Una gentile signora mi ha chiesto se era in grado di arrivare all’Ostello di Lavesé a causa del suo ginocchio che ogni tanto le duole. Domanda difficile, impossibile rispondere.
Però posso consigliare l’itinerario meno faticoso e più sicuro, quello indicato per le persone poco allenate, con qualche dolorino, che però vogliono provare a calzare le ciaspole ed assaporare la calda accoglienza e l’ottima cucina di questo rifugio/ostello.
1) La strada più breve per Lavesé.
Si parte dalla Strada Regionale per Col di Saint-Pantaléon. Tra i villaggi di Semon e Chérésoulaz si lascia l’auto nel parcheggio costruito all’interno di un tornante, poco più avanti, circa 100 metri, inizia la strada sterrata per Lavesé che in inverno è battuta dalla motoslitta che porta le provviste all’ostello.
Si calzano le ciaspole e dopo un chilometro e mezzo di facile passeggiata in mezzo al bosco si arriva all’ostello. Il dislivello è di soli 100 metri. Se non vi fermate a fare troppe fotografie dovreste metterci una mezzoretta, se volete riempirvi i polmone di aria buona e l’animo della bellezza del bosco prendetevi il vostro tempo, non c’è fretta, non è una gara.
E se proprio il ginocchio è bloccato e non ne vuole sapere di portarvi a Lavesé? Provate a chiedere aiuto al gestore: è molto cortese e troverà una soluzione.
2) La strada che consiglio per Lavesé.
Se siete in buona salute e non avete paura di perdervi nel bosco consiglio di raggiungere l’ostello da Plau attraverso la splendida abetaia che separa Lavesé dal fondovalle. Calcolate un’ora di tempo seguendo questo itinerario.
3) L’itinerario più bello per raggiungere Lavesé.
Se non siete di corsa e potete dedicare l’intera giornata ad una bellissima escursione vi consiglio di raggiungere Lavesé dal Colle di Saint-Pantaléon passando dal Belvedere di Saint-Evence. Calcolate un’ora e mezzo di tempo seguendo questo itinerario.
Buona passeggiata.
Un po’ di storia
Lavesé era un alpeggio abbandonato di proprietà regionale, nel 1998 la regione cedette la struttura al comune di Saint-Denis1 che intendeva trasformarlo in un centro di ricerca su flora e fauna aperto a studenti ed insegnanti.
L’alpeggio di Lavesé è stato restaurato con il finanziamento dell’Unione Europea e rappresenta un esempio concreto di sviluppo sostenibile: nel recupero della struttura sono stati utilizzati materiali naturali, l’energia elettrica è prodotta da pannelli fotovoltaici, il riscaldamento è assicurato in parte dalla legna e in parte dai pannelli solari e per la depurazione degli scarichi si utilizza un fitodepuratore, uno stagno artificiale nel quale microorganismi e piante ripuliscono l’acqua da batteri e carichi inquinanti.
All’inizio del 2002 i lavori furono completati2 e si cominciò a pensare alla ristrutturazione del Rascard di Plau che avrebbe dovuto diventare un volano per l’agricoltura di qualità.
Il 29 giugno 2002 la struttura fu inaugurata, la gestiva la cooperativa La Traccia 3 e già allora era possibile pranzare con il menù vegetariano.
Post del 26.01.2015 ultimo aggiornamento 21.04.2024
- La Stampa del 20/03/1998 – numero 78 pagina 39, versione digitale disponibile qui[↩]
- La Stampa del 20 Gennaio 2002, pag. 37, versione digitale disponibile qui[↩]
- La Stampa di Venerdì 28 Giugno 2002, pag. 41 versione digitale disponibile qui[↩]