L’abbé Henry1 descrive la nascita dei primi campeggi aperti al pubblico in alta montagna, eredi dei campeggi reali inaugurati da Re Vittorio Emanuele II per la caccia allo stambecco.
“… dal 1910 circa. Questi alpinisti senza guide risolvono anche il problema dell’alpinismo intensivo e a buon mercato. Fanno un villaggio di tende (tendopolis) in un gruppo di montagne, e partono di là per le ascensioni, tutti i giorni di bel tempo. Questi accampamenti alpini hanno portato un enorme contributo all’alpinismo, sia in rapporto alle gite effettuate, che in rapporto alle relazioni trasmesse alla stampa. Di tutte le valli valdostane non ce n’è oggi una sola che non veda in estate uno di questi accampamenti occupato spesso da più di cento turisti o alpinisti … L’alpinismo ha fatto conoscere la Valle d’Aosta in tutto l’universo ed è stato per lei una immensa fonte di reddito.” Libera traduzione di Gian Mario Navillod.
- Joseph-Marie Henry, Histoire populaire, religieuse et civile de la Vallée d’Aoste, Société éditrice valdôtaine (Imprimerie catholique), Aosta, 1929 pag. 372, versione digitale disponibile qui[↩]