Ru de Vaud

Ex strada militare Condemine Gran Testa salendo al Ru de Vaud - Foto di Gian Mario Navillod.
Ex strada militare Condemine Gran Testa salendo al Ru de Vaud – Foto di Gian Mario Navillod.

Per raggiungere la presa del Ru de Vaud/Vau si cammina su di una bella strada militare tra foreste di conifere odorose. Dalle radure intorno agli alpeggi si vedono i monti della Valpelline ed il vallone del Menouve. Un grande serbatoio coperto sorprenderà gli escursionisti esperti che al ritorno seguiranno la tubazione del ru facendosi strada tra la vegetazione.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Aosta Est seguire le indicazione per il traforo del Gran San Bernardo. Dopo il villaggio La Condeminaz girare a sinistra seguendo le indicazioni per il Rifugio Chaligne e proseguire fino al parcheggio dove finisce la strada asfaltata.
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Lunghezza itinerario:  3 km circa
Quota parcheggio:  1524 m
Quota presa 1650 m circa
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Dislivello:  100 m circa
In bici: consigliato
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Descrizione

Proseguire diritti sulla vecchia strada militare Condemine Gran Testa seguendo le indicazioni dell’itinerario 3C. Si cammina in un bosco misto di larici ed abeti, l’aria è fresca e piena di odori. Dopo i primi tornanti la pendenza diminuisce e ad un occhio attento non sfugge sotto la strada il cippo in pietra con incise le lettere DM, demanio militare. Poco lontano si incontra il cippo chilometrico con inciso il numero 5. Qui finivano i primi cinque chilometri di strada militare che partiva dalla statale 27.

Pioppi cipressini (Populus pyramidalis Rozier) visti dal Ru de Vaud - Foto di Gian Mario Navillod.
Pioppi cipressini (Populus pyramidalis Rozier) visti dal Ru de Vaud – Foto di Gian Mario Navillod.

Si entra in una radura, i pascoli sono ripidissimi e tagliati orizzontalmente dagli stretti sentieri tracciati dalla mucche al pascolo, in fondo alla valle si distingue la chiesa di Allein che in autunno è circondata da una tavolozza di colori eccezionale: il verde intenso dei prati irrigati, il giallo dei prati non irrigati, le chiome dei pioppi cipressini (Populus pyramidalis Rozier) che somigliano a torce accese, il rosso delle foglie dei ciliegi selvatici.

Dent d'Hérens e Cervino visti dal Ru de Vaud - Foto di Gian Mario Navillod.
Dent d’Hérens e Cervino visti dal Ru de Vaud – Foto di Gian Mario Navillod.

In fondo alla Valpelline brilla sotto il sole il ghiacciaio delle Grandes-Murailles sotto la Dent d’Hérens. Si nota la cura con la quale è stata costruita questa strada militare: i bassi muri in pietra a secco sono ancora in ottime condizioni ed il fondo ha retto bene il passare degli anni. Si passa a valle dell’Alpe Meriau poi la strada coperta di ghiaia attraversa un bosco di abeti rossi dove i giovani tronchi sono stretti gli uni agli altri. Ai piedi di una piccola parete rocciosa la carrabile scende leggermente, chi lo desidera può proseguire lungo il sentiero del ru, pochi metri sopra la sterrata.

Il vallone del Menouve visto dal Ru de Vaud - Foto di Gian Mario Navillod.
Il vallone del Menouve visto dal Ru de Vaud – Foto di Gian Mario Navillod.

Si esce dal bosco alla spalle dell’Alpe Praz Gallet/Pragallet, proprio di fronte al vallone del Menouve. Si distingue in lontananza la morena laterale del ghiacciaio scomparso con la fine dell’ultima era glaciale.

Presa del Ru de Vaud sul Torrente d'Ars - Foto di Gian Mario Navillod.
Presa del Ru de Vaud sul Torrente d’Ars – Foto di Gian Mario Navillod.

Subito dopo la pietra miliare 7 si vede sotto la strada il grande dissabbiatore del Ru de Vaud, pochi metri più avanti uno stretto sentiero scende per una ventina di metri fino all’opera di presa.

Canale di carico del Ru de Vaud e dissabbiatore - Foto di Gian Mario Navillod.
Canale di carico del Ru de Vaud e dissabbiatore – Foto di Gian Mario Navillod.

Con un po’ di prudenza è possibile seguire il canale di carico a cielo aperto, passare a fianco del dissabbiatore e e proseguire lungo la condotta interrata attraverso il bosco fino a ritrovare la vecchia strada militare. Qualche metro più a valle si trovano i resti del vecchio alveo che passava alle spalle dell’alpeggio. L’incavo in cui scorrevano le acqua si sta lentamente colmando di pigne e di aghi di abete e in alcuni punti del bosco si vedono ancora i vecchi tubi di ferro e i più recenti tubi di plastica utilizzato per portare l’acqua ai pascoli.

Condotta interrata del Ru de Vaud - Foto di Gian Mario Navillod.
Condotta interrata del Ru de Vaud – Foto di Gian Mario Navillod.

Un po’ d’avventura

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Per rientrare al parcheggio gli escursionisti esperti alla ricerca di un pizzico di adrenalina possono avventurasi nel bosco  seguendo la tubazione interrata del Ru de Vaud. I rami bassi degli abeti più grandi costringono spesso a chinare la testa e i gli abeti più piccoli che crescono fittissimi in alcuni punti nascondono completamente la pista utilizzata per la posa della condotta. Occorre buon senso di orientamento e la capacità di aprirsi la strada tra la vegetazione.

Serbatoio di accumulo del Ru de Vaud - Foto di Gian Mario Navillod.
Serbatoio di accumulo del Ru de Vaud – Foto di Gian Mario Navillod.

In attesa di una sistemazione del sentiero dopo un chilometro di fatica tra erbe, rami e cespugli si arriva, con grande sorpresa, all’enorme serbatoio coperto sopra l’Alpe Mendey che è servito da una comoda sterrata che scende fino al parcheggio.

Curiosità

Giovanni Vauterin1 scrive che il Ru de Vau/Vaud è citato in documento del 16 aprile 1337 come confine della comunità di Etroubles. Deriva circa 200 litri al secondo dal torrente d’Arsy. L’acqua scorre in una tubazione di cemento-amianto posata a metà degli anni 70 del 1900 fino alla vasca di accumulo di Chez-Tognette che serve  2000 irrigatori.

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Post del 6.12.2020 ultimo aggiornamento 19.09.2021

  1. Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 88[]