Corso da Guida Ambientale Escursionistica

Il corso da guida ambientale escursionistica organizzato a Borgo Val di Taro: riflessioni sull’impatto europeo dell’intervento.

L’esempio di Borgo Val di Taro rappresenta un approccio sostenibile al problema dell’abbandono della montagna e, soprattutto, è replicabile a livello europeo?

Affrontare in modo sinergico il problema dell’abbandono della montagna può diventare una buona pratica a livello europeo?

Alcune considerazioni permettono di definire meglio il problema affrontato nella valle del Taro e la strategia usata per ridurre gli effetti negativi sul tessuto socio-economico di questa zona di montagna.

Panorama invernale da Saint Evence – Foto di Gian Mario Navillod.
Panorama invernale da Saint Evence – Foto di Gian Mario Navillod.

Borgo Val di Taro è un piccolo paese dell’Appennino in Provincia di Parma, famoso per il suo fungo IGP ma le attrattive turistiche del suo territorio sono poco conosciute. È sufficientemente lontano dalla principali città per non risentirne gli influssi né in positivo né in negativo.

Il suo territorio è ricco di emergenze storiche e paesaggistiche che non sono conosciute e di conseguenza non sono valorizzate e non sono utilizzate per lo sviluppo del turismo.

Problema principale:

  • Manca il lavoro in loco e la gente abbandona la montagna.
Monte Cervino e Grandes Murailles dal sentiero per il Bec Pio Merlo - Foto di Gian Mario Navillod.
Monte Cervino e Grandes Murailles dal sentiero per il Bec Pio Merlo – Foto di Gian Mario Navillod.

Problemi collegati:

  • manca un afflusso turistico costante che creerebbe nuovi posti di lavoro;
  • le emergenze storiche e paesaggistiche del territorio non sono conosciute;
  • le emergenze storiche e paesaggistiche del territorio non sono valorizzate;
  • mancano guide professionali che promuovano le emergenze storiche e paesaggistiche;
  • le strutture turistiche non sono utilizzate e chiudono per mancanza di turisti;
  • i turisti non arrivano perché mancano le strutture;

Chiave dell’intervento:

  • In Italia mancano i corsi di formazione per le Guide Ambientali Escursionistiche.

 

Sempervivum cresciuto su un rudere del villaggio Mandaz Desot di Valtournenche – Foto di Gian Mario Navillod.
Sempervivum cresciuto su un rudere del villaggio Mandaz Desot di Valtournenche – Foto di Gian Mario Navillod.

La buona pratica:

  • In collaborazione con l’associazione di categoria che rappresenta la professione a livello nazionale (AIGAE) è stato organizzato un corso di formazione per Guide Ambientali Escursionistiche;
  • il costo del corso di circa 900 euro per 150 ore di lezione è quasi interamente a carico dei corsisti;
  • le lezioni intensive sono tenute nei fine settimana in modo da permettere l’afflusso di corsisti da località in un raggio di circa 400 km;
  • le Guide Ambientali Escursionistiche formate hanno iniziato a promuovere le emergenze storiche e paesaggistiche del territorio;
  • le Guide Ambientali Escursionistiche formate sono utilizzate come docenti nei corsi successivi per integrare il loro reddito nei primi anni di attività;
  • le Guide Ambientali Escursionistiche formate trasmettono le buone pratiche sperimentate sul territorio ai nuovi corsisti.
Particolare del fiore dell'Astragalus alopecurus Pall. - Foto di Gian Mario Navillod.
Particolare del fiore dell’Astragalus alopecurus Pall. – Foto di Gian Mario Navillod.

Ricadute dirette sul territorio:

  • incremento delle presenze nelle strutture ricettive che ospitano i corsisti;
  • incremento delle consumazioni nei locali frequentati dai corsisti;
  • incremento del commercio legato alla presenza dei corsisti e dei docenti.

Ricadute indirette:

  • disseminazione delle buone pratiche relative alla professione di Guida Ambientale Escursionistica;
  • disseminazione delle buone pratiche relative al turismo;
  • conoscenza delle emergenze storiche e paesaggistiche locali in un raggio più ampio.

E’ possibile esportare l’esempio di Borgo Val di Taro in Valle d’Aosta?

