Passeggiare lungo il Ru Mezein, nell’ombra serena della foresta di latifoglie è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita.
La prima parte è indicata per tutti gli escursionisti, nella seconda occorre un po’ di senso dell’equilibrio per camminare sui sassi che spesso rinforzano l’argine a valle. In primavera si può osservare la splendida fioritura del Leucojum vernum un fiore raro in Valle d’Aosta ma comune lungo questo ru, nel resto della stagione il vecchio castagno e l’installazione artistica lungo la Strada Cavour saranno una piacevole sorpresa per gli appassionati di flora e di arte contemporanea.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Nus seguire le indicazioni per Aosta fino alla rotonda di Saint-Marcel. Prendere la seconda uscita e proseguire verso il centro e poi verso il Santuario di Plut. Prima di arrivare al villaggio di Mezein lasciare l’auto sulla destra, nel parcheggio sulla curva.
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Solo andata: 0h45
Lunghezza itinerario: 2.5 km
Quota partenza: 760 m circa
Quota arrivo: 1020 m circa
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Dislivello: 260 m circa
In bici: meglio di no
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Descrizione
Dal parcheggio imboccare il sentiero che sale a fianco delle cascatelle del Ru Rean, attraversarlo e raggiungere l’alveo del Ru Mezein. In primavera il sottobosco è tappezzato dalla suggestiva fioritura del campanellino di primavera, una pianta protetta e rara in Valle d’Aosta, che invece è comune a Saint-Marcel.
Il sentiero che sale a Réan attraversa il ru su di un ponticello costituito da grossa lastra di pietra, il Ru Mezein prosegue in piano, in alveo naturale, in un bosco dove crescono insieme conifere e latifoglie.
Dopo alcune centinaia di metri il sentiero lascia il ru e prosegue sulla destra, le acque a sinistra scendono a cascatelle sul fianco di un impluvio; gli escursionisti esperti possono seguire le tracce di sentiero lungo il ru, tutti gli altri continuano in piano per poi salire lungo la mulattiera che poco più in alto si ricongiunge con il Ru Mezein.
Nel punto in cui la mulattiera ritrova il ru il bosco custodisce un castagno monumentale: il ceppo ha un diametro che sfiora i tre metri, l’interno è cavo e non consente di datare con precisione l’età della pianta, i polloni che salgono dalle vecchie radici sono un segno di vitalità dell’albero.
Dopo pochi minuti si arriva all’incrocio con la pista che sale a Plout. Si vede un’installazione in ferro sotto il ru, è composta da due sedute con dei leggii mobili e da un terza seduta con un tubo metallico che potrebbe rappresentare un cannocchiale. Alcune piastrelle azzurre sono cadute a terra a causa della ruggine, come foglie morte di un colore che ricorda quello della famosa sorgente dell’acqua verde di Saint-Marcel. Da questo punto in avanti occorre avere un buon senso dell’equilibrio, il sentiero lungo l’argine è a tratti stretto e di tanto in tanto si cammina sulle pietre che rinforzano l’argine a valle.
Si passa a monte della radura di Fontaney, i fabbricati dai tetti grigi scompaiono quasi sotto gli alberi, i pascoli sono curati, tra i sassi ammucchiati sugli argini del ru se ne trovano alcuni ricchi di cristalli di granato che hanno fatto le fortuna delle cave di macine di Saint-Marcel. Sull’altro lato della valle sulla verticale dell’aeroporto di Aosta si vede la cima del Mont Fallère una montagna alta 3061 metri, più bassa di mille metri tondi tondi rispetto alla cima del Gran Paradiso.
Delle chiuse in metallo regolano la ripartizione dell’acqua tra i due rami del ru, i rami di un abete schiantato al suolo ricordano le costole di un fossile gigantesco abbandonato nel bosco. Alcuni muri di sostegno trattengono il terreno a monte, brevi cascatelle si alternano a tratti in piano, in alcuni punti l’acqua scompare sotto grandi sassi per riemergere poi sull’altro lato. Una breve scala in pietra permette di attraversare la Strada Cavour, dall’altra parte il ru scende veloce tra i massi.
Nella radura sotto Morge il ru passa nuovamente sotto la strada e la segue parallelo, prima tra i pascoli poi ai piedi del lungo muro di sostegno. Per un centinaio di metri si cammina in equilibrio sull’esile argine a valle costruito in cemento poi si ritrova l’alveo naturale e camminare sulla terra morbida diventa molto più rilassante. I ramicurvi dei noccioli trasformano il sentiero in lungo corridoio verde che termina nei pascoli sotto l’Alpe Freyderet.
In pochi minuti si raggiungono le due paratoie in legno che regolano il flusso dell’acqua, in basso scrosciano le acque del torrente di Saint-Marcel, dall’alto casca gonfia di schiuma l’acqua che arriva dall’opera di presa.
L’opera di presa
Raggiungere l’opera di presa del Ru Mezein richiede le abilità di un escursionista esperto, la vegetazione che ha invaso gli argini e l’umidità che li rende scivolosi sconsigliano agli escursionisti prudenti di proseguire oltre la paratie in legno. Chi lo desidera deve tornare indietro per pochi minuti, risalire i pascoli verso l’Alpe Freyderet fino ad individuare il tratto superiore del ru e seguirlo, con grande fatica, per un centinaio di metri fino al torrente Saint-Marcel.