Nei miei ricordi da bambino è rimasta impressa l’immagine dei turisti francofoni in piedi sorridenti a fianco di questo cartello.
Se non ricordo male era posto sulla circonvallazione di Nus. Continua la lettura di Carabinieri Nus
Nei miei ricordi da bambino è rimasta impressa l’immagine dei turisti francofoni in piedi sorridenti a fianco di questo cartello.
Se non ricordo male era posto sulla circonvallazione di Nus. Continua la lettura di Carabinieri Nus
Con un figlio artista e un paio di ciaspole è forte la tentazione di ispirarsi alle splendide opere di Simon Beck e al labirinto di Chartres per tracciare nel campo sportivo di Antey un grande labirinto. Continua la lettura di Il labirinto di Chartres ad Antey
Ieri approfittando della bella giornata ho fatto quattro passi lungo la Via Francigena da Povil di Quart a Chetoz.
Questo pezzo di Via Francigena è quasi tutto su asfalto.
Si parte dalla splendida casaforte di Povil che potrebbe diventare, almeno in parte, un favoloso ostello per i pellegrini. Continua la lettura di La Via Francigena da Povil a Chetoz
Dopo la bella nevicata di ieri oggi il sole splende ai piedi del Cervino
Bastano un paio di ciaspole per tracciare un piccolo labirinto dietro casa. Continua la lettura di Il piccolo labirinto
In una lettera datata 30 maggio 1873 il sindaco di Brusson descrive il suo comune al comandante della nona compagnia alpina e conclude così la sua missiva: “In questo comune non vi è alcun corpo di guide costituito, ma il primo venuto è in grado di indicare i diversi sentieri che si utilizzano all’interno del comune e quelli che portano ai paesi vicini.”
Jean-Auguste Voulaz, Histoire de Papier, Musumeci Ed, Quart 2000, ISBN 88-7032-638-1, pag. 135
Nel 1857 Leone Tolstoj, l’autore di Guerra e Pace, attraversò la Valle d’Aosta diretto in Svizzera. Aveva allora 29 anni, in soli quattro giorni percorse la Valle d’Aosta da Pont Saint Martin al colle del Gran San Bernardo con un unico cruccio: nessuna compagnia femminile! Continua la lettura di Nel 1857 Leone Tolstoj insidiò le virtù di una gressonara
A seguire le trasmissioni di Rai 3 regionale sembrerebbe che buona parte dei valdostani passi il suo tempo nei campi, ad allevare bestiame o a dedicarsi alla frutticoltura. In realtà non è così: il Programma Operativo Regionale 2007-2013 del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale approvato dalla Regione Autonoma della Valle d’Aosta e dall’Unione Europea fornisce alcuni dati interessanti sulla ricchezza prodotta in Valle. Continua la lettura di Agricoltura in Valle d’Aosta
A quale stato appartiene la cime più alta dell’Unione Europea? Per gli italiani la cima del Monte Bianco è italo-francese poiché che si trova esattamente sullo spartiacque alpino. I francesi invece sostengono che essa è compresa interamente in territorio francese, posta a cavallo del confine amministrativo tra i comuni di Saint-Gervais e Chamonix-Mont-Blanc.
Le cartografie ufficiali a riguardo sono di scarso aiuto, per quella italiana la vetta è italo-francese, per quella francese la cima del Monte Bianco è interamente in territorio transalpino.
La questione nacque in seguito alla cessione di Nizza e Savoia alla Francia di Napoleone III da parte del Re di Sardegna Vittorio Emauele II, nel quadro degli accordi che portarono alla seconda guerra d’indipendenza.
Giova ricordare che già il trattato di Utrecht dell’11 aprile 1713 tra il Re Sole e Vittorio Amedeo II di Savoia fissò la linea di confine sullo spartiacque alpino (art. IV “… et tout ce qui est à l’eau pendente des Alpes du costé du Piemont … de manière que les sommités des Alpes … servoront à l’avenir de limite entre la France, le Piemont …” “e tutto quanto sia bagnato dalle acque che scorrono dalle Alpi al Piemonte … in maniera che le sommità delle Alpi … serviranno in futuro da confine tre la Francia, il Piemonte … “)
La carta allegata al trattato del 1862 con il quale il Re di Sardegna cedeva Nizza e la Savoia all’Imperatore Napoleone III è tutt’ora conservata nell’Archivio di Stato di Torino ed è stata riprodotta nella accurata ricerca di Laura e Giorgio Aliprandi sulla cartografia delle grandi Alpi. Essa pone la cima del Monte Bianco indiscutibilmente sulla linea di confine. Tale documento, sottoscritto dai rappresentati di entrambi gli stati dovrebbe risolvere definitivamente la questione, anche perché l’altra copia della carta allegata al trattato, conservata negli archivi francesi, sembra non sia al momento reperibile.
Sulla storia della frontiera franco-italiana vedasi la pagina dedicata alla storia della frontiera sul Monte Bianco su Wikipedia.
Il mio papà ha sempre saputo che la cima del Monte Bianco è metà italiana e metà francese. Nel 1955 era sottotenente alla Scuola Militare Alpina di Aosta e in quegli anni i soldati erano saliti sulla cima del Monte Bianco con le armi, cosa che non avrebbero potuto fare su di una montagna interamente francese.
Laura e Giorgio Aliprandi, Le grandi Alpi nella cartografia 1482-1885 vol. II, Priuli e Varlucca Editori, Scarmagno 2007, ISBN 978-88-8068-377-3, pag. 159 e segg.
Henri Vast, Les grands traités du règne de Louis XIV., Alphonse Picard et Fils ed., Paris 1899, documento consultabile a questo indirizzo:http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k96031j.image.r=traite+de+utrecht+savoie.f134.langEN
Nell’ultima fatica letteraria di Alexis Bétemps è possibile cogliere i frutti di una ricerca etnografica durata una vita. Continua la lettura di L’utilizzo del tutolo alla maniera di Fenis
(Click sul + a destra della carta per visualizzare separatamente i sentieri dei giorni 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 1, 2, 3)