Nel 1911 un illustre poeta cadde elegantemente vestito nel lago Blu di Verra. Si trattava di Guido Gozzano che per alcuni anni passò le vacanze estive all’Hôtel Bellevue di Fiéry.
Il poeta, già malato di tubercolosi, sembrava trarre giovamento dal clima salubre dell’alta valle di Ayas. Univa il piacere delle lunghe passeggiate che faceva di giorno a quello delle animate conversazioni che si svolgevano la sera, al lume di candela, tra gli intellettuali che soggiornavano nell’albergo di Fiéry.
Durante una passeggiata al lago Blu di Verra Giuseppe Antonio Borgese, diventato poi scrittore e docente universitario antifascista, pensando che il mal sottile che affliggeva il poeta fosse solo un espediente letterario anziché la malattia mortale che lo uccise a soli 33 anni, gli diede una spinta “per risvegliarlo alla realtà” e lo fece cadere nelle acque gelide del lago.
Il poeta prontamente soccorso dagli amici, tra i quali era presente Alfredo Frassati direttore e proprietario del quotidiano La Stampa, accettò di buon grado lo scherzo. Gozzano venne poi velocemente trasportato in albergo dove poté cambiarsi e riscaldarsi sotto pesanti coperte, circondato da bottiglie di acqua bollente utilizzate a mo’ di borse dell’acqua calda.
Il singolare episodio è stato tramandato ai posteri da Salvator Gotta, autore anni dopo del testo della canzone “Giovinezza” divenuta poi l’inno del PNF.
Curiosità.
All’Hôtel Genzianella di Saint-Jacques è conservata l’anta dell’Hôtel Bellevue di Fiéry dove il poeta tracciò il suo autoritratto e i versi:
“Chi sono? È tanto strano
fra tante cose strambe
un coso con due gambe
detto Guido Gozzano!”
Bibliografia.
Chantal Vuillermoz, Guido Gozzano: la montagna guaritrice, Editore Tipografia Duc, Saint-Christophe (AO), 2011 – ISBN 978-88-87677-54-6, pag. 60.
Post del 19.09.2016 ultimo aggiornamento 1.05.2022