Nel primo dopoguerra il Ru de Joux, che in alcuni testi1 è indicato come uno dei ru più antichi della Valle d’Aosta, venne intubato e la parte più pericolosa ed esposta venne bypassata con un tunnel lungo quasi due chilometri che attraversa la montagna tra la Becca di Avert e la Cima Longhede. La galleria non è percorribile ma la pista forestale costruita a fianco della condotta consente di pedalare senza fatica in un bosco ricco di essenze balsamiche.
Accesso
Dall’uscita autostradale di Nus seguire le indicazioni per Aosta. Al semaforo di Nus girare a destra e proseguire lungo la strada regionale n. 36 di Saint-Barthélemy risalendo la valle omonima. Ad un paio di km dal ponte sul torrente Saint-Barthélemy prendere a destra la strada comunale per Praz e dopo quattro tornanti lasciare l’auto a bordo strada in corrispondenza della strada che scende a Les Fontanes/Fontaine.
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Lunghezza (solo andata): 5 km
Quota partenza: 1586 m
Quota arrivo: 1870 m circa
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Dislivello 200 m circa
In bici: si può fare.
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Descrizione
Si scende in direzione del torrente Saint-Barthélemy passando dietro ai fabbricati di Fontanes/Fontaine e dopo aver attraversato il ponte si sale a fianco del torrente fino ad arrivare nei pressi della vecchia fornace del Pont du Molin che produsse calce fino al 1947. La fornace abbandonata si trova sull’altra riva del torrente e merita una breve visita: basta attraversare il ponticello in legno.
Proseguendo lungo la sterrata all’altezza del secondo tornante parte la direttissima, una ripida pista forestale che in mezzo chilometro supera un dislivello di più di 100 metri. Seguendo i segnavia 16 e 16A si attraversa il bosco di abeti, si riprende fiato attraversando una bella radura circondata dai larici e e si giunge infine sulla pista di servizio del ru, proprio davanti ai tre abbeveratoi in cemento armato divenuti con il passar del tempo delle piscine di fango apprezzatissime dai cinghiali.
Lungo al pista in direzione sud
Girando a destra e seguendo il tracciato della pista si cammina tra l’erba alta e le piante di lamponi fino ad incontrare, duecento metri più avanti, l’inizio della galleria che porta le acque del ru nel comune di Verrayes attraversando tutta la montagna.
Lungo la pista in direzione nord
Girando a sinistra si pedala su di una pista in ottime condizioni, gli operai forestali nell’estate del 2019 hanno effettuato un taglio selvicolturale abbattendo gli alberi meno pregiati della foresta e transitando con i mezzi sulla sterrata hanno approfittato dell’occasione per darle una sistematina. Il ru scorre interrato nei tubi di cemento, di tanto in tanto la conduttura affiora in superficie. I tubi del diametro di circa 60 cm sono lunghi circa quattro metri e mezzo ed i giunti poco più di una spanna, sembrano ancora in ottime condizioni malgrado l’età. Osservandoli da vicino sorge il dubbio che siano stati fabbricati in una famigerata fabbrica di Casale Monferrato.
Nei pressi degli alpeggi la strada attraversa piccole radure dove lo sguardo spazia dalla cime delle montagne ai boschi e dai ai pascoli dove in estate mandrie mucche brucano tranquille. Si incrocia il sentiero dove passa l’itinerario intervallivo 105, che da Aosta porta all’Ospizio Sottile, attraversando quattro valli con più di ottomila metri di dislivello in salita.
Proprio di fronte all’alpe Vallorsière si arriva all’incrocio con la pista che risale il torrente. In lontananza sopra i larici si scorge la punta aguzza della Becca des Abières/d’Arbière.
In pochi minuti si raggiunge il laghetto ai piedi dell’Alpe Pierrey. L’Alpe Pierey è conosciuta dagli addetti ai lavori per il villaggio dell’età del ferro scoperto da Piermauro Reboulaz nel 2003 nei pressi del colle omonimo.
Alla biforcazione si prosegue a sinistra, verso il torrente, si passa a fianco del dissabbiatore e un centinaio di metri più avanti si raggiunge l’opera di presa dove fino a 320 litri d’acqua al secondo lasciano l’alveo del torrente per irrigare le coltivazioni di Verrayes e gli alpeggi di Pesse e Bora di Nus2.
Ogni anno quando la portata del torrente diminuisce viene rifatto l’incile: un lunga fila di sassi disposti nell’alveo per indirizzare la poca acqua rimasta verso il Ru de Joux.
Curiosità
Ad una mezz’oretta di cammino dalla presa del Ru de Joux si trova il Rifugio Magià: un’ottima scusa per proseguire la passeggiata risalendo il corso del Torrente Saint-Barthélemy e gustare un calice di moscato di Chambave come aperitivo.
Emile Chanoux dopo aver affermato che la Valle d’Aosta è figlia delle sue acque 3 ha auspicato la realizzazione del tunnel sotto la Becca d’Avert tra Saint-Bartélemy e Grand-Villa di Verrayes dove scorre ora il canale4. Un documento del 21 maggio 1780 citato da Giovanni Vauterin ricorda che il Grand Rus de Jou era soggetto a “grands Eboullements” grandi frane. Per tale motivo il 9 gennaio 1949 fu costituito un consorzio irriguo con l’obiettivo di bypassare il tratto franoso dove le perdite d’acqua erano più ingenti scavando una galleria lunga 1750 metri. I lavori durano un decennio e la galleria venne inaugurata il 21 luglio 19605.
Ritorno
Chi preferisce non affrontare la direttissima in discesa può seguire la sterrata che scende lungo il torrente accorciando il rientro di quasi un chilometro e mezzo.
Bibliografia
Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pagg. 71 – 73.
Ezio Emerico Gerbore, Nus: tessere di storia, Amministrazione comunale di Nus, Nus 2005.
Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990, pag. 69
Ru de Joux abbandonato
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- Maria Cristina Ronc, La valle del Cervino, Torino 1990, pag. 69; Giovanni Vauterin ne Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 71, invita a riflettere su di una possibile esistenza del ru a metà del 1200, un successivo abbandono ed una nuova infeudazione del 12 giugno 1432 citata da Ezio Emerico Gerbore.[↩]
- Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pag. 71[↩]
- Emile Chanoux, “La Vallée d’Aoste est fille des ses eaux” pag. 158 – Versione digitale disponibile qui[↩]
- ibid. “La percée de la Becca d’Avert entre St-Barthélemy et Grand-Ville-sur-Verrayes“[↩]
- Giovanni Vauterin, Gli antichi rû della Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, Aosta, 2007, ISBN 88-7637-057-9, pagg. 72[↩]