Federico Chabod e la Valle d’Aosta

Cervino e ultimi nevai del sentiero per il Rifugio Bobba - Foto di Gian Mario Navillod.
Cervino e ultimi nevai del sentiero per il Rifugio Bobba – Foto di Gian Mario Navillod.

Federico Chabod a Ugo La Malfa

Valsavarenche, il 10 ottobre 1944

Caro La Malfa,

Io ero in rapporti personali con … Emilio Chanoux … gli avevo dichiarato che il partito d’Azione s’impegnava a sostenere la causa dell’autonomia amministrativa valdostana; ma gli avevo pure chiesto che un buon nucleo armato valdostano partecipasse nella lotta per la liberazione e l’occupazione di Milano. Chanoux morì tragicamente assassinato dalla polizia fascita, nel maggio. …

ripetei le assicurazioni già date a Chanoux, all’Avv. Page, uno dei capi del movimento valdostano, chiedendogli in pari tempo che mi procurasse un colloquio con il Cap. Mesard, capo militare di tutta l’alta e media Valle d’Aosta …

Il Mesard mi fece dapprima un’obbiezione di carattere tecnico cioé la difficoltà di trasportare truppe date le strada e le ferrovie saltate ecc.; poi bruscamente, mi chiese cosa ne pensassi di un’annessione della Valle d’Aosta alla Francia. …

Il belvedere di Gilliarey - Foto di Gian Mario Navillod.
Il belvedere di Gilliarey – Foto di Gian Mario Navillod.

Spalleggiato dai Capitani Chabod e Bert (nome di guerra del Cap. Andrea Pautasso), io feci tutto il possibile per distogliere il Mesard da una simile idea; ma a tutte le mie argomentazioni egli ribatteva con il monotono e cinico ritornello che la Francia è più ricca dell’Italia e che con la Francia pertanto si starà meglio. …

Io non mi ero occupato in modo specifico del problema valdostano; mi ero invece preoccupato molto del futuro ordinamento interno dell’Italia e, come tu sai, vagheggiavo un sistema di larghissimo decentramento amministrativo. Gli eventi mi hanno condotto per forza nel pieno della questione valdostana: ho ritenuto e ritengo tuttora mio dovere di italiano occuparmene, nonostante le molte amarezza che mi ha già procurato e procura. …

I ghiacciai e il Rifugio Mezzalama - ottobre 2014 - Foto di Gian Mario Navillod.
I ghiacciai e il Rifugio Mezzalama – ottobre 2014 – Foto di Gian Mario Navillod.

Sembra a me che sarebbe bello e nobile da parte della nuova Italia iniziare, per prima in Europa, una politica di larga libertà nelle sue zone di frontiera, in quelle zone cioé dove i vecchi nazionalismi europei avevano sempre fatto sentire più duramente il loro peso, facendo così di quelle strisce estreme dei territori statali degli inevitabili punti d’attrito, dei fatali focolari d’irredentismo, pretesto e motivo poi facile per le guerre e le avventure nazionalistiche. Noi dobbiamo farne invece degli anelli di collegamento tra una nazione e l’altra, dei ponti di passaggio su cui s’incontrino gli uomini dei vari paesi e imparino a smussare gli angoli, a lasciar cadere le differenze, a deporre la boria delle nazioni. Il problema della Valle d’Aosta non è per me che un episodio, e un episodio anche molto facile, perché la storia oltre che la geografia la lega all’Italia in maniera indissolubile …”

Federico Chabod, lettera pubblicata in “Caro Chabod, la storia, la politica, gli affetti (1925-1960)” a cura di Margherita Agelini e Davide Grippa, Carocci Editore, Roma, 2014, ISBN 978-88-430-6179-2, pag. 202 e segg.

Federico Chabod alla maturità 2023

Al Ministero dell’istruzione e del merito1 quest’anno si sono ricordati di Federico Chabod proponendo una testo che parla di libertà e di Europa.

