Per ben 36 anni la prima regina d’Italia, Margherita di Savoia, nata nel 1851, passò le vacanze a Gressoney-Saint-Jean.
Nel 1905, di ritorno da una gita al Gran San Bernardo a bordo dello Sparviero, l’automobile FIAT che usava per le gite in montagna ebbe un incidente del quale ho trovato tre versioni.
L’incidente ebbe luogo nel rettilineo tra Donnas e Pont-Saint-Martin in loc. Venturini verso le 23 del 19 agosto 1905, togliendo delle pietre dal muro di una casa in costruzione e ponendole sulla strada. Vennero arrestati quattro uomini.
La versione dei giornali romani
Ci telefonano da Roma, 21, ore 16:
La Capitale dice falsa di sana pianta la notizia del presunto attentato alla Regina madre. Si tratterebbe di un incidente di lievissima importanza verificatosi in una gita automobilistica sulla via del Piccolo San Bernardo. Quei montanari, che si sono in diverse occasioni mostrati contrari alle automobili, avevano da molto tempo sbarrata una parte della strada con grosso pietre senza prevedere vi sarebbe dovuta passare la regina Margherita. L’altro giorno, invece, l’automobile reale fece quella via e la trovò così sbarrata. Questo, secondo la Capitale, sarebbe l’incidente. Il resto è parto della fantasia.
Ci telefonano da Roma, 21, ore 22:
Al Ministero degli interni sono giunti i particolari intorno al preteso attentato che avrebbe subito sul Piccolo San Bernardo l’automobile della regina Margherita. Ecco: un attentato veramente vi fu, ma non alla Regina; l’attentato ebbe luogo semplicemente all’automobile. Bisogna sapere che la gente di campagna e di montagna ha concepita una forte avversione a questo nuovo genere di locomozione. Vedere un automobile è come vedere il diavolo; quando passa un automobile, per certe località di campagna qualche volta sono sassate, quasi sempre fischiate. E’ così che capitò all’automobile della Regina. L’automobile, discendendo dal Piccolo San Bernardo, fu veduto a grande distanza da alcuni ragazzacci che stavano oziando, mentre i loro armenti pascevano a distanza. Visto l’automobile svoltare ad un giro della via, immantinente venne loro la triste idea di costruire con grosse pietre una specie di barricata. Fatto ciò, i cinque ragazzacci si allontanarono, nascondendosi dietro una rupe per assistere all’effetto della loro prodezza. Per fortuna e per prudenza, l’automobile procedeva adagio, perché essendo in discendenza era completamente frenato e l’urto non fu grave. Nessuna disgrazia di persone; l’automobile riportò diverso avarie, ma fu riparato in tempo relativamente breve. La regina Margherita diede prova, anche in questa circostanza, di molta presenza di spirito.
Fu un piccolo alpigiano che corse ad avvertire i carabinieri, i quali vigilavano a poca distanza sulla strada, e fu pure il piccolo montanaro che indicò ai carabinieri i ragazzacci che avevano costruito la barricata. Essi vennero quasi subito scoperti ed arrestati. Si confessarono ingenuamente autori dell’attentato, adducendo a ragione che gli automobili spaventano lo loro capre, le loro vacche ed i loro cani; ma aggiunsero che ignoravano completamente chi si trovava sull’automobile o meno ancora che vi fosse la regina Margherita, e questa loro confessione risultò vera anche dal fatto che quattro dei cinque ragazzacci sono di età inferiore degli undici anni. Perciò fu semplicemente denunciato all’Autorità giudiziaria il quinto, che conta dai quattordici ai quindici anni o che solo fu trattenuto in arresto. S’intende che dovranno rispondere non d’attentato alla Regina, ma di attentato in genere ad un automobile. I genitori dei ragazzacci appena, seppero quale, pericolo aveva corso la Regina madre, che è amatissima da quelle popolazioni alpestri, si diedero a piangere disperatamente chiedendo perdono per il fallo dei figli1.
La versione della Regina Margherita
26 Aout 1905 Castel Savoia 2
“Samedi passé, il n’y a eut pas le moindre dommage pour les personnes, et relativement peu pour l’automobile car nous avons pu retourner jusqu ici avec! Mais ces canailles avaient la meilleure envie de nous voir faire un saut très dangereux ou nous aurions pu être brisés en pièces … les pierres etaient fort grandes et mise de façon qu’on ne pouvait … les voir qu’en y étant déjà dessus.”
“Sabato scorso non vi è stato il minimo danna alle persone e relativamente pochi danni all’auto visto che siamo ritornati qui con essa! Ma quelle canaglie avevano la migliore intenzione di vederci fare un salto molto pericoloso che avrebbe potuto ridurci in pezzi … le pietre erano molto grandi e messe in maniera che non si potesse vederle finché non ci si fosse stati sopra.”
26 VIII 1905 Castel Savoia 3
“… gràce à l’abilitè de qui guidait nous n’avons pas versé et l’automobile a fait honneur à la Fiat par sa solidité … les coupables sont des jeunes gens, mais d’âge responsable car il ont de 18 a 20 ans et pas des enfants au dessous de 11 ans comme disent les journaux qui en général ont raconté un tas de betises sur le fait.”
