Il villaggio dei Salassi della pietraia del diavolo

Panorama dal Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Panorama dal Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Introduzione

Grazie a Sergio Enrico e ad Angela Pramotton un altro villaggio dell’età del ferro è stato scoperto sotto la Cima Nera. Era composto da una trentina di capanne, la n. 1 si trova a 2335 m s.l.m. nel Kiapey Guiabious/Clapey Ghiabou (Clapey Gerbioz sulla Carta Tecnica Regionale), la pietraia del diavolo nel comune di Pontey.

Secondo una delle ipotesi formulate da Damien Daudry, potrebbe “... trattarsi di uno stanziamento temporaneo, rifugio provvisorio della popolazione autoctona, fuggita dai propri oppida [grandi villaggi N. d. R.] all’arrivo nel fondovalle di popoli invasori …

Capanna del Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Capanna del Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Alcuni frammenti di ceramica trovati nel sito sono simili a quelli in uso tra il V e il III secolo a. C.

In attesa del rilievi archeologici e della sistemazione del sentiero che risale il Clapey Ghiabou consiglio caldamente di visitare il villaggio dei Salassi del Tantané di più facile accesso.

Accesso

Dall’uscita autostradale di Châtillon seguire le indicazioni per Pontey, passare davanti al municipio e proseguire sempre dritti verso ovest. Al tornante proseguire dritti seguendo le indicazioni per Epiney e Chambave. Al primo incrocio dopo la palestra di roccia prendere a sinistra la strada che sale e lasciare l’auto nel parcheggio del villaggio di Cloutra.

Quota partenza: 1053 m
Quota arrivo: 2335 m circa
Dislivello  1300 m circa
Click o tap qui per la mappa

Sentiero per l'Alpe Valmeriana di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Sentiero per l’Alpe Valmeriana di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Descrizione

Dal parcheggio di Cloutra/Cloutraz ci si avvia lungo la strada asfaltata che sale ripida verso il bosco. Dopo una leggera curva l’asfalto lascia il posto allo sterrato, la pendenza diminuisce e si attraversa una macchia di bosco misto: abeti, castagni, betulle e noccioli riparano gli escursionisti dal calore estivo. Si attraversa la radura di Champéade dalla quale si vede in fondo valle l’abitato di Châtillon, si prosegue sulla sterrata principale trascurando una deviazione a destra poi, proprio all’inizio del bosco si incontra la palina del segnavia 1 che indica la partenza del sentiero per l’Alpe Valmeriana.

Si abbandona la sterrata per il sentiero, nel sottobosco reso soffice dagli aghi delle conifere e dal muschio si incontrano funghi e mirtilli. A circa 1175 m di quota si incontra la prima delle numerose carbonaie costruite lungo questo itinerario: una piazzola pianeggiante di alcuni metri di diametro, sostenuta a valle da un rozzo muretto alto poco più di un metro. Si distinguono nel bosco i primi abeti bianchi riconoscibili dalla corteccia più chiara e della disposizione a pettine degli aghi sui ramoscelli. Gli aghi degli abeti rossi, più numerosi, si inseriscono sui rametti con una disposizione a spazzola. Dove la roccia affiora sono stati posati delle pietre a mo’ di gradini per ridurre il pericolo di scivolare. Il sentiero attraversa la sterrata, la pendenza diminuisce e si comincia a sentire lo scoscio del torrente Eau-Noire. In breve si  arriva sulla sterrata che si percorre per un centinaio di metri fino al fabbricato in cemento armato dell’acquedotto.

Seguendo le indicazioni per il Clapey Ghiabou si lascia la sterrata percorrendo un tratto di sentiero molto ripido, poco più di una scorciatoia, che in pochi minuti porta al vecchio sentiero. Si sale con pendenza costante nella foresta, si passa ai piedi di un roccione sul quale è stato tracciato con la vernice rossa il confine tra le particelle forestali 4 e 3 poi, come nella favole, si arriva ai piedi di una capanna in legno costruita in mezzo al bosco dagli operai forestali che lavoravano alla manutenzione del sentiero.

