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La Regina Margherita a Gressoney

Il Monte Rosa da Gressoney - Foto di Gian Mario Navillod.
Il Monte Rosa da Gressoney – Foto di Gian Mario Navillod.

Per ben 36 anni la prima regina d’Italia, Margherita di Savoia nata nel 1851, passò le vacanze a Gressoney-Saint-Jean. Scorrendo parte del suo epistolario pubblicato nel 1989 le sorprese non mancano, a cominciare dalla lingua nella quale sono state scritte le lettere: il francese. Continua la lettura di La Regina Margherita a Gressoney

E se nel turismo cambiassimo marcia?

Un dipendente di un’importante SpA che a detta dei colleghi non brilla per capacità professionali ma è dotato di uno spiccato senso dell’umorismo mi ha spiegato un giorno di possedere solo due marce: avanti piano e fermo.

Duomo di San Donnino a Fidenza, particolare del corteo di Carlo Magno: il personaggio virile che ricorda il logo della Via Francigena – Foto di Gian Mario Navillod.
Duomo di San Donnino a Fidenza, particolare del corteo di Carlo Magno: il personaggio virile che ricorda il logo della Via Francigena – Foto di Gian Mario Navillod.

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Il Grand Ru di Introd

Rocce lavorate e marmitte dei giganti nella Dora di Rhêmes viste dal Gran Ru di Introd - Foto di Gian Mario Navillod.
Rocce lavorate e marmitte dei giganti nella Dora di Rhêmes viste dal Gran Ru di Introd – Foto di Gian Mario Navillod.

Il Grand Ru di Introd scorre interamente intubato sotto una bella sterrata all’interno della gola della Dora di Rhêmes. Alcune radure si alternano alle macchie di latifoglie offrono degli scorci suggestivi sulla gola.

L’opera di derivazione merita il viaggio: una cascata alta qualche metro lascia cadere un velo continuo d’acqua sul fondo roccioso del torrente scolpito dalla corrente. Forme astratte si alternano a marmitte dei giganti e a piccole pozze raggiunte dal sole per poche ore al giorno. Continua la lettura di Il Grand Ru di Introd

Il Ru Deval

Ru Deval di Nus - Foto di Gian Mario Navillod.
Ru Deval di Nus – Foto di Gian Mario Navillod.

Introduzione

Il Ru Deval deriva le acque del torrente Saint Barthélemy a circa 1350 di quota, scorre in una conduttura a pressione fino al villaggio di Muin/Moïn poi ritrova la luce del sole e scende a cascatelle fin sopra il villaggio di Lavanche/Lavenche dove si staccano le derivazioni del Ru Lavanche e del Ru Verroux. L’acqua del ru termina il suo viaggio passando a monte del villaggio di Fognier e gettandosi nel torrente Oley/Payé sotto il villaggio di Grossaix/Gros-Saix di Verrayes. Continua la lettura di Il Ru Deval

Il tartufo di Chamois

Il decano dei maestri di sci  di Chamois mi ha raccontato di un tartufo dal sapore particolare che raccoglieva da giovane sotto il Ru di Novalles e che ora non si trova più.

Potrebbe trattarsi del Bunium bulbocastanum L. in italiano castagna di terra, nel patois di Valgrisenche réyoulle, una pianta citata nell’erbario1 di Alexis Bétemps?

  1. Alexis Bétemps, Erbaro, Priuli & Verlucca editori, Scarmagno, 2012, ISBN 978-88-8068-618-7, pag. 56[]

Il turismo scopre le Alpi

Età romana e medioevo.

Terra di passaggio la Valle d’Aosta è già citata dal Polibio uno storico vissuto tra il 200 e il 120 a. C.

Quattro passaggi [attraverso le Alpi], il primo nel territorio dei Liguri, poi quello nel territorio dei Taurini attraverso il quale è passato Annibale, poi quello nel territorio dei Salassi, il quarto nel territorio dei Reti.

Il geografo Strabone scrive alcuni anni dopo la fondazione di Aosta e ricorda che “[i Salassi] fecero pagare a Decimo Bruto che fuggiva da Modena una dracma a testa [per passare il Piccolo San Bernardo]

Il caro autostrade in Valle d’Aosta ha dunque una storia millenaria. Continua la lettura di Il turismo scopre le Alpi

Johann Josef Imseng

Il sacerdote Johann Josef Imseng (Johann Joseph Imseng)

Nato il 6 giugno 1806 a Saas-Fee, annegato nel lago di Mattmark (Saas-Almagell) il 5 luglio 1869 era di qualche anno più giovane del Canonico Georges Carrel.

Figlio di Johann Josef Imseng e di Barbara Burgener.

Ordinato sacerdote nel 1829 fu cappellano nella valle di Saas dal 1829 al 1832, parroco a Randa (1832-1836), parroco nei quattro comuni di Saas-Almagell, Saas-Balen, Saas-Fee e Saas-Grund dal 1836 al 1861 e cappellano nella valle di Saas dal 1861 alla sua morte.

Il 20 dicembre 1849 scese da Saas-Fee a Saas-Grund con delle assi legate ai piedi. Per questo è ricordato come il primo sciatore svizzero.

Fu un pioniere del turismo del quale colse le importanti ricadute economiche, da principio ospitò i turisti nella casa parrocchiale in seguito aprì tre diversi alberghi, due a Saas-Grund ed uno a Mattmark.

Appassionato di botanica e geologia accompagnava di persona i turisti in montagna.

Nel 1856 raggiunse le vette fino allora inviolate del Lagginhorn (4.010 m s.l.m.) e del Allalinhorn (4.027 m s.l.m.).

Jane Freshfield, Itinerari alpini meno conosciuti, prefazione, traduzione e note di Gianluigi Discalzi, Libreria Antiquaria Art Point, Courmayeur, 2010, pag. 210, nota 224.