Il Ru de Vuillen/Vullien, detto anche Ru Chaffières, deriva le acque del Torrente de la Belle Combe a circa 2200 di quota. Dall’opera di presa scorre in una tubazione a pressione fin sopra l’Arp du Jeu e poi a cielo aperto fino all’Alpe Chantel.
Chi apprezza le tranquille passeggiate nei boschi può seguire il tratto a cielo aperto descritto in questo post.
Accesso.
Dall’uscita autostradale di Aosta Est seguire le indicazione per il traforo del Gran San Bernardo, superare il comune di Saint-Oyen e subito dopo il viadotto Dardanelli girare a destra per Saint-Rhemy, ancora a destra per le frazioni alte e proseguire lungo la strada per l’Arp de Jeu fino all’ampio parcheggio vicino agli impianti di risalita.
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Tratto a cielo aperto
Lunghezza: 2 km circa
Quota partenza: 2020 m circa
Quota arrivo: 1870 m circa
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Dislivello: 150 m circa
In bici: meglio di no.
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Dopo aver lasciato l’auto nel grande parcheggio si imbocca la strada sterrata che sale sulla destra, lungo la pista di sci, seguendo le indicazioni 11A e 11C. La pista è in estate è coperta d’erba e taglia a metà un bel bosco di larici. Qua e là crescono alcuni esemplari di pino mugo.
A duecento metri dal parcheggio, in corrispondenza del cartello di divieto di transito, inizia sulla destra il sentiero di servizio al Ru de Vuillen/Vullien che è stato restaurato nel 2006 con il contributo dell’Unione Europea. A sinistra il ru scorre ancora per duecento metri in alveo naturale poi a bordo pista scompare sotto terra. Non è un itinerario molto frequentato, lo si intuisce dall’erba alta che si trova lungo il sentiero e da alcune piante abbattute dalle intemperie che tardano ad essere rimosse.
Larici ed abeti si alternano a piccole radure. Il ru scorre placido e con pendenza costante per circa un chilometro fino ad arrivare a monte dell’Alpe Chantel Damon dove scende seguendo la linea di massima pendenza. Per evitare l’erosione gli argini ed il fondo sono stati foderati con del pietrame. Il ru in questo punto è largo una trentina di centimetri e profondo altrettanto.
Nei pressi dell’alpeggio, in corrispondenza di un sentiero, è stato costruito un robusto ponticello posando alcuni lastroni di pietra a cavallo del ru. Di un abete schiantato dalla neve rimane un moncone che punta verso il cielo e il tronco segnato da una lunga ferita.
Si vedono segni di abbandono: i rami caduti dai larici e le pigne allungate degli abeti rossi si ammucchino sul fondo del ruscello, lungo il sentiero le formiche hanno costruito un nido che ha già più di un metro di diametro.
L’alveo diventa sempre più stretto, prosegue ancora per 500 metri nel bosco e poi si perde scendendo in direzione del Ru d’Arc che dista appena un centinaio di metri in linea d’aria.
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