Il generale Luigi Chatrian, un valdostano illustre e dimenticato.

Presa del Ru de Torgnon in inverno - foto di Gian Mario Navillod.
Presa del Ru de Torgnon in inverno – foto di Gian Mario Navillod.

Il generale Luigi Chatrian, la cui famiglia era originaria di Torgnon,  sosteneva che la gratitudine non è tra le virtù più diffuse in Valle d’Aosta. Come dargli torto se il suo contributo all’autonomia della Valle d’Aosta è stato dimenticato da gran parte dei valligiani. Si esprimeva così nel 1948, all’Assemblea Costituente dove venne eletto nella la lista della Democrazia Cristiana:

“... io prego di desistere da qualsiasi attacco contro la lingua francese in Val d’Aosta, che i valdostani considererebbero veramente offensivo. Non favoriamo le mene di pochi faziosi e di pochi sconsigliati che tendono ad alimentare quello pseudo irredentismo di cui ho parlato, in buona o in mala fede1“.

A 30 anni dalla pubblicazione della biografia curata da Anselmo Lucat sul generale Chatrian  i navigatori curiosi approdano ad una pagina di Wikipedia che ne offre un ritratto tutt’altro che lusinghiero. In attesa di un più accurato lavoro di sintesi condivido alcuni appunti, utili alle guide ambientali che desiderino conoscere e far conoscere alcuni aspetti curiosi della recente storia valdostana.

Don Aimé Chatrian ricorda nella prefazione al testo che il generale gli confidò: “A volte … ho vagamente l’impressione che la riconoscenza non sia una virtù valdostana2”.

Luigi Paolo Antonio Chatrian nacque ad Aosta il 7 novembre 1891 da Antonietta Farinet e Giuseppe Chatrian, tenente colonnello e professore di francese alla scuola militare di Roma3. Morì a Roma il 22 settembre 1967 all’ospedale militare del Celio.

Carriera militare

Dopo la maturità classica conseguita ad Aosta nel 1909 si arruolò come allievo ufficiale di complemento nel V reggimento alpini, il 10 novembre 1910 fu nominato sottotenente di complemento nel IV alpini e nel settembre 1912 confermato nel servizio permanente effettivo. Nel primo anno di guerra fu promosso prima tenente e poi capitano, nel 1918 ottenne il grado di maggiore.

Nel 1926 fu promosso tenente colonnello, nel 1936 colonnello e il 16 ottobre 1937 fu nominato Comandante della scuola militare Nunziatella di Napoli.

Nell’ottobre 1940 fece parte della commissione italiana di armistizio con la Francia, nel febbraio 1942 venne inviato a Creta e promosso generale di brigata. A causa di una lesione al polmone sinistro venne ricoverato all’Ospedale Militare di Caserta e malgrado la sua richiesta di rientrare al comando di una divisione alpina, venne destinato al comando della 227a divisione di fanteria di Castrovillari. Il 20 giugno 1944 scrisse alla moglie: “Qui si è vissuto di molte illusioni e quasi come in tempo di pace. Ora tutto resta da fare. Ciò che è stato fatto è stato studiato male e occorre adattarlo per non doverlo rifare4”.

Dopo l’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943 ordinò: “a) di reagire ad atti di forza da parte germanica; b) di difendere le batterie e rafforzarle con elementi di fanteria; c) di fronte a forze soverchianti, se le batterie rischiassero di essere sopraffatte, di far saltare i pezzi5“.

A richiesta del maggiore Domenico Massimo comandante del 76° battaglione di fanteria e del tenente colonnello Remo Ambrogi comandante del 141° reggimento, il 6 settembre 1943 ordinò la fucilazione di cinque soldati accusati di diserzione in presenza del nemico e deterioramento delle armi6. La fucilazione eseguita nella notte tra l’8 e il 9 settembre è ricordata come l’eccidio di Acquappesa.

