Mosaici romani di Aosta

C’è stato un tempo in cui ad Aosta i mosaici romani venivano conservati sotto spessi strati di letame. Ne parla Édouard Aubert nel suo libro La Vallée d’Aoste che fece conoscere la Valle d’Aosta agli intellettuali francofoni di fine ‘800.

La scarsa sensibilità di allora, che oggi ci fa oggi accapponare la pelle non è poi molto diversa da quella che dimostrano i valdostani contemporanei a riguardo dell’architettura medievale in legno, che viene lasciata spesso marcire sotto la pioggia. Vedasi a proposito la nota n. 36 e questo post.

J’ai admiré aussi plusieurs beaux fragments de mosaïque: à ce propos, je ne puis m’empêcher de dire combien il est regrettable qu’on laisse périr des objets d’art aussi précieux, faute de quelques soins et de quelque argent utilement dépensé. La plus remarquable de ces mosaïques est couverte d’ornements composés avec goût exquis, de fruits et d’oiseaux se détachant sur un fond noir. Elle sert de pavé à une pauvre écurie située dans une ruelle étroite; pour arriver à voir quelques parties de ce chef-d’œuvre, il faut soulever des couches épaisses de fumier, balayer les immondices qui le recouvrent. Comment ne pas déplorer alors que ce fragment, digne d’enrichir un musée, se trouve dans des conditions aussi désastreuses pour sa conservation?

Ho ammirato anche diversi bei frammenti di mosaici: a questo proposito non posso trattenermi dal dire quanto sia disdicevole che si lascino degradare degli oggetti d’arte così preziosi, a causa della mancanza di cura e di un po’ di denaro speso proficuamente. Il più rimarchevole di questi mosaici è coperto di ornamenti del gusto più squisito, di frutti ed uccelli che si staccano su fondo nero. Serve da pavimento a una povera stalla situata in una viuzza stretta, per riuscire a vedere qualche pezzo di questo capolavoro, occorre sollevare degli strati spessi di letame, scopare le immondizie che lo ricoprono. Come non deplorare dunque che questo frammento, degno di arricchire un museo, si trovi in condizioni così disastrose per la sua conservazione?

Traduzione di Gian Mario Navillod

Édouard Aubert, La Vallée d’Aoste, Amyot libraire-éditeur, Paris, 1860, pag. 184 versione digitale disponibile a questo indirizzo: http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k54083185.image.f259