La Mère des Rives, la madre dei ruscelli in italiano, deriva la acque del torrente Buthier di fronte alla centrale idroelettrica di Saumont costruita nel 1911. Un tempo le sue acque attraversavano il centro storico in superficie, ora scorrono sottoterra tornando all’aria aperta qua e là.
La Mère des Rives scorre a fianco del torrente Buthier per 500 metri poi passa sotto il ponte canale che alimenta la centrale di Quart. Nei pressi del parcheggio della Consolata scorre a cielo aperto, attraversa il Viale Chabod e subito dopo cede parte delle sua acque al Ru du Bourg che attraversa via Guido Rey, scende lungo via Antica Zecca e attraversa Via Sant’Anselmo davanti alle porte pretoriane. La Mère des Rives prosegue il suo viaggio lungo le mura romane di Aosta prendendo il nome di Ru de Ville, passa sotto Via Tournenuve e torna in superficie in Via Cesare Battisti poi scompare nuovamente sotto terra e scarica nella Dora Baltea nei pressi del Gros Cidac.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Aosta est seguire le indicazioni per Aosta centro e lasciare l’auto nel parcheggio interrato di fronte alla stazione ferroviaria.
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Lunghezza itinerario: 3 km circa
Quota partenza: 574 m circa
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Dislivello: irrilevante
In bici: consigliato a tratti
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Dopo aver lasciato l’auto ci si avvia verso il centro città passando alle spalle della Tour du Pailleron, salvata dalla demolizione a fine ottocento e restaurata seguendo l’allora nuovissima teoria del restauro che prevedeva una netta distinzione tra le parti originali e quelle aggiunte anche se il risultato non pare particolarmente riuscito dal punto di vista estetico.
Si segue quanto rimane della mura romane e poi si imbocca Via Conseil des Commis passando ai piedi della statua di Augusto che fondò la città nel 25 a. C. dopo aver sconfitto la popolazione autoctona, i Salassi. Strabone scrisse che i Salassi vennero annientati, forti dubbi su questa affermazione sono sorti dopo il ritrovamento di un’epigrafe che alcuni abitanti salassi della città dedicarono ad Augusto a soli due anni dalla fondazione della città. L’epigrafe è oggi esposta nel museo archeologico di Aosta1.
Arrivati nella piazza del municipio, intitolata al notaio Chanoux martire della resistenza si gira a sinistra e si prosegue lungo via De Tillier seguendo i passi di Sigerìco, archivescovo di Canterbury che nel 990 ha percorso la Via Francigena di ritorno da Roma ed ne ha lasciato i primi appunti di viaggio che siano arrivati fino a noi.
Si gira a destra e si percorre via Croce di Città, la strada romana per il Summus Poeninus, il Colle del Gran San Bernardo, fino ad arrivare in Piazza Roncas. All’estremità nord della piazza gira veloce una ruota da mulino mossa dalle acque del Ru de Ville , alle sue spalle si vede la lunga fila di lavatoi dove fino alla seconda metà del XX secolo si lavava e si sciacquava il bucato nelle acque del ru.
Dall’altra parte della strada, in un cortiletto angusto, si vede il canale di alimentazione di un altro mulino. Dietro la saracinesca in legno le pale metalliche, ferme da tempo.
Si torna indietro e all’altra estremità della piazza si imbocca Via del Forum e poi Via San Bernardo che passa proprio sopra il Criptoportico, uno dei monumenti più suggestivi di Aosta. È un lungo corridoio sotterraneo che delimitava il foro di Aosta, al suo interno si possono vedere alcuni rocchi dei templi gemelli di epoca romana riutilizzati nelle fondamenta della cattedrale.
Si gira a destra in Via San Giocondo e subito dopo a sinistra in un viottolo che posta all’esterno delle mura romane in via Abbé Chanoux, una piccola deviazione verso il Viale della Pace permette di attraversare la Mère des Rives o Ru de la Ville su di una passerella poi si rientra su Via Chanoux si prosegue lungo le mura romane fino ad arrivare in Via Xavier de Maistre autore di un libro di viaggi straordinario nel quale racconta i 42 giorni passati … in camera sua.
Una piccola deviazione a sinistra permette di vedere la Mère des Rives che scorre a fianco degli ex magazzini Bianchi, restaurati nel 2015 ed ora sede di uffici comunali.
Si prosegue lungo le mura romane in Via Anfiteatro, chi desidera visitare quanto rimane dell’arena romana deve bussare al convento delle suore di San Giuseppe che si incontra sulla destra. Dove un tempo combattevano i gladiatori ora si trova il frutteto delle suore.
Proprio di fronte alla Torre dei Balivi, ex carcere ed ora sede dell’Istituto Musicale della Valle d’Aosta la Mère des Rives torna in superficie stretta tra due fabbricati. Tra la vegetazione si vede la cascatella che un tempo faceva girare la ruota di un mulino. Ai piedi della grande torre innalzata alla fine del XII secolo utilizzando il rivestimento delle mura romane sono stati scoperti nel 2012 due falli portafortuna di età romana esclusi dal percorso di visita, forse per evitare imbarazzanti paragoni.
Si prosegue lungo Via Rey per centocinquanta metri, alla sinistra si scorge un lungo tratto del Ru du Bourg che scorre ancora parzialmente in alveo naturale a fianco di una strada privata poi il ru scompare sotto terra e per ritrovarlo occorre tornare sui propri passi e scendere lungo Via Antica Zecca a fianco l’acqua del ru che gorgoglia sotto il sole.
Si passa a fianco dei lavatoio restaurati e si raggiunge Via Sant’Anselmo che il ru attraversa sotto un grigliato di ghisa. Chi desidera allungare di un poco la passeggiata può dirigersi verso l’arco d’Augusto, attraversare il ponte sul Buthier e raggiungere il ponte romano sotto il quale duemila anni fa scorreva il torrente. In una della tante alluvioni susseguitesi nel tempo il letto è cambiato ed ora il ponte romano attraversa un alveo asciutto. Passando sotto le Porte Pretoriane che erano l’ingresso monumentale di Aosta romana è interessante osservare di quanto si alzato il livello del terreno a causa dei detriti portati in città dalle alluvioni, in questo punto più di due metri di sedimenti separano la strada moderna dal livello della viabilità romana.
Sotto la facciata del municipio finisce la passeggiata alla scoperta dei ru di Aosta. Due statue dello scultore Giuseppe Argenti realizzate nella prima metà del 1800 ricordano i due corsi d’acqua che lambiscono Aosta: il Buthier che alimentava La Mère des Rives e la Dora Baltea che ne raccoglieva l’acqua non utilizzata per l’irrigazione.
Curiosità
Fino alla metà del 1900 una ventina di salti di quota dei ru di Aosta venivano utilizzati per fornire energia idraulica a mulini, frantoi, fucine, segherie, due pastifici, una tintoria e una conceria. L’ultimo a fermare le ruote fu il mulino Pavetto, classe 11472, dopo più di 800 anni di attività.
Bibliografia
Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pagg. 67 – 69.