Il Ru de la Plaine o Ru de Saint-Vincent, a catasto Canale di Saint-Vincent, derivava le acque dal Marmore alla confluenza con il torrente Promiod e scaricava nel torrente Cillian. Un ramo intubato attraversa ancora oggi il torrente Cillian vicino al ponte romano per irrigare i prati nei pressi della Fera. Da tempo il ru scorre sotto terra, alimentato direttamente dall’impianto idroelettrico di Covalou.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Châtillon-Saint-Vincent seguire le indicazioni per Cervinia e risalire la valle lungo la strada regionale 46. Subito dopo il villaggio di Champlong girare a destra sulla piccola strada asfaltata e parcheggiare prima del ponte.
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Lunghezza itinerario: 2.5 km circa
Quota partenza: 676 m
Quota arrivo: 740 m circa
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Dislivello 80 m circa
In bici: consigliato a tratti.
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Descrizione
Si attraversa il ponte a schiena d’asino sul Torrente Marmore, si prende a sinistra e dopo una cinquantina di metri si risale la ripida rampa sterrata che porta al Ru de la Plaine.
Verso la presa
Per raggiungere l’opera di presa si prosegue ancora sulla sinistra lungo la pista completamente ricoperta d’erba che all’altezza delle case di Champlong si restringe fino a diventare un sentiero.
Mentre il ru prosegue il suo cammino sotterraneo in mezzo ai pascoli gli escursionisti proseguono lungo il sentiero che con una breve salita raggiunge la strada asfaltata per Isseuries. Si attraversa e si prosegue sulla sterrata fino al ponticello in cemento sul Torrente Promiod, poco più a valle si vede il ponte-canale in cemento nel quale scorre il ru. Si lascia sulla destra la palazzina dove alloggiavano gli operai della centrale idroelettrica di Covalou e seguendo la sterrata si passa a monte della sottostazione elettrica che collega la l’impianto alla rete elettrica nazionale.
La sterrata termina nei pressi delle condotte forzate della centrale di Covalou. Dall’argine si vedono le ultime opere di derivazione idroelettrica sul torrente Marmore, le acque del torrente e quelle delle condotte forzate attraversano la montagna in galleria ed alimentano la centrale di Breil costruita sulle rive della Dora Baltea ed entrata in esercizio nel 1940.
Le pile che reggono le condotte forzate sono rinforzate a monte da una lastra metallica pensata per proteggere la struttura dalle esondazioni del torrente.
Un sentiero risale l’argine ed in inverno tra i fusti della Reynoutria japonica si vedono le saracinesche di manovra di un ru, poco più avanti la vecchia presa sul Torrente Marmore. Nella bella stagione la vegetazione forma una barriera che rende difficile avvicinarsi alla opere di captazione, un peccato sia per chi si interessa di energia idroelettrica che per chi ama passeggiare lungo i ru.
Verso lo scarico
Si cammina tra vecchi castagni, pioppi tremuli e dei bei cespugli di more. L’erba ha completamente ricoperto la pista di servizio, se si passasse ogni tanto il tosaerba che si usa nei campi di calcio sembrerebbe di passeggiare su di un campo da golf.
Sulla destra si scopre un grande casa in pietra completamente sventrata, brandelli di tetto coprono tre piani di vuoto. Più avanti la scarpata a monte ha messo a nudo dei depositi morenici: una massa compatta nella quale di trovano massi, limo glaciale e sassi mescolati gli uni agli altri senza i caratteristici strati che contraddistinguono i depositi lacustri. A monte affiora una bella scarpata di roccia verde venata di bianco che ha fatto la fortuna di alcuni cavatori. Commercializzata come marmo verde questa roccia è quanto rimane del fondo dell’antico oceano che separava l’Africa dall’Europa prima della nascite delle Alpi. Tra gli alberi in fondo alla valle si vedono alcuni grandi massi tagliati nei primi anni di sfruttamento delle cave, in alto, dall’altra parte della valle, si intravedono alcuni tronconi gialli della gru utilizzata nella grande cava sotterranea.
Uno steccato in legno interrompe la pista dove iniziano le condotte forzate della centralina La Verdettaz. Per raggiungerla, in attesa delle sistemazione del sentiero di collegamento esposto e privo di protezioni, si consiglia de seguire l’itinerario Ru de la Plaine 2.
Un po’ di storia
L’infeudazione del Rivo della Piana o di Saint-Vincent risale al 17 agosto dell’anno 1325.
Per ridurre le spese di manutenzione le prese dei ru del Ru de la Plaine (ru de Saint-Vincent) e Chandianaz sul Torrente Marmore sono state dismesse e i ru sono ora alimentati direttamente dal bacino della centrale idroelettrica di Covalou1. Nel 2014 è stata fatta la stessa richiesta per il Ru du Bourg di Châtillon. 2
Curiosità
Secondo Giovanni Vauterin3 i 900 litri al secondo che scorrono nel Ru de la Plaine sono il limite di portata per un ru tracciato a mezza costa in alveo naturale e il Ru de la Plaine è il ru valdostano con la portata maggiore.
Ru de la Plaine 2 – Ru de la Plaine 3
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Post del 12.11.2020 ultimo aggiornamento 15.092021
- Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 85[↩]
- vedi: https://appweb.regione.vda.
it/dbweb/territorio/ avvisidemanioidrico.nsf/( DocumentiADMIN)/ D8578015F3D9C166C125818500502E 98/$FILE/relazione%20tecnico- descrittiva.pdf?openelement[↩] - Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 13 e pag. 84[↩]