Il 9 settembre ordinò: “ … mantenendo attuali settori battaglione concentrate forze su capisaldi attuando accurate misure di sicurezza. Guardie forti ben inquadrate et dotate abbondantemente munizionamento at stazioni et impianti ferroviari in funzione, opere d’arte, magazzini et depositi. Disciplina esemplare contegno fermo risoluto, scevro da provocazioni ma stroncatore contro qualsiasi imposizione … Generale Chatrian7”.

Le forze anglo americane sbarcate a Salerno e a Taranto il 9 settembre costrinsero le forze tedesche a ritirarsi dalla Calabria. Il 10 settembre il gruppo d’armate Sud dal quale dipendeva il generale Chatrian venne sciolto.

Nell’ultimo inverno di guerra al generale Chatrian venne offerto dagli alleati il comando della resistenza in Valle d’Aosta. Sarebbe stato paracadutato oltre le linee nemiche ma rifiutò e propose in sua vece il maggiore Augusto Adam del Servizio Informazioni Militari8.

Carriera politica

Il 28 dicembre 1944 il generale Chatrian venne nominato sottosegretario alla guerra e conservò tale incarico ininterrottamente nei governi Bonomi, Parri e De Gasperi fino al 22 dicembre 1947. Venne eletto all’Assemblea Costituente per Democrazia Cristiana. Nel collegio Napoli Caserta fu il quarto candidato più votato dopo Alcide De Gasperi, Angelo Raffaele Jervolino e Giovanni Leone.

Da dicembre 1944 ad aprile 1945

Si occupò della riorganizzazione dell’esercito per sostenere la guerra di liberazione e degli ufficiali italiani accusati dalle autorità Jugoslave di crimini di guerra.

Da maggio a novembre 1945

Impostò la trasformazione dell’esercito di transizione all’esercito definivo riducendo gli organici e normalizzando i gradi dell’alta gerarchia militare; curò il riordino dei tribunali militari del Nord; si adoperò per la ricostituzione della Scuola Centrale di Alpinismo Militare ad Aosta.

Il 29 maggio 1945 fu chiamato a presiedere la commissione interministeriale che doveva occuparsi della questione valdostana. Il 7 giugno trasmise al presidente del Consiglio dei Ministri lo schema di progetto redatto in collaborazione con Federico Chabod e Eugenio Dugoni.

Nell’agosto 1945 redasse due pro-memoria per il Consiglio dei Ministri nei quali caldeggiò l’istituzione della zona franca: “Poiché la Val d’Aosta ha fatto suo lo slogan autonomia e zona franca … perché non seguire la linea di minore resistenza e cioè dare ai valdostani quella zona franca che in realtà per lunghi anni non rappresenterà nel suo complesso, un danno ma bensì un beneficio? … a completamento delle notizie già fornite sulla zona franca e sulla necessità assoluta della sua costituzione … per combattere nel modo più efficace la propaganda francese, che aveva promesso l’esenzione totale di ogni imposta per 50 anni9

da dicembre 1945 a dicembre 1947

Si occupò del rimpatrio dei prigionieri di guerra italiani (nel 1946 circa 400.000), propose ed ottenne la fusione nel ministero della difesa dei tre ministeri dell’esercito della marina e dell’aeronautica “Per tre piccole forze armate, di limitate proporzioni … un Ministero unico può essere sicuramente ritenuto adeguato e sufficiente10“. Si oppose alla proposta di aumento dei limiti di età degli ufficiali superiori : “l’esperienza del recente conflitto ha insegnato che i comandanti devono possedere doti fisiche eccezionali. Quindi, caso mai, si dovrebbe tendere ad abbassare gli attuali limiti di età, anziché aumentarli“.

Nel dicembre 1947 elaborò le principali proposte [di modifica NdR] relative al progetto di statuto deliberato dal Consiglio Valle il 3 marzo 194711.

Dal 16 ottobre 1954 e sino al 1963 fu presidente dell’Opera Nazionale Orfani di Guerra che curava l’educazione e l’avviamento al lavoro degli orfani rimasti senza famiglia. Dal 1951 al 1957 fu presidente dell’Unione Militare, la cooperativa di credito e consumo dei militari.

