Ru de Runaz

Il foliage dei larici lungo il Ru de Runaz - Foto di Mauro Gillio.
Il foliage dei larici lungo il Ru de Runaz – Foto di Mauro Gillio.

Il Ru de Runaz prendeva le acque del torrente di Planaval a  2170 metri di quota e le portava fino a Runaz, circa 1000 metri più in basso. La sua presa era la prima che si incontrava scendendo lungo il torrente, in poco più di duecento metri si incontravano le prese di altri tre ru.

Nel primo tratto dell’escursione si alternano tratti molto facili a brevissimi tratti, riservati agli escursionisti esperti, nei quali il rischio di cadere con conseguenze fatali non è da escludere. Basterebbero una decina di metri di cavo da via ferrata per consentire ai turisti di percorrere in sicurezza anche questo itinerario così suggestivo.

Muro di sostegno e pietraia lungo il Ru de Runaz - Foto di Gian Mario Navillod.
Muro di sostegno e pietraia lungo il Ru de Runaz – Foto di Gian Mario Navillod.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Aosta dirigersi verso Courmayeur, alla rotonda di Arvier seguire le indicazione per Valgrisenche e dopo una dozzina di chilometri girare a destra seguendo le indicazioni per Planaval e Baulin. Attraversare il villaggio di Planaval e proseguire fino al piccolo parcheggio di Baulin.

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Lunghezza itinerario A/R: 8 km
Quota partenza: 1763 m
Quota massima: 1950 m circa
Quota minima: 1800 m circa
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Dislivello: 300 m circa
In bici: meglio di no.
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Bosco di conifere lungo il Ru de Runaz - Foto di Gian Mario Navillod.
Bosco di conifere lungo il Ru de Runaz – Foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

Dopo aver lasciato l’auto nel piccolo parcheggio all’inizio del villaggio si sale in mezzo alle case fino a trovare l’inizio del sentiero che sale sulla sinistra. Come spesso succede le indicazioni all’interno della frazione non sono chiarissime, per fortuna dopo qualche minuto si comincia a vedere lungo il sentiero le prime frecce gialle.

Paratoia in legno di un ru sopra il villaggio di Baulin di Avise - Foto di Gian Mario Navillod.
Paratoia in legno lungo un ru sopra il villaggio di Baulin di Avise – Foto di Gian Mario Navillod.

Si prosegue in leggera salita e si attraversa su di un ponticello un ru ancora in alveo naturale con la sua bella paratoia in legno poi si inizia a risalire il fianco della valle tra grandi larici che hanno visto passare, sotto i loro rami possenti, generazioni di montanari. I tronchi tozzi e le cortecce di grande spessore fanno pensare ad un’età avanzata, da misurarin secoli.

Tronco scavato per il passaggio dell'acqua lungo il Ru de Runaz di Avise - Foto di Gian Mario Navillod.
Tronco scavato per il passaggio dell’acqua lungo il Ru de Runaz di Avise – Foto di Gian Mario Navillod.

Poco sotto i 2000 metri di quota il sentiero intercetta l’alveo abbandonato del Ru de Runaz. Se si prosegue sulla sinistra si raggiunge in breve una piccola parete strapiombante. Qui le acque superavano l’ostacolo scorrendo all’interno di un tronco scavato e qui l’escursionista prudente ritorna sui propri passi per seguire il corso del ru verso valle.

Il tracciato non presenta grandi difficoltà e in autunno i colori del foliage rallegrano gli occhi tra il cielo blu dell’alta montagna e il bianco abbacinante dei ghiacciai. Sotto un grande masso ai piedi di una pietraia si incontra un secondo tronco scavato sostenuti da rozzi pilasti in pietra a secco, con un po’ di attenzione si abbandona il sentiero scendendo per pochi metri a valle per poi risalire nel vecchio alveo. Sopra il ru si nota un muro massiccio: è quanto rimane di una carbonaia abbandonata. A pochi metri di distanza, sotto un pietrone, era stata ricavata una piccola barma, un riparo contro le intemperie.

Dopo aver superato alcuni brevi tratti esposti dove la caduta potrebbe avere conseguenze ferali si raggiunge il tratto del Ru de Runaz attrezzato per la fruizione turistica: steccati in legno, gradini e segnavia permettono di camminare in serenità, godendo del paesaggio e dei profumi del bosco.

Il Ru de Runaz in autunno - Foto di Gian Mario Navillod.
Il Ru de Runaz in autunno – Foto di Gian Mario Navillod.

Con un’ampia curva a sinistra il ru lascia la Valgrisenche per entrare nella valle principale. Qui si alternano tratti in piano a tratti nei quali il ru scendeva a cascatelle. Il sentiero segue il vecchio alveo a distanza, vi sono tratti nei quali la pendenza aumenta ed altri attrezzati con gradini in legno. Sotto il sentiero, tra gli alberi, svetta un pilone della teleferica alto alcune decine di metri, è una struttura reticolare in legno, impressiona la sua altezza e il suo isolamento in mezzo al bosco.

Il pilone in legno della teleferica lungo il Ru de Runaz - Foto di Gian Mario Navillod.
nIl pilone in legno della teleferica lungo il Ru de Runaz – Foto di Gian Mario Navillod.

A piedi di grandi massi si aprono alcune barme, piccole cavità protette da un tetto di roccia, simili a quelle che si trovano nella Valmeriana; a monte del sentiero giacciono abbandonata decine di lose, le lastre di pietra usate in Valle d’Aosta per coprire i tetti. Non sono quanto rimane di un’antica cava ma quanto rimane dei lavori di ristrutturazione del ru: poco più avanti sono state usate per rivestire l’alveo, per diminuire le perdite d’acqua per infiltrazione e l’erosione dell’argine. Poco dopo la pendenza aumenta e il ru scende lungo la linea di massima pendenza verso Runaz; è tempo di ripercorrere i propri passi e rientrare a Baulin.

Chi desidera abbreviare il rientro può seguire le indicazione dell’itinerario 20B che porta direttamente al villaggio passando davanti alla grotta chiamata Gran Barmì dove in estate si monta la panna per la sagra della fiocca.

Curiosità

A quasi 2200 metri di quota, poco dopo l’incontro tra il Torrente Glacier e il Torrente du Fond dal quale nasce il Torrente di Planaval, si trovavano nel giro di poco più di duecento metri le prese di ben quatto ru. Il Ru di Runaz era il più alto, seguivano il Ru di Baulin, il Ru di Clusaz e il Ru di Garin.

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