 m circa
In bici: meglio di no.
Click o tap qui per la mappa
Descrizione.
Saint-Barthélemy attraversando pascoli ripidi e macchie di vegetazione. Il alto si vede il mammellone dove sorgeva il villaggio protostorico di Lignan. Le pareti rocciose alte ed instabili sulla destra orografico destano un po’ di timore. Un timore fondato: a poche decine di metri dal ponte in cemento armato una grossa frana ha interrotto la strada sterrata e occupa ora metà dell’alveo del torrente.
Si attraversano i massi instabili della frana e si prosegue lungo la sterrata che portava a Roverettaz. Il tubo in cemento dove scorreva il ru è stato danneggiato in alcuni punti dalla caduta di massi. Le opere di presa non esistono più. Arrivati ad un bivio si prosegue in piano lungo la vecchia pista di servizio che per mancanza di manutenzione si è ridotta a piccolo sentiero. Si aprono dei begli scorci sul fondovalle, sia sul Monte Emilus che sul vallone delle Laures. Nelle zone più umide si notano le zolle rivoltate dai cinghiali. In mezzo alla boscaglia si intravede una casa appoggiata alla roccia: è una soluzione non infrequente in Valle d’Aosta; si usava per risparmiare i costi di costruzione di una parete in muratura.
Poco più avanti si incontra un piccolo corso d’acqua che segna il confine tra il comune di Quart e quello di Nus. Alcuni alberi portano sulla corteccia i segni lasciato dai denti dei caprioli e dei cervi, altri piccoli alberi sono completamente scortecciati. Caprioli e cervi perdono ogni anno i palchi e quando termina la crescita dei nuovi palchi l’animale si libera della membrana che li copriva strofinando le corna contro i piccoli alberi. La membrana si stacca e si stacca anche la corteccia dei giovani alberi provocando spesso la morte del ramo.
Al belvedere il sentiero riacquista la larghezza della vecchia sterrata, sulla destra si vede la chiesetta di Ville-Sur-Nus circondate dalle case e dai prati mantenuti verdissimi dagli impianti di irrigazione a pioggia. Sullo sfondo si vedono tutte le montagne della valle centrale comprese tra la Becca di Nona e la Punta Chermontane di Fenis.
Si incontrano i primi alberi da frutto. Si fa notare tra gli altri un piccolo melo dal tronco tormentato. Dietro quello che sembra un cordone morenico alto mezza dozzina di metri si interrompe il tubo in cemento. Qui le acque del ru scendevano a cascata nel vallone.
Il sentiero che scende al villaggio di Vignolaz è coperto dalla vegetazione e non si vede traccia di segnaletica escursionistica. Si scende in mezzo ai ripidi pascoli per un centinaio di metri fino ad arrivare al sentiero tracciato sul bordo dell’abisso che collega Vignolaz con il ponte acquedotto.
Prendendo a sinistra si raggiunge il piccolo villaggio abbandonato costruito alla confluenza di due valloni. È un luogo isolato e suggestivo. A pochi passi dalle case si trova una fioritura eccezionale di timo.
Prendendo a destra, dopo un breve tratto molto esposto dove un piccolo cavo metallico aiuta a reggersi per non precipitare nel vuoto di ritrova l’alveo del ru abbandonato che scorreva in parte a cielo aperto e in parte nei tubi di cemento.
Il sentiero di servizio sembra appeso alla parete rocciosa, vi sono alcune decine di gradini in cemento che agevolano la discesa e un paio di passerelle in legno che permettono di superare i tratti dove i muri di sostegno del sentiero hanno ceduto.
Si passa sul ponte acquedotto senza rendersi bene conto della bellezza della struttura. Per apprezzarla a pieno occorre entrare nell’alveo del torrente da dove si possono osservare le date incise sulle vecchie pietre che indicano probabilmente da data di costruzione e quella di restauro dell’opera: 1774 e 1865.
Le perdite di acqua del ru hanno portato via buona parte della malta che teneva unite le pietre dell’arco di circa tre metri e mezzo di luce. Senza un rapido intervento di restauro si rischia a breve il collasso della struttura.
Curiosità.
Il timo che fiorisce in abbondanza lungo il sentiero tra il ponte canale del Ru Crépellaz ed il villaggio di Vignolaz può essere usato in cucina come erba aromatica o per la preparazione di tisane da usare come collutorî o calmanti della tosse.