Qualche mese prima di essere ucciso Bernard Maris rilasciò un’intervista a Jean Cornil. Di questa intervista parlo sovente in montagna con i miei ospiti perché ci sono idee che è bene non dimenticare, in montagna come nella vita.
Racconta Bernard Maris che la Rivoluzione francese ha inventato la fraternità per tenere insieme due pulsioni umane antitetiche: l’uguaglianza e la libertà.
La libertà produce molta ineguaglianza, in una società molto libera generalmente i ricchi diventano più ricchi e i poveri più numerosi.
Non credo siano in tanti quelli che vogliono vivere in una società dove pochi vivono bene e molti vivono male. Perché a tanti piacerebbe vivere come un faraone ma ce n’era uno solo in tutto l’Egitto; erano molto più numerosi gli schiavi che lo servivano.
A volte l’uguaglianza è nemica della libertà: nessuno vorrebbe vivere in una società dove i salari sono uguali, il cibo è uguale ed i vestiti sono uguali per tutti, probabilmente è proprio per questo che il comunismo in Russia e Cina non esiste più.
La natura umana è profondamente permeata di altruismo, ogni uomo ha un lato altruista e contemporaneamente un lato egoista e violento. Ogni volta che uno rischia di annegare c’è sempre un brav’uomo che cerca di soccorrerlo. Anche se non lo conosce, anche se il colore della pelle è diverso.
Ma non bisogna dimenticare che c’è una parte oscura dell’animo umano: per alcuni uomini è bello fare la guerra. La mia vicina di casa, figlia di partigiano mi ha confidato: “la guerra fa paura perché in guerra gli uomini crudeli non si nascondono più“.
Il signore che ha chiesto a Bernard Maris se fosse meglio l’intesa cordiale di Francia e Germania nel quadro dell’Unione Europea o la libertà della guerra non ha potuto finire la domanda e la risposta è stata: “Sicuramente no. No, meglio l’intesa cordiale.”
Un’intesa cordiale fondata su una dichiarazione approvata nel 1789 in Francia: “Le but de toute association politique est la conservation des droits naturels et imprescriptibles de l’Homme. Ces droits sont la liberté, la propriété, la sûreté et la résistance à l’oppression”1, accade che talvolta alcuni uomini politici se ne dimentichino.
Post del 20.09.18 – ultimo aggiornamento 13.04.2019
- “Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell’Uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione” art. 2 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 26 agosto 1789[↩]