Ci sono dei momenti, molto tristi generalmente, nei quali occorre fare dei sacrifici.
Come si distribuiscono questi sacrifici all’interno del gruppo può essere un indice del grado di civiltà di chi opera queste scelte che avranno un impatto importante sul nostro futuro.
In una società meritocratica
Ci si comporterebbe probabilmente come ha fatto questo dirigente d’azienda statunitense: “Il consiglio di amministrazione mi ha imposto di tagliare il personale del 25%. Vi ho riunito per dirvi che da oggi inizia un test lungo un mese. Chi risolve più pratiche rimane. Chi non ce la fa deve trovarsi un’altro lavoro“.
Perché in ogni ufficio c’è chi lavora duro e chi fa finta: chi è abituato a lavorare duro continua come prima e rimane, chi faceva finta in un mese non riesce a recuperare il gap che lo divide dagli altri ed è bene che trovi un altro lavoro dove possa dare il meglio di sé.
Conseguenze
Chi lavora sodo è ben contento, gli altri molto meno. In ditta rimangono i migliori ma quando la crisi passa occorre selezionare e formare i nuovi lavoratori.
In una società solidale
Ci si comporterebbe probabilmente come aveva proposto il SAVT quando alcuni politici valdostani hanno deciso di ridurre il numero dei controllori alla Casa da Gioco di Saint-Vincent: “visto che l’età media dei controllori supera abbondantemente i quaranta e che i turni notturni mano a mano che avanza l’età diventano sempre più difficili da recuperare proponiamo a chi lo desidera un part-time solidale dal 90 al 50% e i soldi risparmiati li utilizziamo per dare lavoro ai giovani disoccupati valdostani“.
I controllori un po’ stanchi sono contenti di passare al part-time: guadagnano meno ma riescono a recuperare meglio le notti. Alcuni giovani disoccupati valdostani sono ben contenti di non dover emigrare all’estero per trovare un lavoro dignitoso.
Conseguenze
In ditta rimangono tutti: quando la crisi passa c’è di nuovo lavoro per tutti e non c’è bisogno di nuove selezioni e corsi di formazione.
In una società gerontocratica
Ci si comporterebbe probabilmente così:
- a chi deve badare ai genitori molto anziani e malati deve essere garantito il posto: è un atto di civiltà. Della legge 104 chiunque potrebbe aver bisogno e chi ne fruisce è giusto che sia inamovibile.
- Si stila una graduatoria esclusivamente in base all’anzianità di servizio: quelli con più esperienza rimangono, i giovani che sono più duttili possono tranquillamente imparare un nuovo lavoro.
- Nella graduatoria non si tiene conto della distanza dal luogo di lavoro perché cercare di ridurre i costi energetici di trasporto è cosa dei “verdi”.
- Nella graduatoria non si tiene conto del numero di figli minorenni perché “i figli chi li fa se li guarda”.
Conseguenze
I giovani emigrano per avere un lavoro, formare una famiglia, crescere dei figli. I giovani che rimangono non avendo un lavoro sicuro non possono sposarsi, comprare casa, mettere al mondo dei bambini.
Quelli con più esperienza invecchiano badando ai genitori anziani chiedendosi chi baderà a loro quando tutti i giovani avranno trovato lavoro altrove.
Conclusione
Mi sento ancora troppo giovane per scegliere una società gerontocratica: ho appena cinquant’anni e un figlio emigrato in Belgio. Cerchiamo di far lavorare i giovani.