Sergio Enrico ha individuato una dozzina di villaggi dei Salassi in Valle d’Aosta. Alcuni sono stati oggetto di scavi archeologici. I primi tre che ho visitato, quello del Tantané, quello del Col Pierrey e quello della Cima Nera avevano in comune la lontananza dai colli e l’accesso difficoltoso attraverso pendii ripidi e pietraie. Il villaggio del Col Citrin fa eccezione: i cerchi di pietra si trovano a poche decine di metri dal colle, in fondo al vallone di Vertosan.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Aosta Est seguire le indicazioni per il Tunnel del Gran San Bernardo. Subito dopo il viadotto di Saint-Rhémy-en-Bosses prendere a destra e poi subito a sinistra seguendo le indicazioni per il Castello di Bosses. Proseguire in discesa e dopo il villaggio di Pont lasciare l’auto nel piccolo parcheggio a destra.
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Tempo di salita: 3h00
Lunghezza andata: 5.5 km
Quota partenza: 1470 m
Quota arrivo: 2470 m
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Dislivello: 1000 m circa
In bici: sconsigliato
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Descrizione
Seguendo le indicazioni per il Col Citrin ci si avvia lungo la sterrata di fondovalle che si lascia presto per una bella mulattiera bordata di muri a secco che attraversa i pascoli e si dirige dritta verso il bosco.
Si prosegue lungo il sentiero e poi sulla pista forestale che porta verso il torrente Citrin. Quando si comincia a sentire lo scrosciare delle acque si gira a destra e si comincia a risalire il gradino di valle fino all’Alpe Citrin di mezzo. La stalla principale è lunga una trentina di metri e poteva accogliere un centinaio di mucche su quattro file di poste.
Fuori dal bosco il panorama si apre e il sole illumina e riscalda la valle che sale dolcemente verso il Col Citrin. La prima parte della gita si trova all’evers, la parte della valle esposta a nord, e nella stagione fredda non vede il sole.
Dall’alpeggio Citrin di Sopra in una mezz’oretta si raggiungono i cerchi di pietra del villaggio dei Salassi, la popolazione dell’età del ferro che abitava la Valle d’Aosta.
Poche decine di metri oltre il colle, nel vallone di Vertosan, si stacca sulla sinistra una traccia di sentiero che passando tra i ruderi prosegue fino al Mont Flassin. Una mezza dozzina di rozzi muri collassati potrebbero essere quanto resta di un accampamento di fortuna di interesse archeologico.
Vi sono muri più alti che sembrano di fattura diversa, potrebbero essere stati rimaneggiati dai partigiani che nel 1944 occuparono la valle agli ordini del Comandante Bert, Andrea Pautasso.