Circa un secolo fa l’Abbé Trèves chiedeva che l’istruzione fosse affidata ad insegnanti autoctoni in questi termini:
“Chiediamo degli insegnanti locali, presi presi addirittura dal villaggio se possibile, anche non patentati se occorre, ma dotati delle condizioni intellettuali, morali e valdostani volute, dal punto di vista della lingua e delle nostre migliori tradizioni, con delle paghe inferiori che potranno essere anche di mille franchi a volte, realizzando i tal modo un’economia considerevole per lo Stato, senza alcun pregiudizio per l’istruzione elementare dei nostri bambini valdostani1.”
L’auspicio dell’Abbé Trèves si è realizzato: i giovani diplomati valdostani che abbiano superato la quarta prova in francese alla maturità possono essere assunti come supplenti nelle scuole dell’infanzia e primaria della Valle d’Aosta, qualunque sia il tipo di maturità conseguita; al terzo anno del corso di laurea in scienze della formazione primaria gli studenti possono già inserirsi nella graduatorie e una volta laureati diventare insegnanti a tempo indeterminato.
È fonte di grande sorpresa constatare che non vi sia stato una risparmio per le casse pubbliche: gli insegnanti della scuola primaria valdostana a fronte di un incremento di 3 ore di lezioni settimanali + 1/2 ora di riunioni percepiscono 1/3 dello stipendio base in più dei colleghi piemontesi. Un incentivo che farebbe gola a molti.
- Abbé Trèves, Une injustice qui crie vengeance!, Aoste, imprimerie Catholique, 1923, pag. 25 – versione digitale disponibile qui: http://cordela.regione.vda.it/pubblicazioni/Libri/Une%20injustice,%20la%20suppression%20des%20%c3%a9coles%20de%20hameau%20(2)/27/index.html#zoom=z – libera traduzione italiana di Gian Mario Navillod.[↩]