Ru Champapon 2

Il Grand Arvou del Ru Prévôt - foto di Gian Mario Navillod.
Il Grand Arvou del Ru Prévôt, sotto il sentiero del Ru Champapone e il Petit-Arvou – foto di Gian Mario Navillod.

Il Ru Champapon passa ai piedi del Grand Arvou il più importante ponte acquedotto medievale della Valle d’Aosta e attraversa il Torrente Parleaz/Parleyaz su di un ponte di lunghezza simile anche se meno imponente.

Derivava le acque del torrente Buthier all’altezza del villaggio di Chavillier a 780 metri di quota(1)con una portata di 300 litri al secondo, vedi: Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 76. e stretto tra il Ru Prevot e il Ru della Pista passava sotto la frazione Champapon per poi scaricare nel torrente Bagnère/Bagnères al confine tra i comuni di Saint-Christophe e Quart.

Tronco di vitalba (Clematis Vitalba) lungo il Ru Prévôt - foto di Gian Mario Navillod.
Tronco di vitalba (Clematis Vitalba) – foto di Gian Mario Navillod.

Nel parte centrale, da Porossan a Champapon, lunghi tratti di sterrata tranquilla si alternano a brevi tratti su asfalto, invece la pista che porta all’opera di presa è in gran parte invasa dalla vegetazione e persino dopo la caduta delle foglie è difficile farsi largo tra i rovi e la vitalba. Basterebbe passare un paio di volte l’anno con un trinciaerba per  trasformare questo percorso di guerra in un piacevole itinerario tra boschi e pascoli.

Petit-Arvou ponte acquedotto del Ru Champapon sul Torrente Parleaz - foto di Gian Mario Navillod.
Petit-Arvou ponte acquedotto del Ru Champapon sul Torrente Parleaz – foto di Gian Mario Navillod.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Aosta est seguire le indicazioni per Aosta centro, superare l’aeroporto e alla rotonda successiva prendere la prima uscita per Saint-Christophe. Alla rotonda della caldaia di rame prendere la seconda uscita, all’incrocio successivo girare a sinistra e proseguire verso Senin fino ad arrivare alle prime case di Thuvex. Girare a sinistra per Porossan e lasciare l’auto nel parcheggio a sinistra, subito dopo il piccolo ponte acquedotto in cemento.
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Lunghezza itinerario: 8 km circa
Quota partenza:  750 m circa
Quota arrivo:  820 m circa
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Dislivello: 70 m circa
In bici: consigliato a tratti
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Petit-Arvou ponte acquedotto del Ru Champapon sul Torrente Parleaz - foto di Gian Mario Navillod.
Petit-Arvou ponte acquedotto del Ru Champapon sul Torrente Parleaz – foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

Dal parcheggio si prosegue in piano lungo la strada asfalta per mezzo chilometro poi non appena inizia la discesa si prende a destra lungo la pista di servizio del Ru Champapon. Dopo le ultime case la pista si trasforma in un ampio sentiero coperto d’erba e dopo una curva appare imponente il Grand-Arvou, il ponte acquedotto medievale più importante della Valle d’Aosta mentre il ru Champapon attraversa l’orrido su di un ponte meno vistoso ma lungo comunque una decina di metri, il Petit-Arvou. Tra gli archi vi è una differenza di una tesa e mezza di Aosta,  2.80 metri circa.

Superato il ponte pedonale si attraversa un gruppo di case ben curate, sotto una legnaia si vedono delle fascine utilizzate per accendere la stufa che raccontano di una rapporto diverso con la natura, più parco e rispettoso, quando si dava un valore anche i rami più piccoli che adesso si trasformano in humus. All’incrocio si scende sinistra per una cinquantina di metri poi si si gira a destra sulla sterrata che porta a Porossan Cache, si attraversa la regionale e dopo le ultime case si passeggia tranquillamente all’ombra delle latifoglie. All’interno di un vallone una targa fissata su di un masso ricorda che sotto la sterrata scorre il Ru Champapon, costruito nel XIII secolo.

San Filippo Neri - affresco della cappella di Closellinaz lungo il Ru Champapon - foto di Gian Mario Navillod.
San Filippo Neri – affresco della cappella di Closellinaz lungo il Ru Champapon – foto di Gian Mario Navillod.

