Archivi categoria: Letteratura

Il canonico Georges Carrel

Il canonico Georges Carrel descritto dalla penna di Jane Freshfield nell’agosto del 1860.

Man mano che ci avvicinavamo notai un gruppo di uomini, all’apparenza escursionisti come noi. Levarono educatamente il cappello al nostro passaggio e presto scoprii, grazie alla nostra guida, che il personaggio più eminente era il Canonico Carrel, i cui abiti, con un cappello di paglia ad ampia tesa ed un fucile in spalla, non rivelavano certo la sua attività sacerdotale.

Jane Freshfield, Itinerari alpini meno conosciuti, prefazione, traduzione e note di Gianluigi Discalzi, Libreria Antiquaria Art Point, Courmayeur, 2010, pag. 132

Jane Freshfield, Alpine Byways Or Light Leaves Gathered in 1859 and 1860, Longman Green Longman and Roberts, London 1861, pagg. 180, 183. Copia digitale disponibile a questo indirizzo:  https://books.google.it/books?id=410OAAAAQAAJ&hl=it&pg=PA128

Nel pomeriggio mio marito e D- andarono a cercare il Canonico Carrel che ci aveva detto che sarebbe rientrato ad Aosta dal suo rifugio in tempo per assolvere ai suoi doveri domenicali. Lo trovarono infatti al termine della Messa, ancora in abito sacerdotale: una persona dall’aspetto completamente diverso da quello del nostro gentile ospite al Comboé.

Jane Freshfield, Itinerari alpini meno conosciuti, prefazione, traduzione e note di Gianluigi Discalzi, Libreria Antiquaria Art Point, Courmayeur, 2010, pag. 167

Jane Freshfield, Alpine Byways Or Light Leaves Gathered in 1859 and 1860, Longman Green Longman and Roberts, London 1861, pagg. 180, 183. Copia digitale disponibile a questo indirizzo:  https://books.google.it/books?id=410OAAAAQAAJ&hl=it&pg=PA162

Progetto Mens Sana

Nell’ambito del Progetto Mens Sana promosso dall’ASD Sport Antey

Sabato 30 dicembre 2017

  • Salendo al belvedere del Col Champlong di Chamois - Foto di Gian Mario Navillod.
    Salendo al belvedere del Col Champlong di Chamois – Foto di Gian Mario Navillod.

    Purezza di cristallo: escursione guidata con partenza dalla funivia alle 10:00 per condividere l’emozione di un paesaggio soffice, pulito. (prenotazione obbligatoria al n. 370 100 35 18);

Alexis Bétemps - Foto cortesia di Claudine Remacle - Ogni diritto riservato.
Alexis Bétemps – Foto cortesia di Claudine Remacle – Ogni diritto riservato.
  • cena tradizionale con la polenta cotta sul fuoco a legna di Chez Pierina (prenotazione obbligatoria al n. 0166 47 126) oppure la reinterpretazione dei sapori tradizionali proposta dallo chef di Maison Cly**** (prenotazione obbligatoria allo 0166 47 139
  • ore 21:00 sala polivalente del municipio di Chamois, Alexis Bétemps, etnologo e scrittore di montagna, ha presentato il suo libro “Il tempo sospeso. Dal Natale all’Epifania” menzione speciale al Premio Mario Rigoni Stern 2017.

Ecco alcune spigolature da questo testo ricco di soprese e amore per le tradizioni della Valle d’Aosta:

  • I nostri antenati sapevano distinguere molto bene il bene dal male, ma distinguevano anche ciò che è giusto dalla giustizia ufficiale” pag. 82;
  • Da noi era difficile accettare che si possa impunemente essere incitati ad uccidere il prossimo con la scusa della guerra e ci si sentiva solidali con i giovani che rifiutavano la coscrizione” pag. 61;
  • La bacchiatura [delle castagne] doveva concludersi entro Ognissanti e, dopo tale data, ognuno era libero di raccogliere per sé le castagne dimenticate.” pag. 260;
  • A Hône, alla fine della messa di Natale, si distribuivano caldarroste a tutti i partecipanti” pag. 61;
  • Quel giorno il riposo era sacro, il giorno di Natale si preparava una doppia razione di fieno per le mucche e una catasta alta il doppio di legna segata o spaccata” pag. 60;
  • In Valle d’Aosta, fino agli anni 1950, erano i Re Magi a portare i doni nelle campagne.” pag. 95;
  • Ai bambini [di Verrayes] si diceva che i Re, che passavano la vigilia, si recavano a Torgnon e che il giorno dopo li avremmo visti a messa” pag. 235;
  • I tre Re Magi, secondo Marco Polo, sono sepolti nella città di Saba.” pag. 221 de Il tempo sospeso, dal Natale all’Epifania, Alexis Bétemps, Priuli & Verlucca, Torino 2015, ISBN 978-88-8068-741-2

 

Il più brutto castello della Valle d’Aosta

Il più brutto castello della Valle d’Aosta è descritto così dalla signora Jane Freshfield che lo vide nell’agosto del 1860:

La posizione del paese è davvero molto graziosa ma il fascino della natura è senz’altro deturpato da una costruzione dall’architettura indescrivibile, sfortunatamente molto in vista e curiosamente brutta, su di una collina tappezzata di vigneti che domina il villaggio“.

