La BV della Valle d’Aosta

Laura Colella e il Grenier di Clémencey - Foto di Eric Navillod.
Laura Colella e il Grenier di Clémencey. Come dormire sotto il Grenier medievale più bello della Valle d’Aosta – Foto di Eric Navillod.

La Bella Via della Valle d’Aosta ovvero la Bella Vita della Valle Aosta, oppure chissà … credo non sia ancora definitivo il nome del prodotto che raccoglierà in un unico pacchetto turistico le eccellenze della regione più alta d’Italia raccolte attorno ad un percorso ad anello tra la Via Francigena e le Alte Vie.

Immaginate un tringolo con la punta in alto, non ricorda una montagna? È stato usato come segnavia per le Alte Vie valdostane.

Lago Tzan/Cian/Tsan a Torgnon - Foto di Gian Mario Navillod.
Lago Tzan/Cian/Tsan a Torgnon. Per dormire la prima notte in un bivacco alpino – Foto di Gian Mario Navillod.

Ora immaginate un triangolo con la punta in basso. A cosa vi fa pensare? A qualcosa di instabile, al teorema di Pitagora o al triangolo pubico? Se è così il triangolo rovesciato potrebbe diventare un logo attrattivo per equilibristi, matematici o per amanti appassionati e veicolare in Valle d’Aosta anche solo una frazione dei turisti che hanno percorso la Via dell’Amore a Riomaggiore, comune ligure inserito dall’UNESCO nell’elenco del patrimonio dell’umanità.

Basterebbe poco per guardare al futuro del turismo valdostano con un po’ più di ottimismo.

Stambecco sul tetto del villaggio di Falegnon - Foto di Gian Mario Navillod.
Stambecco sul tetto del villaggio di Falegnon. Il sentiero nascosto per la Diga di Cignana – Foto di Gian Mario Navillod.

Qualche dato su cui riflettere uscito dall’incontro magistralmente condotto da Claudio De Monte Nuto di Starting4.it.

  • Il problema è che viviamo di flussi spontanei, il mondo sa che l’Italia è bella, forti di ciò spendiamo poche energie per rinforzare tale opinione. Aspettiamo di essere comprati invece di cercare visibilità sul mercato.
  • In una azienda comune, oggi il 70% del tempo è assorbito dalla parte commerciale, il restante 30% è diviso tra produzione e gestione.
  • Se la vostra risposta alla domanda “che cliente desideri” è “qualsiasi” vi avvicinate al fallimento. Vent’anni fa funzionava. Ora con internet e le keywords non funziona più: occorre concentrare le risorse sul 10% del mercato e lasciare fuori il resto. La promozione generica è come gettare cenere nel mare. Una web agency con una decina di dipendenti investe 8000 euro al mese in campagne Facebook;  Alto Adige Marketing occupa una cinquantina di persone e nel 2013 ha speso 9 milioni di euro in marketing. Della spesa totale solo la metà sono fondi pubblici.
  • Il marketing anni ’80 nel turismo è ancora in parte disatteso: pensare di incrementare gli opiti abbinando pernottamento e skipass è possibile solo svendendo: si ottiene un incremento di presenze ed una diminuzione degli incassi. Occorre proporre cose distintive, cose per le quali valga la pena spendere dei soldi.
Radura e Ostello di Lavesé, il primo piano il disegnatore del Grande Labirinto di Lavesé - Foto di Gian Mario Navillod.
Radura e Ostello di Lavesé, il primo piano il disegnatore del Grande Labirinto di Lavesé – Foto di Gian Mario Navillod.

Ci abbiamo già provato e non ha funzionato” cerchiamo di capire perché, quale pezzettino dobbiamo cambiare per non buttare via tutto. Concentriamo un po’ più di energie nell’incoming che ora è in mano al 5% delle agenzie di viaggi e teniamo conto che per ora i nostri “amici” su Facebook leggono il 5% dei nostri post e il 40% dei nostri video. Domani non si sa, dipenderà dalla politica commerciale di Facebook, che vive di pubblicità.