Il 19 dicembre 1954 il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi chiudeva un suo scritto sulla riforma dell’IRI con questa nota pungente che riguarda la Regione Autonoma della Valle d’Aosta:
“La regione Val d’Aosta, la quale si lamenta sempre di ciò che fa o non fa la Cogne, meriterebbe che lo stato le sbolognasse, pur di liberarsene, questa azienda, tale e quale, gratuitamente, anzi col regalo per soprammercato di un centinaio di milioni.”
La Cogne Acciai Speciali dal 1° gennaio 1994 è passata alla gestione privata e vent’anni dopo la Regione Autonoma della Valle d’Aosta con deliberazione 612 del 2 maggio 2014 ha approvato le condizioni di trasferimento delle miniere di Cogne e del villaggio minerario di Colonna al comune di Cogne.
Purtroppo in questi anni le strutture in cemento armato e laterizi abbandonate a loro stesse a 2400 metri di quota senza un minimo di manutenzione si sono rovinate.
Con il passare degli anni delle piccole infiltrazioni d’acqua hanno attraversare il manto impermebilizzante dei tetti e poi si sono moltiplicate ed ingrandite. Peccato perché sarebbe bastato un poco di lavoro in più per tappare le prime falle e proteggere la struttura sottostante.
Il gelo ed il disgelo hanno fatto scoppiare i laterizi e l’umidità ha fatto arrugginire il ferro del calcestruzzo rendendo instabili le strutture. Chissà se ci sarà denaro a sufficienza per rendere nuovamente accessibile questo complesso unico in Europa.
Luigi Einaudi, Lo scrittoio del Presidente (1948-1955), Giulio Einaudi Editore, Torino, 1956, pag. 349
Valeria Allievi, Quello che resta, WHITE LABEL FILM, 2013