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L’ultimo attacco al castello di Ussel

L’ultimo attacco al castello di Ussel è stato condotto in tempi relativamente recenti. Risale al 3 ottobre del 1944. Lo ricorda Charles Passerin d’Entrèves nel suo libro sulla resistenza “La tempëta dessu noutre montagne“.
“È stata una smargiassata delle nuove truppe alpine, sbarcate fresche fresche in Valle d’Aosta, di ritorno dalla Germania, dove hanno imparato la Kultur e che vogliono dimostrare la loro bravura. L’oscuro castello di Ussel erge i suoi muri e i suoi merli bruniti e patinati dal tempo proprio di fronte a Châtillon. Questo vecchio nido d’aquila è da secoli abitato solo da sparvieri, gufi e topi. È un monumento nazionale. Che importa! È un bersaglio magnifico per provare i nuovi pezzi in dotazione a questi alpini bastardi. All’entrata del borgo, arrivando da Saint-Vincent, i piccoli cannoni sono messi in batteria. Quattro, cinque salve partono rapide verso Ussel: un solo colpo raggiunge l’obiettivo: una pietra della torre nord-ovest del castello va in frantumi.”
Libera traduzione dall’originale francese di Gian Mario Navillod.
Charles Passerin d’Entrèves, La tempëta dessu noutre montagne, Institut historique de la résistence en Vallée d’Aoste, Aoste 1975, pag. 128, 129.
I pesci di Mauro Corona

Le giornate si allungano ed il sole ad Antey comincia a sgranocchiare l’ultima neve. Nella rete del campo sportivo sono rimasti impigliati alcuni pesci che girano e girano. Ancora per qualche giorno. Fino a quando la primavera li scioglierà per sempre e l’acqua di cui sono fatti andrà a nutrire i primi tarassachi. Continua la lettura di I pesci di Mauro Corona
Come si camminava a Genova agli inizi del 1900

Camminando sui sentieri della Valle d’Aosta si incontrano persone interessanti che raccontano cose interessanti. Come si camminava a Genova agli inizi del 1900? Continua la lettura di Come si camminava a Genova agli inizi del 1900
L’evaporazione del vino in montagna.
Il curioso fenomeno dell’evaporazione del vino in montagna descritto da Edward Whymper pare avvenisse un tempo con maggiore intensità in presenza delle guide di Chamonix.

Sembrerebbe che le guide ambientali non abbiano ancora acquisito il singolare potere dai loro blasonati colleghi d’oltralpe.
Un curioso inconveniente di ritorno dal Monte Rosa

In Svizzera, nel 1860, una cordata di ritorno dal Monte Rosa incorse in un curioso inconveniente.
Nel lascio la descrizione alla parole della Signora Jane Freshfield, magistralmente tradotte da Gianluigi Discalzi:
“… tutti ci precipitammo verso il Gorner Grat dove un gruppo numeroso si dedicò con cannocchiali e binocoli ad osservare con vivo interesse i movimenti della cordata che aveva lasciato l’albergo all’alba per l’ascensione del Monte Rosa e che ora stava rientrando. Si potevano vedere sei puntini che, l’uno dietro l’altro, scendevano lungo il ripido pendio nevoso. Continua la lettura di Un curioso inconveniente di ritorno dal Monte Rosa
Idolo nella nebbia


C’è un filo sottile che lega Paolo Cognetti ad Edward Whymper e non è la scorrevolezza della loro scrittura né lo sguardo lucido con il quale hanno guardato alla Valle d’Aosta. Il filo sottile che li lega è la descrizione suggestiva di un fenomeno meteorologico abbastanza raro che avviene quando il sole alle spalle dell’osservatore proietta un’immagine sulle nuvole poste di fronte all’osservatore. Continua la lettura di Idolo nella nebbia
L’Abbé Gorret e la traversata invernale Champorcher-Cogne
L’Abbé Gorret: un ciaspolatore ante-litteram.

La prosa del sacerdote e alpinista Amato Gorret è talmente gustosa che non riesco a trattenermi dal ricopiare brutalmente alcuni passi dell’articolo datato 6 marzo 1874, pubblicato sul Courrier de la Vallée D’Aoste e riportato su Abbé Amé Gorret, Autobiographie et écrits divers, Administration Communale de Valtournenche, Turin 1987, pagg. 254 e 255. Continua la lettura di L’Abbé Gorret e la traversata invernale Champorcher-Cogne
I consigli di Félicité Carrel: la prima ragazza sul Cervino

Il 12 settembre 1867 una spedizione di sei persone partiva dal Giomein alla volta del Cervino. Ne facevano parte Félicité Carrel, allora diciottenne e suo padre Jean-Jacques, cacciatore di camosci. L’indomani arrivarono senza incontrare grandi difficoltà ai piedi dell’ultimo mammellone, circa 100 metri sotto la vetta dove si trova una specie di colle battezzato dal Sig. Leighton Jordan Col Félicité. Continua la lettura di I consigli di Félicité Carrel: la prima ragazza sul Cervino
Un asino sul Gran Paradiso
L’ascensione dell’asino Cagliostro al Gran Paradiso

Nel 1931 l’Abbé Henry ed il Signor Dayné condussero sulla vetta del Gran Paradiso l’asino Cagliostro; ecco una sintesi dell’inconsueta ascensione. Continua la lettura di Un asino sul Gran Paradiso