PROPOSTA B1

Testo tratto da: Federico Chabod, L’idea di nazione, Laterza, Bari, (I edizione 1961), edizione utilizzata 2006, pp. 76-82.
«[…] è ben certo che il principio di nazionalità era una gran forza, una delle idee motrici della storia del secolo XIX.
Senonché, occorre avvertire ben chiaramente che esso principio si accompagna allora, indissolubilmente, almeno negli italiani, con due altri princìpi, senza di cui rimarrebbe incomprensibile, e certo sarebbe incompleto.
Uno di questi princìpi, il più collegato anzi con l’idea di nazionalità, era quello di libertà politica […]. In alcuni casi, anzi, si deve fin dire che prima si vagheggiò un sistema di libertà all’interno dello Stato singolo in cui si viveva, e poi si passò a desiderare la lotta contro lo straniero, l’indipendenza e in ultimo l’unità, quando cioè ci s’accorse che l’un problema non si risolveva senza l’altro. E fu proprio il caso del conte di Cavour, mosso dapprima da una forte esigenza liberale, anelante a porre il suo paese al livello raggiunto dalle grandi nazioni libere dell’Occidente (Francia ed Inghilterra); e necessariamente condotto a volere l’indipendenza, e poi ancora l’unità. […]
Quanto al Mazzini, credo inutile rammentare quanto l’esigenza di libertà fosse in lui radicata: a tal segno da tenerlo ostile alla monarchia, anche ad unità conseguita, appunto perché nei principi egli vedeva i nemici del vivere libero. Egli è repubblicano appunto perché vuole la libertà: piena, assoluta, senza mezzi termini e riserve.
Il Manifesto della Giovine Italia è già più che esplicito: «Pochi intendono, o paiono intendere la necessità prepotente, che contende il progresso vero all’Italia, se i tentativi non si avviino sulle tre basi inseparabili dell’Indipendenza, della Unità, della Libertà».
E più tardi, nell’appello ai Giovani d’Italia ch’è del 1859, nuova, nettissima affermazione «Adorate la Libertà. Rivendicatela fin dal primo sorgere e serbatela gelosamente intatta…» […]
Il secondo principio che s’accompagnava con quello di nazione, era quello europeo. […]
Pensiamo al Mazzini, anzitutto. Egli, che esalta tanto la nazione, la patria, pone tuttavia la nazione in connessione strettissima con l’umanità. La nazione non è fine a se stessa: anzi! È mezzo altissimo, nobilissimo, necessario, ma mezzo, per il compimento del fine supremo: l’Umanità, che è la Patria delle Patrie, la Patria di tutti. Senza Patria, impossibile giungere all’Umanità: le nazioni sono «gl’individui dell’umanità come i cittadini sono gl’individui della nazione… Patria ed Umanità sono dunque egualmente sacre». […]
Ora, l’umanità è ancora, essenzialmente, per il Mazzini, Europa: ed infatti insistente e continuo è il suo pensare all’Europa, l’Europa giovane che, succedendo alla vecchia Europa morente, l’Europa del Papato, dell’Impero, della Monarchia e dell’Aristocrazia, sta per sorgere.»

Comprensione e analisi

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.
1. Riassumi il contenuto del testo.
2. Quali sono, secondo Chabod, le esigenze e gli obiettivi di Camillo Benso, conte di Cavour, nei confronti dell’Italia?
3. Nella visione di Mazzini, qual è il fine supremo della nazione e cosa egli intende per ‘Umanità’?
4. Spiega il significato della frase ‘La nazione non è fine a se stessa: anzi! È mezzo altissimo, nobilissimo, necessario, ma mezzo, per il compimento del fine supremo: l’Umanità’.

Produzione

Sulla base dei tuoi studi esponi le tue considerazioni sull’argomento proposto da Federico Chabod (1901 – 1960) nel brano e rifletti sul valore da attribuire all’idea di nazione, facendo riferimento a quanto hai appreso nel corso dei tuoi studi e alle tue letture personali.
Elabora un testo in cui tesi e argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso.

Pagina del 21.09.2015 ultimo aggiornamento 5.07.2023

  1. Art. 34 della Costituzione: I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.[]