Il Ru Herbal in alcuni tratti scorre vicinissimo al Ru d’Arlaz, lo si nota soprattutto nei pressi di Arcesaz e del Col d’Arlaz dove tra i due piccoli canali vi sono al massimo alcune decine di metri. Su di un ramo abbandonato del Ru Herbal inizia l’itinerario che conduce fino a La Torrettaz dove si lavorava il minerale estratto dalla miniera d’oro di Bechaz.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Verrès seguire le indicazioni per la Val d’Ayas e un centinaio di metri dopo l’attraversamento delle condotte forzate girare a sinistra per Abaz e Montjovet. Proseguire lungo la strada per Montjovet fino al grande piazzale del Col d’Arlaz.
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Lunghezza itinerario: 6 km circa
Quota parcheggio 1: 1030 m
Quota parcheggio 3: 1100 m circa
Dislivello: 70 m circa
In bici: consigliato a tratti
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Dal grande piazzale del Col d’Arlaz la vista è straordinaria, si vede l’inizio della Valtournenche e le montagne più importanti della bassa Val d’Ayas.
Ci si avvia lungo il Ru d’Arlaz su di una sterrata larga ed in ottime condizioni di manutenzione che attraversa il bosco. In estate l’ombra degli alberi permette di camminare al fresco ed in inverno i rami spogli lasciano passare i raggi di sole che riscaldano i passanti.
Non sfugge ad un occhio attento, sotto la pista del Ru d’Arlaz, l’alveo di un ru abbandonato: è un ramo del Ru Herbal ormai invaso dalla vegetazione chiamato Rive de Molignoun1 che attraversa un breve tratto roccioso. Si consiglia perciò di proseguire lungo la sterrata fino al Peson d’Arlaz, la cascata di Arlaz. Un centinaio di metri dopo la cascata si lascia la sterrata per il sentiero che scende verso Châtillonet ed in pochi minuti si raggiunge l’alveo abbandonato del Ru Herbal.
Si cammina all’ombra confortevole della foresta fino al belvedere, un ponticello in cemento che attraversa le condotte forzate che scendono alla centrale di Isollaz. Qui lo sguardo può spingersi lontano ed i raggi di sole, senza il filtro degli alberi, riscaldano piacevolmente quando l’aria autunnale si fa frizzante e si comincia a sentire il profumo della legna che brucia nei camini. Il ramo di Molignoun è ancora in buona parte in alveo naturale, alcuni tratti sono stati intubati e altri scorrevano in canaline metalliche. Il ru passa alle spalle di un casa isolata in mezzo al bosco che ha un vecchio e singolare camino a vite, lo si intravede appena tra gli alberi che stanno chiudendo la radura; il sentiero che scende davanti alla casa porta in pochi minuti al ramo inferiore del Ru Herbal, dove l’acqua ora scorre veloce tra due argini in cemento mentre il sentiero comincia ad essere invaso dalla vegetazione.
Meglio perciò seguire le indicazione del cartello giallo e proseguire in piano tra conifere e latifoglie fino a raggiungere i pascoli sopra Châtillonet dove il Ru Herbal si dividono i due rami. Nel bosco è possibile incontrare ciclisti appassionati che non si fanno intimorire dalla larghezza del sentiero raramente più largo di due spanne e vecchi tronchi caduti che somigliano a cinghiali sdraiati tra l’erba.
Si sbuca su di una sterrata e si scende fino alla pista di servizio del ru che attraversa una macchia pioppi tremuli (Polulus tremula).
Sono piante che si riconoscono facilmente quando sono giovani grazie alla corteccia chiara, che ricorda quella bianca della betulle, ed alle foglie che tremano al più piccolo alito di vento grazie ai loro piccioli esili. Gli alberi più anziani hanno una corteccia rugosa che ricorda un po’ quella del castagno.
Il ru scorre placido ai lati della sterrata, si lascia sulla destra la casa verde di Vierin e di tanto in tanto si incontrano tra i pascoli grandi cespugli di more (Rubus ulmifolius) gustosissime; sotto la strada i rami di un cespuglio carichi di frutti sono sostenuti da un albero secco dando origine ad una curioso ossimoro botanico: un albero di more di rovo.
Passeggiando lungo il ru ci si può sedere su di una panchina in legno e ghisa di età venerabile, classe 1949 e scoprire dall’altra parte della valle le rovine del castello di Graines, diventato Grana nel romanzo Le otto montagne di Paolo Cognetti. Gli ultimi 500 metri prima del villaggio di Pésan sono stati asfaltati; all’interno del villaggio il ru passa sotto alcune case, una soluzione inusuale per la Valle d’Aosta, poi attraversa sottoterra la strada per Orbeillaz e ricompare a cielo aperto all’altra estremità del villaggio. Ancora 500 metri di asfalto poi si ritrova la sterrata che attraversa i pascoli ed entra nel bosco. La flora ha riconquistato il centro ed i lati della carrareccia ed è piacevole camminare su di un soffice tappeto d’erba anziché sul suolo reso durissimo dal passaggio dei mezzi a motore. Poco prima della case di Baita Damon la sterrata si interrompe. Per una cinquantina di metri si cammina proprio sul ru che è stato coperto con spesse tavole di legno poi si ritrova il sentiero che segue l’argine a valle tra il bosco ed i pascoli che scendono verso la strada regionale.
La pendenza si accentua, l’acqua gorgoglia scendendo veloce tra i sassi; si incontrano ancora brevi tratti di ru con la parte a monte in alveo naturale e quella a valle con l’argine rinforzato da un piccolo muro di pietra e cemento poi si arriva alle spalle del complesso utilizzato per la lavorazione del minerale estratto dalle miniere d’oro di Chamousira e di Bechaz nei primi anni del 1900.
Sopra il ru si vede una grande vasca in cemento abbandonata e sotto i grandi fabbricati ristrutturati per ospitare la Casa Alpina Sacra Famiglia e le scuole elementari di Challand-Saint-Anselme.
Poco più avanti le chiuse di distribuzione delle acque indicano la fine dell’escursione: scendendo a destra si raggiunge la strada regionale, proseguire diritti è impossibile a causa della vegetazione ha invaso il sentiero. siamo vicino ai confini comunali
Il Ru Herbal prosegue intubato verso l’opera di presa, attraversa il piccolo villaggio a monte del campeggio e torna a cielo aperto nel grande pianoro di Arcesaz.
Curiosità
Il Pioppo tremulo (Populus tremula) si riproduce generalmente grazie ai polloni, giovani alberi che nascono direttamente dalle radici della pianta madre conservando lo stesso corredo genetico. Questa caratteristica ha dato origine in America ad un intero bosco di Populus tremuloides che ne fa uno degli organismi viventi più pesanti e più longevi al mondo, si stima abbia 80’000 anni di vita e pesi più di 6000 tonnellate 2
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- Jean Auguste Voulaz, Le Ru Herbal, AVAS, Aoste, 1985, pag. 8[↩]
- https://www.nps.gov/brca/learn/nature/quakingaspen.htm[↩]