Curiosità

Pietro Nenni stringendo la mano di don Aimé Chatrian, cugino e ospite del generale, disse in un ristorante vicino a Montecitorio “Félicitations ! Vous avez là un homme très valable. Dommage qui soit un adversaire !12

Il generale Chatrian amava scherzare; scrisse al vicario generale della diocesi di Aosta in questi termini: “Caro Collega, in quanto generale, non in quanto vicario13

Il generale Chatrian e il Re di Maggio

Il figlio del generale Chatrian ha raccontato che, appreso il risultato del referendum istituzione, Re Umberto II convocò vertici dell’esercito per ascoltare la loro opinione sul da farsi.

“Papà mi disse di aver risposto con cortese fermezza: Maestà non vedo altro da fare che inchinarsi alla volontà popolare” e commentò con i familiari: “E che si aspettava? Che l’esercito facesse la marcia su Roma per salvare il trono che aveva fatto di tutto per non meritarselo?14

Sembra per lo meno eccessivo.

Il generale Chatrian espresse alcune considerazioni sul progetto di Statuto per la regione autonoma Valle d’Aosta approvato il 3 marzo 1947 dal Consiglio Valle15. Tra le righe sembra resti  traccia di una velata ironia. Il testo proposto prevedeva: “Il Presidente della Regione partecipa, con il rango di ministro e con voto deliberativo, alle adunanze del Consiglio dei Ministri nelle quali sono discusse materie e servizi che interessino particolarmente la Regione“.  Considerazione di Chatrian: “Sembra per lo meno eccessivo, rispetto ad una regione di 92.000 abitanti! (quella del Trentino-Alto Adige ne ha 586.000 e non vi è previsto alcunché di simile)“. Il testo approvato prevede: “Il Presidente della Regione … Interviene alle sedute del Consiglio dei ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione.16

Onorificienze

  • Croce di Cavaliere della Corona d’Italia
  • Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
  • Cavaliere Ufficiale della Corona d’Italia
  • Commendatore della Corona d’Italia
  • Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana17

Opere

Luigi Chatrian dal 1931 al 1933 ha collaborato con l’Enciclopedia Treccani redigendo i testi relativi alle forze armate di Francia, Germania, Giapppone, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera e URSS18

Pagina del 26.05.2013 ultimo aggiornamento 17.11.2022

  1. Estratto dal verbale dell’Assemblea Costituente del 30 gennaio 1948, pag. 4250. Versione digitale scaricabile a questo indirizzo: http://legislature.camera.it/_dati/costituente/lavori/Assemblea/sed373/sed373nc.pdf – URL consultato il 29.10.2022[]
  2. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 10 libera traduzione dal francese di Gian Mario Navillod[]
  3. Sylvain Vesan, Torgnon, Imprimerie Valdôtaine, Aoste, 1993, pag. 94[]
  4. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 26 nota 6 – libera traduzione dal francese di Gian Mario Navillod[]
  5. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 28[]
  6. Mimmo Franzinelli, Disertori, Mondadori, Milano, 2016, ISBN 978-88-04-65999-0, pag. 160 e segg.[]
  7. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 29[]
  8. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 65[]
  9. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 87[]
  10. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 40[]
  11. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 107[]
  12. Congratulazioni! Siete con un uomo validissimo, peccato sia un avversario [politico NdT]” in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 8 libera traduzione dal francese di Gian Mario Navillod[]
  13. in: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 9 libera traduzione dal francese di Gian Mario Navillod[]
  14. In: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 35.[]
  15. Progetto di Statuto per la regione autonoma Valle d’Aosta e verbale della seduta di approvazione disponibili qui: https://www.consiglio.vda.it/app/oggettidelconsiglio/dettaglio?pk_documento=25387[]
  16. In: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 109.[]
  17. Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 22 nota 2[]
  18. In: Anselmo Lucat, Luigi Chatrian, Tipografia Valdostana, Aosta, 1992, pag. 49.[]