
Ogni volta che si paga il pedaggio autostradale in Valle d’Aosta viene in mente il nome della popolazione che abitava la valle nei primi secoli avanti Cristo: i Salassi.
Scrivevano poco i Salassi, il poco che sappiamo di loro lo troviamo nelle fonti romani e negli scavi archeologici.
Chi erano i Salassi?
Le poche righe che gli autori romani hanno dedicato ai Salassi e che sono giunte fino a noi sono state scritte da:
- Polibio (circa 200-120 a.c.) storico di origine greca venne portato a Roma come ostaggio e divenne poi amico e mentore di Scipione l’Emiliano;
- Strabone (63 a.c. – 19 d.c.) è l’autore della più importante opera di geografia che sia giunta fino a noi;
- Plinio il Vecchio (23 – 79 d.c.) è l’autore della Naturalis Historia la più importante opera di scienze naturali che sia giunta fino a noi;
- Appiano d’Alessandria d’Egitto (circa 95/100-160/165 d.c.) storico, una delle fonti principali per il periodo delle guerre civili;
- Dione Cassio (circa 150-235 d.c.) storico e alto funzionario della dinastia dei Severi;
- Giulio Ossequente (IV secolo) storico romano;
- Paolo Orosio (V secolo) prete e storico cristiano.

Riporto di seguito i relativi brani tradotti in italiano e ordinati cronologicamente; per reperire i testi originali, in greco e latino, e la relativa traduzione in francese si rimanda alla bibliografia riportata in calce.
Strabone 4, 6, 12 = Polibio 34, 6
151 a.c. (Polibio) “cita solo quattro passaggi (attraverso le Alpi) il primo nel territorio dei Liguri ed è il più vicino al Mar Tirreno, poi quello nel territorio dei Taurini attraverso il quale Annibale è passato, poi quello nel territorio dei Salassi e il quarto nel territorio dei Reti12.
Dione Cassio 22, 74, 1
143 a.c. “(Appio) Claudio, il collega di Metello al consolato, orgoglioso di nascita, e geloso di Metello, ottenne dalla sorte di governare l’Italia, ma non avendo alcun nemico, e desiderando assolutamente ottenere una brillante vittoria; spinse la tribù gallica dei Salassi – che non aveva ragioni di conflitto – a entrare in guerra contro i Romani. Inviò loro qualcuno per mettere pace, disse, tra di loro e loro vicini, poiché non vi era accordo circa l’acqua necessaria alle miniere d’oro; e fece delle incursioni attraverso tutto il loro paese.”
Giulio Ossequente1
143 a.C. “Avendo i Romani subito una sconfitta da parte dei Salassi, i decemviri dissero di aver trovato nei Libri Sibillini una prescrizione secondo cui, quando si fosse portata la guerra ai Galli, era necessario fare sacrifici all’interno del loro stesso territorio.”
Plinio il Vecchio, Naturalis historia, XVIII, 49, 20
“Non omittemus unam etiamnum arandi rationem in transpadana Italia bellorum iniuria excogitatam. Salassi cum subiectos Alpibus depopularentur agros, panicum miliumque iam excrescens temptavere. postquam respuebat natura, inararunt. at illae messes multiplicatae docuere quod nunc vocant artrare, id est aratrare, ut credo, tunc dictum. hoc fit vel incipiente culmo, cum iam se ad bina ternave emiserit folia.” – “non ometteremo una maniera di arare, che le ingiurie della guerra hanno fatto scoprire nell’Italia Transpadana. Quando i Salassi devastarono le campagne ai piedi delle Alpi …”)
Paolo Orosio 5,4,7
143 a.c. “Appio Claudio Pulcro attaccò il Galli Salassi e nella sua disfatta perse cinquemila soldati, dopo aver nuovamente dato battaglia uccise cinquemila nemici ma benché avesse chiesto il trionfo, che la legge prevedeva per chi avesse ucciso cinquemila nemici, non lo ottenne a causa delle maggiori perdite subite, egli diede prova di una impudenza e di una ambizione incredibile trionfando a proprie spese”

Strabone 4, 6, 7
43 a.c. “(i Salassi) fecero pagare a Decimo Bruto che fuggiva da Modena una dracma a testa “ (per passare il Piccolo San Bernardo)
Strabone 4, 6, 7
35 a.c. (nella lista delle esazioni dei Salassi) “ Marco Valerio Messalla Corvino pagava una tassa sulla legna da ardere e sul legno di olmo delle armi da getto e degli strumenti per l’allenamento. Quegli individui rubarono un giorno il denaro di Cesare e fecero cadere dei massi su alcuni soldati sostenendo che costruivano delle strade o gettavano dei ponti sui torrenti”
Appiano di Alessandria d’Egitto Illyr. 4, 17
35 a.c. (i Salassi) “poiché vi era penuria di sale, di cui avevano estremo bisogno, accettarono delle guardie. E appena Gaio Antistio Vetere se ne andò, scacciarono le guardie, si impadronirono del passo infischiandosene gli uomini di Cesare che non potevano fare granché contro di essi. Cesare, poiché si prevedeva una guerra contro Antonio, trattò con essi promettendo loro l’indipendenza e l’impunità per le azioni contro Gaio Antistio Vetere. Ma essi rimasero diffidenti e ammucchiarono grandi quantità di sale ed effettuarono delle incursioni contro le forze romane, fino a che Marco Valerio Messalla Corvino, inviato contro di loro, li prese per fame.”
Strabone 4, 6, 7
25 a.c. (i Salassi) “finalmente Augusto li sottomise totalmente e li vendette tutti come bottino di guerra dopo averli inviati a Ivrea, una colonia che i romani avevano fondato al fine di avere una guarnigione contro i Salassi. I suoi abitanti poterono appena difendersi fino a che questo popolo non fu annientato. Se ne contarono 36.000 di cui 8.000 combattenti. Aulo Terenzio Varrone Murena, il generale che li vinse, li vendette tutti all’asta. Cesare inviò tremila Romani a fondare la città di Augusta, nel luogo ove Varrone aveva installato il suo campo, e tutto il paese, fino alle cime dei colli alpini, conosce adesso la pace.12”

