Tanti simpatici turisti si fermano al ponte del Filey a scattare delle fotografie: il Cervino cattura l’attenzione di tutti.
Se chiedeste a qualche turista quali sono i pericoli ritratti nella foto che vedete qui a sinistra probabilmente l’attenzione si concentrerebbe sul torrente: un bimbo potrebbe cadere in acqua o il torrente potrebbe esondare.
Per fortuna fino ad oggi nessun bimbo è caduto nel torrente e il ponte ha superato senza danni l’alluvione del 2000.
E allora quali sono i tre pericoli presenti nella foto?
Aggiungo un aiutino per chi non è particolarmente ferrato in alpinismo, botanica o storia. Nella foto a fianco ho evidenziato tre elementi potenzialmente pericolosi:
- Il Cervino
- l’Unione Europea
- l’Heracleum
I pericoli del Cervino.
Il primo alpinista che ha raggiunto la vetta del Cervino è stato Edward Whymper, un giovane inglese che aveva allora 25 anni, più o meno l’età nella quale i giovani europei grazie al programma Erasmus possono studiare liberamente in un qualsiasi paese dell’Unione Europea.
Scendendo dalla vetta quattro suoi compagni di cordata persero la vita. A volte la prudenza non basta in montagna. In questo articolo racconto una pezzo della vita del mio amico Edoardo Whymper.
I pericoli dell’Heracleum mantegazzianum.
Questo bel fiore bianco è nato sotto il ponte del Filey.
È alto un paio di metri, l’infiorescenza ha un diametro di quasi 40 cm, il fusto ha un diametro di circa 6 cm.
Potrebbe essere un esemplare di Heracleum mantegazzianum, una specie aliena invasiva che dopo aver colonizzato le isole britanniche si sta diffondendo nell’Europa continentale. La parte pericolosa della pianta è la linfa che è fototossica.
È sufficiente che una piccola quantità di linfa venga contatto con la pelle per provocare gravi lesioni, simili alle ustioni, se si espone la pelle fotosensibilizzata alla luce solare.
Nel dubbio state lontani da questi grandi fiori bianchi e avvisate la Guardia Forestale che, se indentificherà la pianta come un esemplare di Heracleum mantegazzianum, farà rimuovere fiori e pianta con tutte le cautele del caso.
I pericoli dell’Unione Europea
La bandiera a 12 stelle dell’Unione Europea è l’assicurazione che i nostri nonni hanno stipulato per evitare che i giovani europei vengano sbudellati sui cambi di battaglia come è successo ai loro coetanei:
- nella seconda guerra mondiale tra il 1939 e il 1945,
- nella prima guerra mondiale tra il 1914 e il 1918 e
- nella guerra franco-prussiana tra il 1870 e il 1871 .
Dimenticare da cosa è nata l’Unione Europea e da cosa ci protegge è il pericolo più grande che si possa correre sul nostro continente. Occorre ricordarlo a chi sostiene che la pace garantita dai burocrati e dalla banche sia inefficiente o troppo costosa.
Ha scritto Luigi Einaudi più di cinquant’anni fa: “Nella vita delle nazioni di solito l’errore di non saper cogliere l’attimo fuggente è irreparabile. La necessità di unificare l’Europa è evidente. Gli stati esistenti sono polvere senza sostanza.”
Speriamo in tanti che l’errore del Regno Unito che ha scelto di uscire dall’Unione Europea non diventi un errore irreparabile.
Com’è andata a finire.
La guardia forestale che mi ha risposto al telefono ha fatto un sopralluogo il giorno seguente e mi ha confermato che si trattava proprio di un esemplare di Heracleum mantegazzianum.
Il giorno dopo all’alba, la stessa guardia forestale, dopo aver indossato l’equipaggiamento di protezione con l’aiuto di un collega e del sindaco di Antey-Saint-André, ha rimosso e distrutto la pianta.
Grazie al suo intervento tempestivo ad Antey siamo tutti più tranquilli. Per capire la gravità del pericolo che è stato evitato basta osservare gli effetti della linfa dell’Heracleum mantegazzianum sulla pelle umana documentati in questa foto.
Post del 26.06.2016 ultimo aggiornamento 17.03.2021