La sua opinione è condivisa anche da Samuel William King e dalla signora Cole.

Jane Freshfield, Itinerari alpini meno conosciuti, prefazione, traduzione e note di Gianluigi Discalzi, Libreria Antiquaria Art Point, Courmayeur, 2010, pag. 141.

Jane Freshfield, Alpine Byways Or Light Leaves Gathered in 1859 and 1860, Longman Green Longman and Roberts, London 1861, pagg. 180, 183. Copia digitale disponibile a questo indirizzo: https://books.google.it/books?id=410OAAAAQAAJ&hl=it&pg=PA137#v=onepage&q=aimaville&f=false (URL consultato il 21.12.2017)

L’ultimo attacco al castello di Ussel

Tramonto sul castello di Ussel, sullo sfondo il castello di Cly - Foto di Gian Mario Navillod.
Tramonto sul castello di Ussel, sullo sfondo il castello di Cly – Foto di Gian Mario Navillod.

L’ultimo attacco al castello di Ussel  è stato condotto in tempi relativamente recenti. Risale al 3 ottobre del 1944. Lo ricorda Charles Passerin d’Entrèves nel suo libro sulla resistenza “La tempëta dessu noutre montagne“.

“È stata una smargiassata delle nuove truppe alpine, sbarcate fresche fresche in Valle d’Aosta, di ritorno dalla Germania, dove hanno imparato la Kultur e che vogliono dimostrare la loro bravura. L’oscuro castello di Ussel erge i suoi muri e i suoi merli bruniti e patinati dal tempo proprio di fronte a Châtillon. Questo vecchio nido d’aquila  è da secoli abitato solo da sparvieri, gufi e topi. È un monumento nazionale. Che importa! È un bersaglio magnifico per provare i nuovi pezzi in dotazione a questi alpini bastardi. All’entrata del borgo, arrivando da Saint-Vincent, i piccoli cannoni sono messi in batteria. Quattro, cinque salve partono rapide verso Ussel: un solo colpo raggiunge l’obiettivo: una pietra della torre nord-ovest del castello va in frantumi.”

Libera traduzione dall’originale francese di Gian Mario Navillod.

Charles Passerin d’Entrèves, La tempëta dessu noutre montagne, Institut historique de la  résistence en Vallée d’Aoste, Aoste 1975, pag. 128, 129.

 

I pesci di Mauro Corona

I pesci del campo sportivo di Antey-Saint-André - 19 febbraio 2016 - Foto di Gian Mario Navillod.
I pesci del campo sportivo di Antey-Saint-André – 19 febbraio 2016 – Foto di Gian Mario Navillod.

Le giornate si allungano ed il sole ad Antey comincia a sgranocchiare l’ultima neve. Nella rete del campo sportivo sono rimasti impigliati alcuni pesci che girano e girano. Ancora per qualche giorno. Fino a quando la primavera li scioglierà per sempre e l’acqua di cui sono fatti andrà a nutrire i primi tarassachi. Continua la lettura di I pesci di Mauro Corona

L’evaporazione del vino in montagna.

Il curioso fenomeno dell’evaporazione del vino in montagna descritto da Edward Whymper pare avvenisse un tempo con  maggiore intensità in presenza delle guide di Chamonix.

Belvedere sul Cervino/Matterhorn dal Tour di Mande di Valtournenche - Foto di Gian Mario Navillod.
Belvedere sul Cervino/Matterhorn dal Tour di Mande di Valtournenche – Foto di Gian Mario Navillod.

Sembrerebbe che le guide AIGAE non abbiano ancora acquisito il singolare potere dai loro blasonati colleghi d’oltralpe.

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Un curioso inconveniente di ritorno dal Monte Rosa

Il Cervino visto dal Riffelberg (Svizzera) – disegno di Edward Wymper – Ex libris Gian Mario Navillod.
Il Cervino visto dal Riffelberg (Svizzera) – disegno di Edward Wymper – Ex libris Gian Mario Navillod.

In Svizzera, nel 1860, una cordata di ritorno dal Monte Rosa incorse in un curioso inconveniente.

Nel lascio la descrizione alla parole della Signora Jane Freshfield, magistralmente tradotte da Gianluigi Discalzi:

“… tutti ci precipitammo verso il Gorner Grat dove un gruppo numeroso si dedicò con cannocchiali e binocoli ad osservare con vivo interesse i movimenti della cordata che aveva lasciato l’albergo all’alba per l’ascensione del Monte Rosa e che ora stava rientrando. Si potevano vedere sei puntini che, l’uno dietro l’altro, scendevano lungo il ripido pendio nevoso. Continua la lettura di Un curioso inconveniente di ritorno dal Monte Rosa