Dione Cassio 53, 25
25 a.c. “Augusto … inviò Aulo Terenzio Varrone Murena contro i Salassi. Fu vittorioso su parecchi fronti contemporaneamente – voleva evitare che riunissero le loro forze, ciò li avrebbe resi più difficili da vincere – conducendo delle incursioni molto facili perché erano poco numerosi ad opporsi ai suoi uomini. Li costrinse ad un accordo e domandò loro una somma di denaro in cambio della quale non avrebbe più fatto loro del male. Da quel momento inviò dappertutto i soldati per farsi pagare e prese quelli che erano in età da portare armi e li vendette con la condizione che nessuno di loro fosse liberato prima di vent’anni. Le loro terre migliori furono donate a delle guardie pretoriane …”
Iscrizione del 23 a.c. ritrovata ad Aosta: “All’imperatore Cesare Augusto … le incolae salassi che si sono stabilite all’inizio delle colonia, al loro patrono.”
NdR: per incolae si intendono gli abitanti della città che non sono cittadini con pieni diritti, ma che possono essere progressivamente integrati nella comunità civica; essi devono avere i loro Lari (il loro domicilio) all’interno della città.

Strabone 4, 6, 7
Regno di Tiberio “là la strada si divide in due: l’una passa attraverso la regione chiamata pennina impraticabile ai carri, per le cime alpine, l’altra più ad ovest, attraverso il paese dei Ceutroni12.”
Strabone 4, 6, 11
Regno di Tiberio “Delle strade che portano dall’Italia alla Gallia celtica e settentrionale, quella che passa dai Salassi conduce a Lione. È doppia: da una parte può essere percorsa dai carri ma su una distanza più lunga, è quella che passa dai Ceutroni, dall’altra parte è ripida e stretta, ma rapida, e passa per il Pennino12.”
I testi sono tratti dal XI Bulletin d’études préhistoriques et archéologiques alpines pubblicato dalla Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie, Aosta 2000 ad eccezione di quello di Plinio il Vecchio cortesemente segnalato da Damien Daudry, Presidente della SVAPA. e di quello di Giulio Ossequente citato da Joseph-Gabriel Rivolin in La nostra storia: la Valle d’Aosta dal Neolitico al Duemila2.
L’articolo sulle “fonti scritte della storia delle alpi nell’antichità” è opera di M. Tarpin, I. Boehm, I. Cogitore, D. Épée, A.-L. Rey. È redatto in lingua francese e contiene i testi originali in latino e greco oltre ad un’esaustiva bibliografia sui testi citati.
Bibliografia.
Alessandra Armirotti, Romain Andenmatten, Tristan Allegro, Gwenaël Bertocco, Caratterizzare una rete di siti di alta montagna di età tardo-repubblicana/augustea tra Valle d’Aosta (IT) e Vallese (CH) in Montagne e Archeologie, Ed. All’insegna del Giglio, Sesto Fiorentino, 2023, ISBN 978-88-9285-218-1 e-ISBN 978-88-9285-219-8 – versione digitale disponibile qui
Franco Mezzena, Habitat protohistorique au Mont-Tantané, in Bollettino Soprintendenza per i beni e le attività culturali n° 1 – 2003/2004, pag. 157 versione digitale disponibile qui: https://www.regione.vda.it/allegato.aspx?pk=32698
Zavatta Luca, Le Valli del Cervino, Rimini 2005, ISBN 88-901937-1-9, pagg. 148 e 158
M. Tarpin, I. Boehm, I. Cogitore, D. Épée, A.-L. Rey, “Sources écrites de l’histoire des Alpes dans l’antiquité” in XI Bulletin d’études préhistoriques et archéologiques alpines pubblicato dalla Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie, Aosta 2000
Ronc Maria Cristina, La valle del Cervino, Torino 1990, pag. 193
Franco Mezzena, Archeologia in Valle d’Aosta, Aosta,
1981, Ed. Regione Valle d’Aosta, Assessorato del turismo, urbanistica e beni culturali, pag. 57 – versione digitale disponibile qui
Articolo del 3.05.2006 – ultimo aggiornamento 14.10.2025
- Giulio Ossequente, Prodigi, introduzione e testo di Paolo Mastandrea, traduzione e note di Massimo Gusso, Mondadori, Milano, 2005, ISBN: 88-04-53793-0, p. 45 – versione digitale disponibile qui[↩]
- Joseph-Gabriel Rivolin, La nostra storia: la Valle d’Aosta dal Neolitico al Duemila, Tipografia Duc, Saint-Christophe, 2025, ISBN 978-8831943-71-0, p. 15[↩]