Capanna nel bosco sul sentiero del Clapey Ghiabou di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Capanna nel bosco sul sentiero del Clapey Ghiabou di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Mano a mano che si sale il bosco diventa sempre meno fitto; si attraversa la parte superiore una vasta pietraia, guardando in basso  a destra si nota la piazzola di una carbonaia abbandonata e a pochi passi di distanza quanto rimane di una rozza capanna dalla forma simile alle capanne del villaggio dell’età del ferro. Alzando lo sguardo si vede la piramide del Cervino e i ghiacciai del Monte Rosa far capolino alle spalle del Monte Zerbion.

Pietraia e base di capanna salendo al Clapey Ghiabou di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Pietraia e base di capanna salendo al Clapey Ghiabou di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Si attraversa un’ultima carbonaia a circa 1900 metri di quota poi si arriva all’impressionante conca della pietraia del Diavolo, il Clapey Ghiabiou. Sulla sinistra i poveri muri a secco di quello che potrebbe essere stato un riparo dei carbonai, di fronte a sé un immenso catino all’interno del quale si distinguono due grandi cordoni morenici. La vegetazione stenta a colonizzare l’immensa pietraia formata da massi che raggiungono e superano le dimensioni di un’auto.

Resti di costruzione ai piedi del Clapey Ghiabou di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Resti di costruzione ai piedi del Clapey Ghiabou di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Qui finisce il sentiero. Chi desidera raggiungere il villaggio dei Salassi della Cima Nera deve risalire la pietraia dove mancano sia tracce di sentiero che ometti o baffi di vernice. Salendo sulla destra con un po’ di fortuna ci si imbatte in un pezzo di pietra ollare semilavorato e nel ceppo di una conifera vissuta più di trecento anni.

Pietra ollare semilavorata nel Clapey Ghiabiou di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Pietra ollare semilavorata nel Clapey Ghiabiou di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Superando faticosamente canaloni detritici e ammassi di rocce instabili si arriva infine ad un terrazzo panoramico all’interno del quale si distinguono chiaramente alcune decine di capanne del tutto simili a quelle dei villaggi dei Salassi del Tantané e del Col Pierrey.

L’unico accesso possibile è quello dalla Pietraia del Diavolo, riservato ad escursionisti esperti, proseguendo verso sud si sale alla Cima Nera, ad ovest il pianoro è interrotto dalle balze rocciose che precipitano ripide nel Vallone di Orgère.

Cervino e Monte Rosa dall'interno di una capanna del Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Cervino e Monte Rosa dall’interno di una capanna del Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Una delle capanne meglio conservate ha la forma di una mandorla lunga un metro e larga un metro e mezzo, il muro a monte è alto circa un metro e venti e le ultime pietre sporgono verso l’interno, quasi un accenno di falsa volta. Si trova nella parte alta del villaggio a circa 2340 m di quota. Dall’interno di questa capanna il panorama su Cervino e Monte Rosa è straordinario.

Una delle prime capanne che si incontrano arrivando al villaggio ha una curiosa particolarità: il lato esterno del muro si confonde benissimo con la pietraia, la parte interna si vede chiaramente che è un muro di sostegno. Che si tratti della ricerca voluta di mimetismo o semplicemente del caso l’effetto è suggestivo.

Muro esterno evidenziato di una capanna del Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Muro esterno evidenziato di una capanna del Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.
Muro interno evidenziato di una capanna del Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey - Foto di Gian Mario Navillod.
Muro interno evidenziato di una capanna del Villaggio dei Salassi della Cima Nera di Pontey – Foto di Gian Mario Navillod.

Bibliografia

Damien Daudry, “Segnalazione e documentazione fotografica del villaggio protostorico della Cime Noire” in XVI Bulletin d’études préhistoriques et archéologiques alpines pubblicato dalla Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie, Aosta 2005 pag. 159 e segg.