Cos’era la Fiera di Sant’Orso.
Da tempo immemorabile all’inizio dell’annata agraria i contadini scendevano ad Aosta per acquistare gli attrezzi di lavoro che servivano loro per il nuovo anno.
E da tempo immemorabile i mercanti si recavano ad Aosta per la fiera di Sant’Orso, gli ultimi due giorni di gennaio, il 30 e il 311.
Nei due giorni di fiera mercanti e contadini si incontravano e le vie del borgo erano animate dalle contrattazioni.
La notte si passava a volte in sistemazioni di fortuna, tirando tardi nelle osterie o nelle cantine di Aosta.
Cos’è oggi la Fiera di Sant’Orso.
Ai mercanti ed ai contadini che comprano e vendono gli attrezzi da lavoro (dai rastrelli in legno ai trattori, anche l’agricoltura si è modernizzata) si sono aggiunti artigiani ed artisti valdostani che espongono le loro opere nel centro storico di Aosta.
Nelle lunghe sere invernali sono numerosi i valdostani che si dedicano alla scultura in legno o in pietra ollare, una pietra relativamente tenera, facile da lavorare che deve il suo nome alle pentole, le olle, che con essa venivano fabbricate.
Alcuni artigiani hanno ripreso la tradizione del ferro battuto, altri intrecciano vimini e costruiscono gerle, altri ancora ricavano dal legno fiori stilizzati o elementi di arredo.
Nei due giorni della Fiera di Sant’Orso si incontrano nel centro storico di Aosta i grandi nomi della scultura valdostana, chi lo diventerà un giorno e anche chi espone sul suo banchetto opere frutto di coraggio e buona volontà.
Le Pro-Loco della Valle d’Aosta per due giorni si concentrano nel capoluogo regionale e offrono le loro specialità enogastronomiche a prezzi ragionevoli.
I gruppi folkloristici animano la viellà, una notte bianca ante litteram che si svolge ogni anno nella notte tra il 30 ed il 31 gennaio. Dalle nove di sera a mezzanotte si ballava in piazza della Cattedrale seguendo le melodie delle vecchie danze della tradizione europea. Nell’edizione del 2015 gli amanti delle danze tradizionali si sono ritrovati al teatro romano.
Le auto sono bandite dal centro e dai parcheggi periferici le navette gratuite fanno la spola verso la Fiera di Sant’Orso. La folla è talmente compatta che nelle ore di punta viene istituito un senso unico pedonale in via Sant’Anselmo tra l’Arco di Augusto e le Porte Pretoriane.
Chi si incontra alla Fiera di Sant’Orso.
Artigiani, artisti e i valdostani che scendono ad Aosta per far quattro chiacchiere osservando le opere degli scultori più famosi.
I buongustai che profittano dell’occasione per assaggiare le specialità tradizionali della Valle d’Aosta a prezzi ragionevoli.
Chi desidera passare una piacevole serata ascoltando i gruppi folkloristici della Valle d’Aosta o ballando le danze tradizionali nella piazza della Cattedrale.
Chi vuole scoprire cosa fanno i valdostani la sera, quando il freddo e la neve non permettono di passeggiare in strada.
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Link al Programma ufficiale della Fiera di Sant’Orso 2025.
Post del 13.1.2015 – Ultimo aggiornamento 10.12.2024
- Un documento del 1243 ne attesta lo svolgimento dal “foro granario Trinitatis usque ad pontelliam de Bovarnerio et non plus ultra” in Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 29[↩]