“… grazie all’abilità di chi guidava non ci siamo rovesciati e l’auto ha fatto onore alla Fiat grazie alla sua solidità … i colpevoli sono dei giovani, ma di età responsabile visto che hanno dai 18 ai 20 anni e non dei bambini con meno di 11 anni come dicono i giornali che in generale hanno raccontato una sacco di sciocchezze sul fatto.”
La versione del corrispondente de La Stampa
Ci telegrafano da Pont Saint-Martin. 21, ore 21:
Nonostante il mistero con cui l’Autorità tenta di nascondere i primi atti dell’istruttoria riflettente l’incidente automobilistico sofferto sabato sera da S. M. la regina Margherita, sono in grado di inviarvi i più precisi particolari del fatto, che soltanto per un miracolo non ha aiuto conseguenze assai più gravi.
Verso le 10 di sabato S. M. partì dalla sua villa per fare una gita al Gran San Bernardo. Erano con S. M. la dama d’onore marchesa Villamarina, il marcheso Guiccioli, il professore Piero Giacosa e la contessa Poss. L’automobile era lo Sparviero, un 24 Fiat, che la Regina adopera consuetamente per le gite in montagna, perché scoperto.
La vettura, era guidata dal cav. Cariolato, con cui era pure un chauffeur del servizio reale.
Dopo una breve fermata in Aosta, e precisamente al Victoria Hotel, ove S. M. ed il seguito fecero colazione, la comitiva proseguì pel San Bernardo, ove giunse verso le 17.
S. M. si fermò all’Ospizio un paio d’ore, e alle 19 ripartì direttamente per Gressoney.
Verso lo 23 l’automobile, il cui cammino era rischiarato da proiettori, percorreva il magnifico rettilineo che da Donnaz conduce a Pont Saint-Martin. Giunto a poche centinaia di metri da quest’ultimo Comune, e precisamente nella località dotta Venturini, l’automobile urtò improvvisamente contro un ostacolo formato da grossissime pietre che orano state sparse su tutta la strada per un tratto di circa una ventina di metri. L’urto fu molto violento, e l’automobile si alzò da terra, dando per un istante ai viaggiatori l’impressione terribile di essere lanciati nello spazio. Fortunatamente il pesante veicolo ricadde senza rovesciarsi, e si fermò quasi istantaneamente stretto nei freni che subito il cav. Cariolato fece agire. Fu vero miracolo se, nonostante il violento contraccolpo, nessuno fu sbalzato dalla vettura.
Primo pensiero della Regina fu quello di chiedere ai compagni di viaggio se erano incolumi, e si rallegrò alla risposta affermativa. Poscia, ricordandosi che poco lungi dal posto aveva veduto due individui, ordinò al cav. Cariolato ed al chauffeur di rincorrerli, il che fu tosto fatto. I due individui vennero infatti rintracciati o furono immediatamente accompagnati nella caserma dei carabinieri di Pont Saint-Martin.
Il cav. Cariolato ritornò poscia sulla località e, risalito sull’automobile, potè rimettere il veicolo in viaggio. Naturalmente, per le avarie sofferte, l’automobile dovette procedere adagio e giunse a Gressoney verso il tocco della notte.
Appena arrivata in casa S. M., la quale aveva subito ripresa la sua consueta serenità, dettò un telegramma al Re per informarlo dell’avvenuto e per assicurarlo che nulla di male aveva riportato.
Appena informato del fatto, il capitano dei carabinieri cav. Gastaldi, che è al seguito di S. M., partì per Pont Saint-Martin col cavaliere Cariolato per proseguire le indagini coi carabinieri del luogo. Nella stessa notte l’Arma benemerita trasse in arresto altri quattro individui, fra cui uno già pregiudicato.
Oggi quattro degli arrestati vennero tradotti sotto buona scorta nello carceri d’Aosta. A me consterebbe che essi sono confessi. Uno fra di essi avrebbe anche ammesso che non ignorava che dovesse fra poco passare l’automobile della Regina. Lo pietre trovato sulla strada sono stato tolte dal muro di una vicina casa in costruzione. Ieri si recarono a visitare la località il procuratore del re di Aosta, il pretore di Donnaz ed il capitano dei carabinieri di Ivrea. Mercoledì mattina l’Autorità giudiziaria farà un altro sopraluogo insieme alle persone che si trovavano con S. M.
- La Stampa – Martedì 22 Agosto 1905, pag. 2 versione digitale disponibile qui: http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0022_01_1905_0232_0002_18193176/anews,true/[↩]
- Margherita di Savoia, Lettere, a cura di Aldo di Ricaldone, Tipografia Marcoz, Morgex, 1989, pag. 341[↩]
- Margherita di Savoia, Lettere, a cura di Aldo di Ricaldone, Tipografia Marcoz, Morgex, 1989, pag. 387[↩]