Un breve tratto si strada asfaltata porta davanti alla cappella di Closellinaz che ha una bella facciata affrescata nel 1865. In alto, sotto il tetto, Dio Padre con il globo terracqueo nella mano guarda i passanti, sotto una colomba raffigura lo Spirito Santo e sotto ancora sono raffigurati tre santi, Grato patrono della diocesi di Aosta, San Germano d’Auxerre protettore dei bambini e San Filippo Neri l’inventore degli oratorî.

Ru Prévôt, il grande basamento in cemento armato - foto di Gian Mario Navillod.
Ru Prévôt, il grande basamento in cemento armato – foto di Gian Mario Navillod.

Si prosegue lungo la sterrata, si passa a monte di una grande stalla, si attraversa un altro vallone zeppo di albero poi si torna in pieno sole. Poco più in alto, sul fianco scosceso della valle lungo il Ru Prévôt, si nasconde un doppio portale in cemento armato di enormi dimensioni che è quanto rimane della teleferica che portava il cemento dalla stazione di Aosta al cantiere della diga di Place Moulin.

Petit-Arvou ponte acquedotto del Ru Champapon sul Torrente Parleaz - foto di Gian Mario Navillod.
La macina (pila) lungo il Ru Champapon – foto di Gian Mario Navillod.

Sotto il villaggio di Massimod si attraversa un pianoro verdissimo, dall’altra parte della valle si vedono i viadotti e gli alti muri di sostegno della strada regionale per Bionaz che taglia a metà la scarpata che precipita verso il Torrente Buthier. Dopo alcune centinaia di metri di strada asfaltata si arriva al villaggio di Champapon, dove si trova un parcheggio da una dozzina di posti auto, una macina utilizzata come insegna pubblicitaria e la partenza della mulattiera per Ladret.

Villaggio e casaforte di Rhins visti dal Ru Prévôt - foto di Gian Mario Navillod.
Villaggio e casaforte di Rhins visti dal Ru Prévôt – foto di Gian Mario Navillod.

La pista di servizio del Ru Champapon è impercorribile: alberi caduti, rovi e vitalba (Clematis  vitalba) l’hanno trasformata in una piccola giungla. Chi desidera proseguire nell’escursione può salire lungo la mulattiera per Ladret che in pochi minuti porta alla pista di servizio del Ru Prévôt. Questa pista è in buone condizioni e si dirige tranquilla verso la presa del ru attraversando un bosco dove abbondano i frassini. Dall’altra parte della valle, nel villaggio di Rhins coesistono armoniosamente l’architettura contemporanea e quella medievale della casaforte, da tempo utilizzata come fabbricato rurale.

All’altezza del villaggio di Chaviller si vedono sulla sinistra le saracinesche di distribuzione delle acque, poco dopo si arriva sulla strada regionale di Roisan. Si prosegue sull’asfalto per mezzo chilometro poi si ritrova la pista di servizio del Ru Prévôt abbandonata a se stessa con l’erba alta ed alcuni alberi caduti che ostacolano il cammino.

Ponte acquedotto del Ru des Vignes visto dalla presa del Ru Prévôt - foto di Gian Mario Navillod.
Ponte acquedotto del Ru des Vignes visto dalla presa del Ru Prévôt – foto di Gian Mario Navillod.

Per raggiungere l’opera di presa occorre attraversare la nuova strada regionale e scendere sulle rive del torrente da qui, ai piedi del bellissimo ponte acquedotto del Ru des Vignes, parte il lungo viaggio delle acque del Buthier fino alle terre di Saint-Christophe e Quart.

La storia.

L’abbé Henry(1) dedica un capitolo ai quattro ru di Saint-Christophe: il Ru Baudin costruito nel 1287 da Jacques di Quart, il Ru Champapon più vecchio ancora, il Ru Prévôt che suo fratello il prevosto Henri di Quart, fece scavare verso il 1300 e il Ru Pontpillar (Sic) o Piàru scavato agli inizi del XV secolo grazie all’iniziativa dei parroci di Roisan, Sant’Orso, Saint-Christophe e Quart che ottennero dal duca di Savoia l’8 dicembre 1409 l’autorizzazione a costruire sopra il Ru Prévôt un altro canale da Valpelline a Quart. Giovanni Vauterin riporta che il ru venne intubato tra il 1955 e la fine degli anni 1980.

Bibliografia

Jean-Victor Vauterin, Le ru Prévôt et le Grand-Arvou de Porossan in Le Flambeau n. 221 Bulletin du Comité des Traditions Valdôtaines, printemps 2012, pag. 83 versione digitale disponibile qui.

Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 76.

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Note[+]