La Valle d’Aosta è una regione a statuto speciale posta nel cuore delle Alpi di rilevante attrattività turistica legata soprattutto alla montagna e ai ghiacciai, ai castelli medievali, all’architettura di epoca romana, al Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Problema principale:

  • Il ridursi delle entrate regionali e la concorrenza dei produttori esteri nell’industria manifatturiera portano ad una diminuzione del lavoro in loco e gli abitanti tendono ad abbandonare la montagna.
I ghiacciai e il Rifugio Mezzalama - ottobre 2014 - Foto di Gian Mario Navillod.
I ghiacciai e il Rifugio Mezzalama – ottobre 2014 – Foto di Gian Mario Navillod.

Problemi collegati:

  • l’afflusso turistico che creerebbe nuovi posti di lavoro cala a favore della concorrenza francese e svizzera;
  • i turisti preferiscono l’offerta di altre regioni delle Alpi italiane;
  • le emergenze storiche e paesaggistiche del territorio sono poco conosciute (Via Francigena, Pondel di Cogne, ru in attività e ru abbandonati, ghiacciai);
  • le emergenze storiche e paesaggistiche del territorio sono poco valorizzate;
  • mancano guide professionali che promuovano le emergenze storiche e paesaggistiche (l’ultima selezione per il corso abilitante da guida escursionistica risale al 2003);
  • le strutture turistiche sono sottoutilizzate e chiudono per mancanza di turisti;
Fiori di Leontopodium alpinum (Stella alpina, Edelweiss) - Foto di Gian Mario Navillod.
Fiori di Leontopodium alpinum (Stella alpina, Edelweiss) – Foto di Gian Mario Navillod.

Problemi peculiari della Valle d’Aosta:

  • La scarsa propensione a lavorare in gruppo che è efficacemente espressa dal detto “meglio poco da soli che tanto in tanti” (al contrario, la più antica società delle guide, quella di Chamonix, coordina tutt’ora guide alpine e guide ambientali-escursionistiche, come faceva quella del Cervino nel 1867);
  • Ricambio generazionale nelle guide turistiche/ambientali molto ridotto negli ultimi 10 anni;
  • Fragilità nell’offerta nelle professioni turistiche che stenta a far fronte alla concorrenze europea (non è più possibile impedire l’esercizio della professione in Valle d’Aosta ad una guida turistica o ambientale formata nell’UE).
Monte Cervino e bacino per l'innevamento artificiale al Colle Nord delle Cime Bianche – Foto di Gian Mario Navillod.
Monte Cervino e bacino per l’innevamento artificiale al Colle Nord delle Cime Bianche – Foto di Gian Mario Navillod.

Resistenze:

  • Le guide ambientali abilitate non richiedono l’organizzazione di nuovi corsi abilitanti ritenendo già saturo il mercato;
  • Le guide alpine che accompagnano i turisti sui sentieri o sulla neve con le ciaspole cercano di limitare il numero delle guide ambientali locali che rappresenterebbero dei possibili concorrenti;
  • Alcuni decisori tendono a non turbare equilibri raggiunti all’interno delle professioni turistiche.

Risorse disponibili in loco:

  • Giovani disoccupati disponibili ad affrontare un periodo di formazione per intraprendere una professione turistica;
  • Guide ambientali formate da utilizzare come formatori;
  • Fondi europei per ridurre il costo della formazione.
Le rane nel sabot - scultura in legno al Rifugio Mont Fallère - Foto di Gian Mario Navillod.
Le rane nel sabot – scultura in legno al Rifugio Mont Fallère – Foto di Gian Mario Navillod.

Rischi connessi al mantenimento dello status quo:

  • Progressiva diminuzione dell’offerta nelle professioni turistiche legata all’invecchiamento dei professionisti abilitati locali;
  • Concorrenza da parte dei professionisti dell’UE abilitati fuori dalla Valle d’Aosta (sono numerose le attività organizzate dalla Guide di Chamonix sul territorio della Valle d’Aosta).

Un esempio di buona pratica?

La Regione Autonoma della Valle d’Aosta e l’AIGAE anziché collaborare nella formazione delle nuove guide ambientali come accade nella Provincia di Parma hanno scelto di investire la magistratura amministrativa per decidere, mi si perdoni la semplificazione,  da chi e come devono essere formate le giovani guide.

Dalla lettura della sentenza del Consiglio di Stato del 22.06.2017 che ha visto contrapposte la Regione Autonoma della Valle d’Aosta e l’AIGAE sembrerebbe più che mai attuale la buona pratica che vede AIGAE e la Provincia di Parma collaborare dal 2012 nei corsi di formazione dei professionisti che accompagnano in natura i turisti che vogliono essere accompagnati in natura dove non occorrono corde, picozze o ramponi.

Post dell’11.05.2014 ultimo aggiornamento 6.12.2020