L’itinerario più veloce per salire alla diga del Goillet parte dal parcheggio pubblico di Cielo Alto. Il primo tratto attraversa una pista di sci, il tratto finale, ripido, sale lungo la funicolare che è servita per la costruzione e la manutenzione del bacino. Una bella passeggiata per chi ha le gambe allenate e non soffre di vertigini.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Châtillon-Saint-Vincent seguire le indicazioni per Cervinia. Subito prima dall’area camper di Cervinia prendere a destra e proseguire in salita per Cielo Alto fino all’ultimo parcheggio pubblico.
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Tempo di salita: 1h05
Lunghezza andata: 2.5 km
Quota partenza: 2150 m
Quota arrivo: 2530 m
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Dislivello: 380 m
In bici: sconsigliato
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Descrizione
Dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio si scende seguendo le indicazioni del segnavia 16 verso la pista di discesa. Questo tratto di sentiero è ripido ma breve. Sull’altro lato della pista la salita si fa molto più confortevole e si sale comodamente tra i pascoli con di fronte a sé la mole inconfondibile del Cervino.
All’altezza dell’Alpe Chavannon si prosegue lungo la sterrata per pochi minuti poi in corrispondenza di un tornante si lascia la pista e si ritrova sulla sinistra il sentiero che porta in breve al tracciato della piccola ferrovia costruita per collegare la centrale di Perrères alla diga del Goillet.
I turisti prudenti seguono il sentiero ufficiale, gli altri proseguono lungo i binari e in breve raggiungono la partenza delle funicolare che alternando tratti più ripidi a tratti meno faticosi porta rapidamente alla diga del Goillet.
Curiosità
All’inizio di settembre 1938 il ministro delle finanze e quello dei lavori pubblici visitarono i cantieri, salendo con il carrello al vertice, percorrendo la decauville trainati da una trattrice con motore a scoppio e con il secondo carrello raggiunsero il cantiere della diga del Goillet che fa parte degli impianti idroelettrici geniali della Società Idroelettrica Piemonte.
Don Antonio Cojazzi trascorse un mese nel cantiere della diga del Goillet come assistente spirituale. Nell’estate del 1942 erano impiegati nei lavori ottocento operai, alcuni usi ad invocare Iddio e la Madonna anche nei momenti extraliturgici. Per ovviare al problema il sacerdote durante la predica della domenica invitò i partecipante a ripetere con lui le seguenti espressioni: “Porco cane! Porca l’oca! Porco giuda! [Sic!] Porco diavolo! Porca bestia! Porca martina [Sic!] Can della scala! Sacripante! Ostrega! Cribio!”