Il Grand Ru di Introd scorre interamente intubato sotto una bella sterrata all’interno della gola della Dora di Rhêmes. Alcune radure si alternano alle macchie di latifoglie offrono degli scorci suggestivi sulla gola.
L’opera di derivazione merita il viaggio: una cascata alta qualche metro lascia cadere un velo continuo d’acqua sul fondo roccioso del torrente scolpito dalla corrente. Forme astratte si alternano a marmitte dei giganti e a piccole pozze raggiunte dal sole per poche ore al giorno.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Aosta Ovest immettersi sulla strada statale 26 e seguire le indicazioni per Courmayeur. Circa un chilometro dopo il ponte sulla Dora Baltea prendere a destra lo svincolo seguendo le indicazioni per la Valsavarenche e la valle di Rhêmes. Alla biforcazione tra le due strade regionale prendere a destra per la valle di Rhêmes e appena superato il bivio parcheggiare subito sulla sinistra.
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Lunghezza: 2 km circa
Quota partenza: 935 m circa
Quota arrivo: 945 m circa
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Dislivello: 30 m circa
In bici: consigliato.
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Descrizione.
Si percorre per un ventina di metri la strada regionale poi si gira a destra e si prende la sterrata che scende tra pascoli fioriti e mucchi di letame. La pendenza si accentua per un tratto brevissimo, alla biforcazione si prosegue dritti per qualche decina di metri poi si gira a sinistra passando davanti alla costruzione in cemento armato per la distribuzione delle acque e ci si ritrova sulla pista di servizio del ru.
Prima di entrare nell’ombra nelle latifoglie guardando verso valle spicca la chiesa parrocchiale di Introd con il suo campanile aguzzo, sulla sinistra si vedono due dei tre ponti che attraversano l’orrido della Dora di Rhêmes e dall’altra parte della valle, sopra un’altissima parete rocciosa, si scorge in lontananza il campanile della chiesa di Saint-Nicolas.
Lungo la pista prosperano i pioppi tremuli, alcune piante raggiungono dimensioni di tutto rispetto, addentrandosi nel solco vallivo le prime conifere prendono il posto dei noci e in primavera la fioritura dei ciliegi selvatici macchia di bianco il tappeto verde della foresta.
Un piccolo ponte acquedotto attraversa un torrentello che scende a balzo verso la dora, dall’altra parte della valle si vede la strada costruita sopra il Ru Ponton che taglia al metà un parete di roccia verticale.
Si cammina nell’ombra odorosa dei tigli, i rami dei noccioli si curvano sopra la pista. Sulla sinistra si stacca il sentiero che sale a Tache, poco più avanti si incontra i dissabbiatore, una serie di vasche nelle quali la corrente rallenta e deposita sul fondo gli elementi che trasporta in sospensione. In pochi minuti si raggiunge la vasca di manovra dove finisce la sterrata.
Tra il muro di sostegno e la recinzione restano un spazio di appena due spanne per proseguire verso la presa. Il canale era in origine scoperto e stretto da due spallette in cemento; è stato in seguito coperto da lamiere rinforzate nella parte inferiore da elementi metallici. Il rumore delle lamiere che sbattono si fonde con lo scroscio della lama d’acqua che scende dalla sbarramento sul torrente.
Sul fondo della gola la roccia è stata lavorata dalla forza della corrente creando pozze, marmitte dei giganti e spuntoni di roccia dalle forme insolite. Uno spettacolo per gli occhi soprattutto intorno a mezzogiorno quando i raggi del sole riescono a raggiungere il fondo del vallone.
Curiosità.
Nel comune di Introd hanno passato le vacanze estive due pontefici: Giovanni Paolo II, proclamato santo nel 2014, e Benedetto XVI.